Troppo potere in mano a Damiani| Quella nota inascoltata nel 2017 - Live Sicilia

Troppo potere in mano a Damiani| Quella nota inascoltata nel 2017

Fabio Damiani

Commenti

    ….e voi pensate che tutto questo accentramento di poteri sia stato figlio del caso? Chi lo ha nominato e chi lo ha mantenuto negli incarichi, pensate che non ne hanno goduto dell’accentramento? Sono fatte tante campagne elettorali. ….

    Ma dai…

    Se non ci fosse stato Damiani ci sarebbe stato Candela, se non ci fosse stato Candela ci sarebbe stato qualcun altro…

    Il malaffare in sanità ha centinaia di esempi e segnalazioni ma gode anche di protezioni e connivenze a TUTTI i livelli

    Impossibile che dietro Damiani non ci sia nessuno, in ogni caso trattandosi di un sistema non vedremo colpevoli e questi che hanno arrestato presto saranno fuori, magari con qualche incarico politico ad aspettarli. Ancora una volta è la magistratura, cioè lo Stato, a funzionare da contrappeso

    Ricordiamo che Musumeci lo ha fatto pure Presidente del Comitato Tecnico Scientifico, per premiarlo.

    Siete giornalisti d’inchiesta, ho letto tanti articoli su Damiani e Candela. Trovo strano, tuttavia, che a nessuno interessi rileggere, alla luce di quanto oggi accaduto, la vicenda che portò all’arresto del dott Cirignotta, magistrato ritenuto integerrimo e incorruttibile. Damiani, com’è noto, lo accusò di avergli fatto pressioni perché alterasse l’esito di una gara. A riprova, avrebbe registrato Con il telefono colloqui e conservato appunti. Tali prove, tuttavia, sarebbero andate perdute a causa di una misteriosa rapina, in cui gli avrebbero sottratto agenda e telefono. Dagli accertamenti Emerse che non un solo euro fu dato o promesso a Cirignotta, sempre dichiaratosi vittima di Damiani e Candela. Da quella denuncia, in ogni caso, ebbero origine le fulminanti carriere dei novelli campioni della legalità. Il processo di primo grado è in corso, i grandi accusatori sono oggi indagati per fatti ancor più gravi di quelli che si precipitarono a riferire alla Borsellino. Il giornalismo di inchiesta, dov’è?

    l’hai presente le iene e l’emittente che le manda in onda? Tutto il mondo è paese!!!!

    Si fanno spesso segnalazioni nei confronti di dirigenti sanità indirizzati a tutti gli organi della regione. Ma finiscono nei cassetti ed i funzionari restano a loro posto.

    il dipendente pubblico deve segnalare irregolarita’ e illeciti agli Organi di Controllo Interno e alle Autorita’ nell’esercizio delle sue funzioni, nell’interesse pubblico.
    la normativa anti-corruzione, dovrebbe consentire la cessazione immediata delle condotte illecite segnalate, la adozione immediata delle condotte riparatorie finalizzate a ricondurre la P.A. entro l’alveo del corretto esercizio delle risorse pubbliche e della legalita’ e garantire il dipendente segnalante che ha agito nell’interesse pubblico da ritorsioni e vendette.
    Cosa avviene realmente?
    che gli Organi di Controllo interno spesso non recepiscono la segnalazione del dipendente;
    che la mala-gestio delle risorse pubbliche non cessa e non sono adottate idonee azioni riparatorie;
    che il dipendente segnalante nell’interesse pubblico e’ spesso sottoposto a procedimenti disciplinari, ritorsioni e vendette .
    Tutto cio’ e’ stato ben rappresentato dal Procuratore Regionale della Corte dei conti dott. Albo: nelle P.A. si adotta l’ANTICORRUZIONE DI FACCIATA analoga alla ANTIMAFIA DI FACCIATA. Infatti spesso si sono annunciati i buoni propositi di voltare pagina nelle P.A., ma giustamente il dott. Albo, ritiene che ormai e’ indispensabile cambiare libro.
    Il nuovo Codice di Procedura Contabile, AGGIORNATO DOPO 85 ANNI, consente alla Corte dei conti di tutelare le risorse pubbliche alla luce della Costituzione con piu’ efficacia ed incisivita’.
    Il potenziamento degli Organi di Controllo Interno nella P.A., con soggetti terzi ed esterni ( es. magistrati ed appartenenti alle forze dell’ordine in servizio e/o in quiescenza), coordinati con le Autorita’, a mio parere e’ la misura gestionale indispensabile e non piu’ rinviabile nell’interesse di TUTTI.

