Tribunale, sezione Lavoro nel caos| Storie di ordinaria ingiustizia - Live Sicilia

Tribunale, sezione Lavoro nel caos| Storie di ordinaria ingiustizia

Pochi giudici, migliaia di processi. A Palermo i tempi delle cause si allungano.

PALERMO – Non vorremmo essere nei panni del giudice onorario e neppure di chi a lui si rivolge per chiedere giustizia. Non per sfiducia, per carità. Solo che a guardare la lista dei procedimenti assegnati ad uno solo dei magistrati “precari” della sezione lavoro del Tribunale di Palermo anche il più inguaribile degli ottimisti viene preso dallo sconforto.

Il giudice togato Giuseppe Tango ha delegato alla collega, si fa per dire, Claudia Gentile “la trattazione e la decisione dei procedimenti recanti il numero…”. E via con un elenco di 306 processi. Numeri che sono solo apparentemente freddi visto che dietro ogni codice c’è la storia di chi ritiene di essere stato cacciato ingiustamente dal lavoro. Persone che attendono la riassunzione o il riconoscimento di una parte dei soldi che dicono di essersi meritati con il sudore. Gente che vive, come tutti, di stipendi e spesso malpagati.

Quanto dovranno aspettare? “I tempi dei ricorsi sono spesso lunghissimi – spiega il presidente dell’ordine palermitano degli avvocati, Francesco Greco -. Gli effetti sono deflagranti. La situazione è preoccupante anche alla luce dell’aumento delle controversie, dovuto alla crisi economica e alla riforma del lavoro. Come Ordine raccogliamo quotidianamente i disagi dei colleghi”.

Alla sezione lavoro non c’è un presidente da quando è andato in pensione, nel 2015, Antonio Ardito. C’è un facente funzioni, Paola Marino, che deve fare i conti un organico di togati ridotti all’osso. Degli otto previsti, alcuni sono in malattia, altri in maternità, altri ancora impegnati nelle commissioni di esami. Tutto legittimo, per carità.

Per mandare avanti la baracca ci si affida a nove Giudici onorari di Tribunale (Got). Sono i precari della toga. Laureati in giurisprudenza, pagati a prestazione, non hanno vinto un concorso ma vengono nominati dal Ministero della Giustizia per sopperire alla mole di lavoro. E che mole. Basta guardare l’elenco di procedimenti che il giudice Tango, già oberato di suo, ha “girato” all’onoraria Gentile: 306 processi che vanno dal 2012 al 2016. Un numero che va replicato per ciascuno degli altri otto non togati a cui, a Palermo come nel resto d’Italia, nel civile come nel penale, viene affidata una grossa fetta della domanda di giustizia.

I precari della toga sono diventati indispensabili e il governo nazionale lo scorso aprile ha varato la riforma del settore. “Assistiamo ad un paradosso – spiega ancora Greco -. Alla sezione lavoro i giudici togati arrivano con un concorso autonomo. Devono essere specializzati nel settore. Il lavoro viene affidato ai Got che, senza nulla togliere alla loro professionalità, non sono certo specializzati nell’affrontare le cause che sono chiamati a decidere”.

Per coprire i vuoti di organico servirebbero dei concorsi appositamente banditi per la sezione Lavoro. Di concorsi, però, non si parla e si mette una pezza con i giudici onorari. Il totale resta comunque insufficiente per decidere migliaia di cause. C’è un dato che fotografa la situazione. Basta confrontare i numeri dei magistrati in servizio a Palermo con quelli di un’altra gran de città del sud come Napoli. Diciassette giudici contro quarantacinque. Palermo non è Napoli per numero di abitanti e cause, ma il divario resta enorme. Nel solo 2015 al Tribunale del capoluogo siciliani sono arrivati più di 15 mila nuovi procedimenti. Il 13 per cento in più rispetto allo scorso anno che conferma un trend di crescita costante dal 2010. L’anno scorso sono stati definiti oltre 16 mila processi (+18%), ma resta da smaltire un arretrato notevole. Un processo dura in media 468 giorni, ma ad abbassare il dato intervengono le procedure per l’Accertamento tecnico preventivo della invalidità. Le controversie di lavoro durano molto di più.


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