“Sta bene”, dicono i medici. Ornella Bova, 31 anni, è stata colpita da un proiettile sparato dal padre, che l’ha rincorsa lungo il corridoio della loro abitazione. Poi l’uomo, Agostino Bova ha ucciso la moglie Margherita Carollo di 51 anni. E infine si è suicidato. È successo nei pressi della stazione di Termini Imerese, nella casa dove i Bova vivono e da dove Ornella è stata trasportata in elisoccorso fino a Palermo. Il risultati della Tac sono negativi, la ragazza non ha subito lesioni cerebrali. Ornella parla con i suoi familiari in una sala del pronto soccorso, poi entrano i medici e uno psicologo: è ancora sotto shock.
“Non sappiamo neanche come dirle cosa è successo a sua madre e a suo padre”, taglia corto un suo collega, studente come lei di Scienze del Turismo, all’università. “Il proiettile ha colpito Ornella alla testa ma solo di striscio”, spiega Marzio, il suo ragazzo, che chiede ai cronisti notizie di Agostino Bovo. Vuole sapere se è ancora vivo. Marzio addosso ha ancora la cravatta, doveva andare insieme a lei ad un matrimonio questa sera.
“E’ una ragazza deliziosa”, dice il padre di Marzio, che non conosceva i suoi genitori e che ha visto Ornella solo un paio di volte. L’omicida, di 56 anni, era un ex-operaio: “Lo avevano licenziato un anno e mezzo fa alla Fiat… questo è Marchionne”, si sfoga una donna, parlando di Agostino Bova. Accanto a lei la sorella di Margherita, la moglie, dice che “probabilmente era in depressione. É stato licenziato, si, ma aveva trovato qualche lavoretto”. Poi chiede di non parlare più. Ha appena la forza di sussurrare: “In questo momento vorrei spaccare tutto”.
CREDO SAREBBE OPPORTUNO CHE IL COMANDANTE GENERALE DELL’ARMA DEI CARABINIERI, GENERALE DI CORPO D’ARMATA, TEO LUZI, COSÌ COME HA FATTO PER IL CASO CUCCHI, PER ESEMPIO, ROMPESSE IL SILENZIO E DICESSE DUE PAROLE, ANCHE DI CIRCOSTANZA, SUL CASO IN ESAME. COSÌ, FORSE, LA FAMIGLIA ED IN PARTICOLARE LA VEDOCA DEL MARESCIALLO, SI SENTIREBBERO MENO SOLI. DALTRONDE IL DEFUNTO ERA UN CARABINIERE E NON UN CARABINIERE QUALSIASI, UNO CHE HA PORTATO LUSTRO ALLA BENEMERITA E QUINDI SAREBBE OPPORTUNO CHE IL GENERALE LUZI, DICESSE, COME PER IL CASO CUCCHI, CHE I RESPONSABILI, QUALORA INDIVIDUATI, PAGNERANNO. L’ARMA LO DEVE ALLA FAMIGLIA LOMBARDO. IMPERATIVO CATEGORICO:- USCIRE DAI RUMOROSI SILENZI CHE CELANO UN’OMERTA’ DI STATO, INTOLLERABILE.
ED IO SO BENISSIMO CHE IL GENERALE LUZI NON È UN OMERTOSO, QUINDI, ATTENDIAMO