"Undici ore al pronto soccorso dell''Ingrassia', il nostro calvario"

“Undici ore al pronto soccorso dell”Ingrassia’, il nostro calvario”

Il racconto di una lunga attesa

“Racconto questo calvario per sottolineare il cattivo funzionamento di un sistema sanitario. Sottoscrivo tutto quello che dico, ovviamente. Desidero che non sia scritto il mio nome solo per non fare preoccupare altri familiari che vivono al Nord e che contatterò nelle prossime ore. Quello che abbiamo vissuto, mia madre e io, non è degno di un paese civile. Medici, infermieri e pazienti sono prigionieri della stessa frustrazione”.

La caduta e l’arrivo in ospedale

Così dice a LiveSicilia.it una lettrice palermitana che resta anonima, per le ragioni che lei stessa spiega. Una cronaca nitida dall’ospedale, un ‘calvario’, come lo definisce, che comincia a intravvedersi il giorno in cui la mamma della persona che ci ha contattato subisce le gravi conseguenze di una caduta.

“Sono le 16.30 – ecco il racconto – mamma cade, si rialza, sviene. Chi l’aiuta chiama l’ambulanza, la raggiungo al pronto soccorso dell’ospedale ‘Ingrassia’. Il triage viene effettuato circa un’ora e mezza dopo, con il personale del 118 che rimane bloccato per accudire mia madre. Lei ha sbattuto la faccia, sanguina e si lamenta. Ancora non lo sappiamo, ma sarà dimessa alle quattro del mattino per sua scelta, perché non ce la farà più a stare su una sedia a rotelle, mancando anche la barella”.

Il racconto di un ‘calvario’

Il racconto prosegue: “Il codice è verde. A mezzanotte e mezza mamma viene visitata più approfonditamente, con i controlli neurologici e cardiologici. Alle due del mattino, ecco la radiografia alla caviglia, che è dolente, e la Tac alla testa. La diagnosi riferisce della caduta, con sincope e frattura scomposta del naso. Al pronto soccorso ci dicono che sarebbe meglio rimanere in osservazione. Mamma ha 75 anni, è stanchissima, mette firma, perché vuole tornare a casa, in attesa di successivi controlli, con il ritorno in ospedale, per il mattino seguente. Sono, appunto, le quattro”.

“Tante ore di attesa e tanta sofferenza, ecco cosa abbiamo vissuto – conclude la lettrice -. A disposizione c’era un solo bagno, per maschi e femmine, con la luce rotta. Chiedo: è normale che accada?”.


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