    Esiste nella Regione Siciliana una norma “anticorruzione”….obbliga la rotazione dei dipendenti e dirigenti.
    Al dipartimento bilancio…dove si “manianu” i piccoli hanno ovviato con un tracchiggiu…..lo spostamento c’è stato…ma solo uscieri e commessi (ossia quelli che la corruzione manco sanno che cos’è)…..complimenti!

    A proposito di giornalismo d’inchiesta.
    Vi siete chiesti come mai le aziende coinvolte nell’inchiesta, pur avendo palesemente violato il patto d’integrità sottoscritto in fase di gara, non siano state ancora escluse dalla CUC rispetto alla gara per il servizio di pulizia nelle aziende ospedaliere? Addirittura una di queste é già all’opera presso l’Asp di Palermo.

    …e anni fa Candela era a Trapani.
    Eh…..

    la sanità è un mostruoso incrocio di interessi … l’ultimo dei quali per la nostra classe politica è rappresentato dal bisogno di salute del cittadino/contribuente. E non da ora, tanto per sgombrare il campo da equivoci. Su questo si potrebbero scrivere all’infinito. Quel che disarma è la disinvoltura con cui chi può, tanto la maggioranza quanto le opposizioni che tengono in piedi la maggioranza (avete visto quante interrogazioni parlamentari o mozioni di sfiducia il PD ha sollevato nei confronti dell’assessore al ramo?), si intromette prepotentemente per partecipare a regolare il traffico. Come se non esistessero regole e morale. Disarmante è la serenità con cui qualcuno legittima il “maneggio” di nomine nella sanità a prescindere dalla capacità operativa dei candidati, invocando uno spoil system estraneo alla sanità pubblica. Disarmante è che l’assessore al ramo dica che l’assenza del direttore generale di un’azienda sanitaria è coerente con la norma, dimenticando che questa situazione, può durare al massimo sei mesi e poi la nomina è un atto dovuto. Senza contare che, come qualche altro acuto osservatore ha notato, qualche giudice potrebbe considerare invalidi gli atti deliberati in questa situazione, un’aggiudicazione ad esempio, oppure la nomina di un primario. Il direttore sanitario e il direttore amministrativo propongono atti e danno pareri al direttore generale. In tre, per legge, si governa un’azienda sanitaria. Ognuno con la sua competenza e con la sua sensibilità. E’ possibile scostarsi da questo schema per anni? Per non parlare dei conflitti di interessi all’interno dell’apparato burocratico dell’assessorato. Se c’è un conflitto di interessi non si può conferire un incarico. Da noi invece si conferisce comunque dichiarando che quando si deve decidere qualcosa che interessa il decidente allora decide un altro, come se non esistesse altra possibilità di influenzare le scelte. Mah …

    I politici in sanità come in altri campi il caos se non c’è lo creano. Possono così agire con la scusa dell’estrema urgenza per farsi gli affari loro e dei loro amici. Un’amministrazione o la sanità pubblica che funziona per loro è come il diavolo.

