Verdetto ribaltato, assolti Matteo Tutino e Giacomo Sampieri

Verdetto ribaltato, assolti Matteo Tutino e Giacomo Sampieri

Il processo sugli interventi a Villa Sofia

PALERMO – Dopo anni di processi e tante polemiche cadono le accuse per Matteo Tutino e Giacomo Sampieri. La prima sezione della Corte di Appello di Palermo presieduta da Angelo Pellino ribalta il verdetto di primo grado.

“Il fatto non sussiste”

I due imputati sono stati assolti con la formula perché il fatto non sussiste dai principali capi di imputazione che avevano portato alle condanne di primo grado. Confermate anche le assoluzioni di primo grado e alcune prescrizioni per delle ipotesi minori.

Le condanne in primo grado

A Tutino erano stati inflitti sette anni di carcere, quattro anni a Giacomo Sampieri. Erano stati gli unici condannati in primo grado. Il processo riguardava gli interventi di chirurgia plastica eseguiti all’ospedale Villa Sofia di Palermo. Gli imputati erano difesi dagli avvocati Massimo Motisi, Cinzia Calafiore e Vincenzo Lo Re.

Era già stato assolto nel merito Damiano Mazzarese, dirigente del dipartimento di Anestesia e rianimazione (difeso dall’avvocato Sergio Monaco). Le prescrizione erano intervenute per Giuseppe Scaletta, ispettore della Digos, e Mirta Baiamonte, specializzata in procreazione medicalmente assistita.

Gli avvocati Cinzia Calafiore e Massimo Motisi

Le accuse a Tutino e Sampieri

I reati ipotizzati a vario titolo erano truffa, abuso di ufficio, peculato e falso. Solo il peculato e il falso non erano stati assorbiti dalla prescrizione. Tutino è l’ex primario del reparto di Chirurgia maxillo facciale. Sampieri era manager dell’azienda ospedaliera.

Revocate anche le statuizioni civili. Tutino e Sampieri non dovranno pagare i danni all’assessorato regionale alla Sanità (aveva ottenuto 20 mila euro di provvisionale), all’Ordine dei medici (15 mila) e all’azienda ospedaliera Villa Sofia (25 mila). Revocata anche l’interdizione per cinque anni dai pubblici uffici nei confronti degli imputati.

L’avvocato Vincenzo Lo Re

Tutino era il medico personale dell’ex governatore siciliano Rosario Crocetta che lo volle a Palermo. I lori nomi sono stati protagonisti di una lunga stagione di polemiche e scandali, di denunce e contro denunce, ma anche di chiacchiericci. Tutino denunciò di essere stato vittima di intimidazioni. Qualcuno gli aveva reso la vita impossibile.

Per altri la sua nomina rispondeva, solo ed esclusivamente, alla logica spartitoria degli incarichi da parte della politica. Nel 2014 il blitz dei carabinieri del Nas in ospedale sulle presunte irregolarità in sala operatoria.

In primo grado era già caduto il concorso in peculato di Sampieri e Tutino per l’utilizzo improprio delle sale operatorie. Non regge l’accusa che Tutino abbia eseguito interventi estetici spacciandoli per funzionali e cioè necessari a salvaguardare la salute dei pazienti. Il tutto senza avere scelto il regime di attività intramuraria.

L’ipotesi era che l’ex primario avesse dirottato i pazienti in ospedale, scavalcando il centro di prenotazione e le liste di attesa. Si sarebbe fatto pagare per operazioni che non avrebbe potuto eseguire in ospedale, falsificando le cartelle cliniche affinché i pazienti ottenessero dal servizio sanitario nazionale un rimborso che non gli spettava.

Gli avvocati Motisi e Calafiore, subentrati in appello, hanno sempre respinto le accuse: Tutino aveva “salvaguardato la vita delle persone, distinguendo gli interventi funzionali da quelli estetici.

“Lotte intestine nella sanità”

“Siamo felici di avere vinto anche questa ultima durissima battaglia processuale. Il dottor Tutino in questi anni è stato sottoposto a numerosi processi, probabilmente scaturito da ragioni di lotte intestine e di interesse all’interno della sanità siciliana – spiega lì’avvocato Motisi -. Ho sempre sostenuto che le battaglie si combattono con gli argomenti e con le prove all’interno delle aule processuali; e il dottor Tutino è stato sempre assolto pienamente da tutto .


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