C'era una volta in America... | Così la mafia si organizzava - Live Sicilia

C’era una volta in America… | Così la mafia si organizzava

Affari sporchi tra Palermo e gli Usa
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I nuovi boss sono i vecchi boss. L’operazione congiunta di polizia ed Fbi fra Palermo, New York e Miami, ha portato in manette presunti associati alla criminalità organizzata che avevano rimesso in moto i contatti fra le famiglie per fare affari: cemento in Sicilia, grande distribuzione negli Usa. Come da tempo segnalano gli inquirenti, gli appartenenti alla cosiddetta “mafia perdente” stanno riprendendo i propri posti, non a caso il centro di comando si è spostato sulla famiglia di Santa Maria di Gesù, a Palermo, l’ex feudo di Stefano Bontade, il primo dei grandi boss a cadere nella mattanza dei “corleonesi”.

Ruolo chiave, secondo le indagini, avrebbero avuto Roberto Settineri, imprenditore siciliano residente a Miami, in Florida, dove è stato arrestato. Settineri avrebbe fatto da “ambasciatore”  negli States e tenuto riunioni a Palermo. Seguendolo e intercettandolo la squadra mobile di Palermo, con la collaborazione del servizio centrale operativo di Roma, e l’Fbi oltreoceano hanno ricostruito i legami fra le famiglie palermitane e americane.

L’asse orientale. Gli inquirenti sostengono che dopo l’arresto dei grandi capi, l’asse del potere sarebbe passato alla parte orientale della città. Santa Maria di Gesù, Brancaccio, Guadagna, Villagrazia, Pagliarelli. Settineri avrebbe agevolato la latitanza di Antonio Lo Nigro, ex reggente del mandamento di Brancaccio, e tenuto i rapporti con Gioacchino Corso, a capo della famiglia di Santa Maria di Geù. Nonostante fosse destinatario della sorveglianza speciale aveva intessuti i rapporti con gli americani per il tramite di Settineri, servendosi del fratello Gianpaolo per le trasferte negli States. La polizia avrebbero anche trovato una sorta di libro mastro delle estorsioni della famiglia di Santa Maria di Gesù a casa del cassiere della cosca, oltre denaro in contanti. Per imporre il proprio comando la famiglia non si sarebbe risparmiata in danneggiamenti e intimidazioni. Fra questi il tentato omicidio di Gioacchino Stassi, spacciatore di Falsomiele, che non si sarebbe adeguato al volere dei boss.

Negli Usa Settineri, secondo l’inchiesta, riciclava denaro derivante dal traffico di droga ed era in stretto contatto con le famiglie Gambino e Colombo di New York dove sono stati arrestati Gaetano Napoli e i figli Gaetano Jr. e Thomas. Secondo l’Fbi la famiglia Napoli praticava prestiti usurai e sono accusati anche di bancarotta fraudolenta e riciclaggio. Nella Grande mela, secondo le indagini comandano le vecchie famiglie: Gambino, Bonanno, Genovese, Lucchese e Colombo. A Miami sono stati arrestati, oltre Settineri, i suoi collaboratori Antonio Tricami, Enrique Ross e Daniel Dromerhauser, accusati di riciclaggio.

Il retroscena. Il presunto capo della famiglia di Santa Maria di Gesù, Gioacchino Corso, in passato è finito in carcere con l’accusa di aver favorito la latitanza di Pietro Aglieri, un “fedelissimo” di Bernardo Provenzano. Questa connessione avvalorerebbe i sospetti – affiorati nell’inchiesta Gotha del 2006 – che il vecchio padrino corleonese abbia, in qualche maniera, dato un bene placito al ritorno dei boss “perdenti” della guerra di mafia degli anni ’80.


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