Uomini, così fragili e vulnerabili - Live Sicilia

Uomini, così fragili e vulnerabili

Storie di uomini che sono disposti a parlare di sé, delle proprie paure, dell'età che avanza, confidando nella discrezione e sensibilità della compagna.

Valentina Cucinella
di
3 min di lettura

“Ho un problema di impotenza”.

“Sono così felice che tu ti sia confidato con me”.

“Non è un problema?”

“Assolutamente. Lo risolveremo insieme. Amo soprattutto le tue debolezze”.

“Sei sicura?”

“Sì, e il fatto che tu me ne abbia parlato significa molto”.

Questa conversazione è accaduta realmente. Lui è un ingegnere di 42 anni che ha confessato il suo problema alla compagna. Si è sentito sollevato, ma soprattutto apprezzato e sostenuto da lei. Risultato? Lei lo ha lasciato per un altro.

Uomo. Nell’immaginario collettivo della donna, lui è un essere dotato di poteri soprannaturali, simile a Superman, che non deve chiedere mai. Per anni, la donna lo ha implorato di aprirsi e mostrare le proprie fragilità. E finalmente lui l’ha accontentata. L’uomo di oggi è disposto a parlare di sé, delle proprie paure, teme il tempo, l’età che avanza, usa lozioni e cosmetici confidando nella discrezione e sensibilità della compagna. Lei lo osserva mentre si muove tra gli scaffali della profumeria alla ricerca del siero antirughe. Poi lo studia con attenzione mentre, davanti allo specchio, si spalma quintali di crema idratante.

“Non ti riconosco più”, sentenzia, alla fine.

“Mi sto prendendo cura di me”, risponde lui.

“Quella è roba mia”.

“Ma non dicevi che devo migliorare il mio aspetto?”

“Per fare il belloccio con le altre?”

Vai a capirle le donne. Non si accontentano mai.

Walter, l’ingegnere di 42 anni, ad esempio, si era reso disponibile ad andare da uno specialista per curare il suo problema sessuale. “La mia compagna mi aveva sempre chiesto di parlare con lei ed essere sincero”, racconta. “Quando finalmente mi sono aperto, lei mi ha chiuso la porta in faccia”.

Bernardo invece ha cinquantacinque anni. Simpatico, un po’ molliccio, sempre con il sorriso sulle labbra. Quando torna a casa, dopo una lunga giornata di lavoro, prende il telecomando, accende la TV e assume le sembianze della poltrona. La moglie non lo sopporta.

“Non mi porti mai da nessuna parte”, dice.

Dopo molti litigi, lui si convince a portarla fuori. Frequentano una scuola di ballo, ma la moglie lo accusa di fare il dongiovanni con le altre. Dice che lo preferiva prima, quando stava in casa. Allora Bernardo posa le scarpette da ballo e torna ad essere il pantofolaio di sempre. La moglie invece torna ad annoiarsi. Dice che lo trova trasandato, che non si sente più attratta da lui. Bernardo corre ai ripari, si iscrive in palestra. Vuole piacere alla moglie. E ci prende pure gusto. Il movimento gli fa bene. La pancetta sparisce. Cambia look. Si taglia i capelli e si fa crescere il pizzetto. La moglie lo scruta in silenzio. Sorride compiaciuta al cambiamento. Poi, lo affronta.

“Tu mi tradisci”.

Oggi Bernardo ha deciso di andare da un avvocato. Vuole la separazione. E pensa che se deve essere considerato dongiovanni senza fare nulla, tanto vale che il dongiovanni lo faccia davvero. È così che, un po’ per ripicca, un po’ per amor proprio, l’uomo inizia a fare il casanova. Il piacere della conquista in fondo è innata. La caccia sempre aperta. Ma la teoria si scontra con la realtà. Quando va bene, l’uomo viene battezzato maniaco. E quando va meno bene viene ridicolizzato davanti alle amiche. In privato, poi, è una vera trattativa.

“Voglio amarti in tutte le posizioni”, dice lui.

“Ma sei pazzo? Ho pulito il pavimento e sono distrutta”, risponde lei.

“Ti amerò sempre allo stesso modo, come piace a te”.

“Non hai fantasia. Sei noioso”.

Dongiovanni o meno, terminata la conquista, per l’uomo avanza inesorabile il processo di lobotomizzazione. Il rito di iniziazione è uguale per tutti e si consuma davanti l’ingresso di un qualsiasi centro commerciale.

“Al massimo due ore, siamo intesi?”, dice lui.

“Certo”, risponde lei. Ma il carrello pieno, l’auto carica, e un accenno di luna nel cielo non lasciano dubbi: ha vinto lei.

“Perché quella faccia?”

“Niente”.

“Ecco, lo vedi? Tu non parli mai con me”.

Il ciclo della vita si ripete. La disputa resta aperta. E una sola e costante verità governa i rapporti. Gli uomini vogliono le donne. Le donne vogliono l’infinito.

 

 

 

 


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