Smog a Palermo, nessun vizio| Il processo riparte in appello - Live Sicilia

Smog a Palermo, nessun vizio| Il processo riparte in appello

Respinto il ricorso del pubblico ministero secondo cui, l'assoluzione degli imputati era arrivata "al termine di un confuso e non condivisibile percorso motivazionale". Sotto processo, l'ex sindaco Diego Cammarata e gli ex assessori all'Ambiente Lorenzo Ceraulo e Giovanni Avanti (nella foto).

Lo ha deciso la Cassazione
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Non ci sono vizi di diritto. La Cassazione ha respinto il ricorso del pubblico ministero. Il processo per il presunto inquinamento da smog a Palermo proseguirà il suo normale iter. Dopo l’assoluzione degli imputati in primo grado, si può celebrare l’appello.

La Procura aveva presentato ricorso davanti ai supremi giudici, decidendo di saltare la fase dell’impugnazione in appello, contro la sentenza con cui il tribunale aveva mandato assolti l’ex sindaco Diego Cammarata e gli ex assessori all’Ambiente Lorenzo Ceraulo e Giovanni Avanti, attuale presidente della Provincia, dall’accusa di omissione d’atti d’ufficio.

I tre amministratori erano imputati di non avere adottato provvedimenti idonei a contrastare lo smog che, tra il 2005 e il 2009, aveva perciò superato i limiti previsti dalla legge. Secondo il pubblico ministero, il provvedimento del Tribunale presentava vizi di diritto. Invece di affermare “la punibilità penale dell’inazione amministrativa” per la mancata “tutela della salute umana”, sarebbe arrivato a conclusioni opposte “al termine di un confuso e non condivisibile percorso motivazionale, in cui vengono sovrapposte valutazioni giuridiche e tecniche di tipo diverso ed in cui, peraltro, non vi è neppure una chiara presa di posizione su molte delle risultanze istruttorie”.

Sempre secondo il rappresentante dell’accusa, il Tribunale aveva erroneamente ritenuto che l’oggetto delle imputazioni fosse la sfera discrezionale della pubblica amministrazione. “Secondo il collegio, agli amministratori sarebbe addebitata – aveva sostenuto il pm – non già l’omissione totale di misure, ma di ulteriori interventi oltre quelle già adottati. La contestazione mossa agli imputati non attiene al merito delle misure adottate, ma al fatto che tali provvedimenti non sono stati adeguati”.

Di diverso avviso i difensori degli imputati. Per gli avvocati Claudio Gallina Montana, Giovanni Rizzuti e Giorgio Bisagna, il processo non presentava lacune dal punto di vista del diritto. Così ritiene anche la Suprema Corte. Adesso si attende solo di conoscere la data di inizio del processo d’appello.


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