PALERMO – “Voleva prendersi lo Zen nelle sue mani e uccidere Sandro Lo Piccolo”, raccontò il pentito Gaspare Pulizzi. Ed invece fu il “ribelle” Felice Orlando ad essere crivellato di colpi. Il giudice per l’udienza preliminare Gioacchino Scaduto ha condannato a trent’anni ciascuno i capimafia di san Lorenzo, Salvatore e Sandro Lo Piccolo.
Sono ritenuti i mandanti dell’omicidio di Orlando, avvenuto nel 1999. Di professione faceva il macellaio e fu assassinato con sette colpi di revolver davanti alla sua bottega, allo Zen. I pm Annamaria Picozzi e Alessia Sinatra avevano chiesto la condanna all’ergastolo. Sullo “sconto” di pena potrebbe avere pesato la scelta dei boss, già condannati al “fine pena mai” in altri processi per omicidio, di essere giudicati in abbreviato.
Alle dichiarazioni di Pulizzi si sono aggiunte, confermandole, quelle recenti di un altro pentito, Antonino Pipitone, rampollo della famiglia di Carini, che in quegli anni era uno degli astri nascenti della mafia della zona. “Orlando dava fastidio e si era parlato di ucciderlo”, ha raccontato.