    Ma guarda un po’… A proposito di accentramento di incarichi ed incompatibilità, invito a rileggere l’articolo di LiveSicilia del 4 luglio 2014 intitolato “L’AFFONDO DI MUSUMECI” (allora presidente della Commissione Regionale Antimafia): “la dirigente ‘incompatibile. Il caso di Luciana Giammanco, responsabile per la prevenzione della corruzione e per la trasparenza “pur trovandosi – secondo Musumeci – in uno stato di conflitto”.’ Come diceva Peppino De Filippo a Totò in un famoso film “Con questo ho detto tutto”.

    mi auguro che questo signore collabori con la magistratura e finalmente si possa chiudere questo triste episodio. sicuramente ci saranno alcuni politici con i pannoloni cagati.

    Il cd governo crocetta, anzi lo sgoverno crocetta, sia in sede istituzionale che extra istituzionale con senatori che si aggiravano nelle stanze del potere, dovrebbero avere le idee abbastanza chiare…………

    Chi lo ha nominato ??

    Musumeci è il vero restauratore dello schifo della Sicilia. Riciclati, cespugli democristiani, mummie della Prima Repubblica al governo ed al sottogoverno.

    Con lui siamo tornati indietro di 30 anni. La Sicilia non ha speranza.

    complice anche l’assessorato regionale alla salute, non si muove una foglia che l’assessorato non voglia.
    Su Candela dovrebbero controllare tutta l’attività

    Fino a quando le nomine saranno politiche, quindi per censo e non per merito, ci troveremo a ripetere all’infinito le stesse cose. Il problema non sono o Damiani o I cirignotta e Candela di turno, è il sistema che si regge su fatti che poi vengono normalizzati dalla magistratura, con costi dedicati enormi ed esclusivamente dedicati alla tenuta del sistema stesso

    La corruzione è così diffusa in tutti i gangli vitali dell’amministrazione pubblica che rappresenta “il modus vivendi” per potere operare in tutta tranquillità, arricchendosi indebitamente e sempre più all’ombra di un potere grigio colluso tra politici, imprenditori,e alti dirigenti. Un sistema marcio che attraversa tutta la penisola rendendolo con la sua capillarità permeabile agli interessi mafiosi speculativi, rappresentando un vero e proprio cancro che con le sue metastasi infiltra il tessuto socio economico sano del Paese, provocando perdite economiche non indifferenti per le asfittiche casse dello stato. Un ulteriore scandalo corruttivo, che questa volta investe da ieri la sanità siciliana, e precisamente il mondo degli appalti multimilionari legati alla fornitura di apparecchiature mediche, impianti tecnologici e alla gestione dei servizi di pulizia, porta alla luce un sommerso gestito da menager della sanità, figure di primo piano che avrebbero condizionato illecitamentele insieme a faccendieri le gare d’appalto. Purtroppo la gestione delle Asl/Asp avviene in maniera esclusivamente clientelare, rigidamente controllata dai partiti che proprio lì affondano le radici spartitorie a tutela dei propri interessi, ed è proprio lì che ruotano appetiti economici notevoli e dove alberga il malaffare. L’odierna tangentopoli siciliana fa seguito a tanti altri episodi di mazzette che interessano ahimè il mondo degli appalti della sanità anche in diverse aree geografiche del Paese, e che magari vergognosamente si ripresenteranno nelle prossime settimane dopo la tempesta coronavirus. Non esiste infatti una zona franca dove la mala pianta della corruzione non sia di casa; quando questa però interessa la sanità è particolarmente ripugnante, in quanto vengono sottratte da personaggi senza scrupoli, amministratori, faccendieri, imprenditori, risorse economiche che sarebbero potute di certo risultare utili alla collettività per una migliore assistenza pubblica. I delinquenti o presuti tali sono ovunque, non esiste un DNA dell’onestà e nemmeno un vaccino, ma le cure ci sono, eccome! Basta che la politica lo voglia. Così, come riportato dalla lettera di Platone, “Quando si arriva a livelli elevati di corruzione, i giovani non rispettano i vecchi, la morale scade a livello di postribolo, e alligna una mala pianta: LA TIRANNIA”. Dott. Paolo Caruso

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