Villa Sofia, il Cimo: "Pochi medici al pronto soccorso, arrivano i neurologi" - Live Sicilia

Villa Sofia, il Cimo: “Pochi medici al pronto soccorso, arrivano i neurologi”

Nota del sindacato a Razza

PALERMO – Il sindacato Cimo ha dato mandato agli avvocati per chiedere la revoca del provvedimento di mobilità d’urgenza nei confronti di tre dirigenti medici della Neurologia per ricoprire posti al pronto soccorso dell’ospedale Villa Sofia-Cervello. Il sindacato ha mandato una nota anche all’assessore regionale alla Salute Ruggero Razza.

“Negli ultimi due anni si è ripetutamente fatto ricorso alla mobilità d’urgenza di internisti, chirurghi e gastroenterologi – dice il Cimo nella richiesta di revoca – previsto dal contratto nazionale espressamente ‘per far fronte a situazioni contingenti e non prevedibili’, quale non è certamente la carenza di medici in pronto soccorso che si è oramai cronicizzata e a tutto può essere riferita tranne che a eventi imprevedibili. Adesso si è scelto di puntare sui neurologi e quindi da domani i pazienti che si recheranno al pronto soccorso di Villa Sofia con dolore al petto (sintomi riferibili a infarto, embolia polmonare, dissecazione aortica) o quelli con lancinanti dolori addominali (calcolosi renale, appendicite, infarto intestinale, perforazione) troveranno ad arrampicarsi sugli specchi dei medici del tutto impreparati ad affrontare i loro problemi di salute, per quanto validissimi specialisti in neurologia. Il tutto senza nessuna garanzia di continuare a vedersi riconosciuta la validità della copertura assicurativa sottoscritta per rischi professionali inerenti la propria disciplina specialistica e non certo per lavorare in pronto soccorso”.

Chi pagherà per eventuali contenziosi? L’azienda ospedaliera? E allora che se ne assuma ufficialmente la responsabilità. Inaspettatamente il direttore generale e il direttore sanitario lo hanno ribadito assumendosi direttamente la responsabilità di eventuali criticità che dovessero scaturire dall’improprio utilizzo di medici specialisti”, conclude la nota del Cimo.


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