"Una gogna, no vergogna..." I social, Orlando e gli incivili - Live Sicilia

“Una gogna. No, vergogna…”|I social, Orlando e gli incivili

Filmare chi non si comporta bene? Molti d'accordo. Con qualche eccezione.

PALERMO- Non ci sono solo clap clap, manine stilizzate che applaudono e like. C’è pure, ma sono di meno, chi critica la scelta del sindaco Orlando di pubblicare sui social foto e video degli ‘incivili’. Le prime immagini sono già online. Il sindaco stesso, sulla sua pagina facebook, ha stilato la sua pacifica dichiarazione di guerra: “C’è a Palermo una minoranza palermitana di incivili e criminali. A volte isolati e a volte organizzati. Certamente sono pochi, agiscono nell’ombra della notte e a volte in pieno giorno. Certamente e soprattutto sono ben visibili i danni che arrecano alla nostra città. Da oggi ho deciso dar loro un po’ di notorietà. E alla maggioranza palermitana che si indigna e vuole aiutare le istituzioni e le forze dell’ordine rivolgo l’invito a denunciare. Chi vuole, può inviare i suoi video e le sue foto a minoranzapalermitana@gmail.com”.

Chi è d’accordo

Ovviamente, per definirlo così, l’arco del consenso è variegato. Non sono tutti d’accordo allo stesso modo ed è necessario separare le diverse sensibilità, perché, ognuna, nel suo specifico, può avere sfumature che la differenziano decisamente dal gruppo. C’è chi su Facebook auspica una sorta di ‘Grande Fratello della munnizza’. C’è chi, invece, ragiona con più pacatezza. Come, per esempio, Valentina Chinnici, consigliera comunale di maggioranza con ‘Avanti insieme’, che spiega: “Non mi pare soltanto un deterrente, almeno, io non lo vedo così. Mi sembra un’azione tesa a fare capire che nessuna amministrazione può farcela senza l’educazione civica dei cittadini. E poi io credo nel valore educativo della vergogna che si può provare e che spinge, la prossima volta, a comportarsi meglio”. “La situazione è tragica – dice Giuseppe Mattina, assessore alle Attività sociali – dare un messaggio è importante. Ho visto immagini di rifiuti ingombranti terribili e vale anche per vandalismi. Non possiamo girarci dall’altra parte”. Agnese Ciulla, già assessora al Sociale e sempre impegnatissima commenta: “E’ come invitare a una forma di riparazione, di restituzione, rispetto all’errore. Un meccanismo pedagogico che, su questa finalità, condivido”.

Chi non è d’accordo

Delle possibili voci dissonanti, qui se ne manifestano due, oltre quella dell’ex assessore alle Culture, Adhem Darawsha che su facebook ha già tuonato: Non condivido per niente la nuova iniziativa del comune di Palermo. Mettere una persona al pubblico ludibrio per un errore commesso è la negazione della cultura dei diritti che Palermo ha abbracciato da anni. È la negazione di ogni forma di garanzia, chi di noi non ha mai sbagliato? Ma soprattutto è l’ammissione che l’amministrazione non sa più cosa fare per risolvere i problemi della città né come migliorare i servizi. I trasgressori vanno puniti con le sanzioni e le condanne non con il linciaggio mediatico”.

“Parliamo di problemi gravi – esordisce Fausto Melluso, anche lui, con Sinistra Comune, consigliere comunale di maggioranza – ma la scelta comunicativa del sindaco è lontana dalla mia sensibilità. Io faccio parte di quella, probabilmente, minoranza che pensa che ci siano altri modi per incentivare un comportamento civile. E mi terrorizza l’idea di una città in cui tutti si spiano e si filmano reciprocamente. Oltretutto, penso che dobbiamo studiare davvero e a fondo il modo in cui la politica deve accostarsi ai social”. Stessa linea per Anna Ponente, direttrice del centro diaconale ‘La Noce’ dell’istituto valdese: “Sì, si possono educare le persone con altre strategie e, al tempo stesso, adoperarsi per evitare che i problemi diventino piaghe”.

Parecchie puntate, verosimilmente, seguiranno. Ecco, intanto, il dibattito cristallizzato sul nuovo impegno palermitano di società che, sia gli antipatizzanti sia i simpatizzanti, potrebbero, appunto e giocosamente, definire: “Il Grande Fratello della Munnizza” (GFdM). Un archetipo, quello di un controllore onnipresente, che ha un sapore azzeccato in molte salse. Perché George Orwell, lo scrittore, lo sapeva fare.


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