PALERMO- “Io c’ero in quei giorni a Lourdes con Biagio Conte. Ricordo che si parlò, subito, di un miracolo, ma la notizia sarebbe stata divulgata successivamente. Lui stesso ci disse di non diffondere nessun particolare, di non rivelare niente, sul momento”.
Giovanna Geraci è una donna sensibile che conosce il dolore e la speranza. Con Mario Bignone, capo della Catturandi di Palermo, artefice dell’arresto di molti latitanti di mafia, condivide una inscalfibile storia d’amore. Anche se Mario, ormai da quasi quattordici anni, ha lasciato il suo cammino terreno, portato via da un tumore. La sua è una testimonianza vivida. E’ la primavera del 2013. Il missionario laico, afflitto da neuropatie che lo hanno costretto in sedia a rotelle, va a Lourdes. Nella spedizione c’è Giovanna, ai suoi primi approcci con la macchina del bene che garantisce l’assistenza ai malati.
Il viaggio fino a Lourdes
“Insieme a Biagio Conte – racconta – c’erano i suoi angeli, alcuni amici della Missione che lo sorreggevano. A un certo punto è successo qualcosa…. Si è sparsa la voce che Fratel Biagio poteva camminare, anche se rimaneva sulla sedia a rotelle. Io gli osservavo i piedi e vedevo che erano tornati in vita, non erano più neri, come all’inizio. Un giorno, qualcuno ebbe il coraggio di chiederlo proprio a Biagio. Che reagì con molta veemenza: ‘Ora, non andate a raccontarlo in giro. Vi prego di mantenere il silenzio’. Poi mi sono resa conto di essere stata presente sul luogo di un miracolo, non so come potrei definirlo altrimenti. Biagio era una persona speciale, come fu speciale quell’invito alla discrezione”. Qualche mese dopo, la guarigione – perché tale era, indiscutibilmente – fu rivelata. La diocesi di Palermo, nella newsletter dell’epoca, tratteggiò la vicenda come una grazia.
La guarigione di Fratel Biagio
Lo stesso Biagio Conte raccontò di aver sentito un confortevole calore durante il bagno nelle piscine di Lourdes. “Per me è stata una grazia inaspettata che ho ricevuto dal buon Dio che ha incaricato la sua Madre Maria. Io ho sempre avuto a cuore la Vergine, ma non mi ero mai recato nel santuario di Lourdes, un viaggio che è stato possibile grazie all’Unitalsi che mi ha invitato insieme ai malati”. Giovanna Geraci, a un anno di distanza dal trapasso del missionario laico, ricorda ogni particolare di quel viaggio. “Rammento pure – spiega – che Fratel Biagio non dormiva sul materasso, ma sulle doghe del letto. Era il suo modo di rifiutare ogni comodità. Il suo sorriso e i suoi immensi occhi azzurri sono sempre con me”.