PALERMO – C’è un progetto per realizzare un santuario, centro congressi e museo della legalità in nome del beato Rosario Angelo Livatino su un fondo confiscato alla mafia a Canicattì. Lo hanno illustrato al sindaco Ettore Di Ventura l’Associazione amici del giudice Rosario Angelo Livatino, la Cooperativa Lavoro e non solo e il Centro Pio La Torre che con il comune di Canicattì condivide un protocollo per la legalità sottoscritto quattro anni fa. “A coronamento della beatificazione del giudice Rosario Angelo Livatino – si legge nel documento – riteniamo indispensabile realizzare un santuario con annessi centro congressi e museo della legalità in un fondo confiscato alla mafia che ancora il Comune non ha assegnato alla comunità per il riutilizzo sociale previsto dalla legge”. La struttura è previsto sorga in un fondo confiscato al boss Calogero Di Caro in contrada Cuccavecchia. La superficie è di circa 4 ettari in parte coltivati ad uliveto con piante secolari in stato di abbandono. Al centro del fondo insiste un caseggiato nobiliare edificato tra la fine dell’800 e l’inizio del ‘900. La superficie dell’immobile, su due elevazioni, è di circa 250 metri quadri per piano. I promotori ritengono dia avere individuato anche le possibili linee di finanziamento che il comune potrà utilizzare: fondi del Pon Legalità gestito dal Viminale, comeome l’Asse 3 che punta a favorire l’inclusione sociale attraverso il recupero dei patrimoni confiscati e di altri beni del patrimonio pubblico che ha una dotazione finanziaria pari a 55.720.000 euro cofinanziata dal Fers.
La proposta avanzata al Comune di Canicattì
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