Il pm Antonio Ingroia, che più degli altri colleghi ha legato il suo nome al procedimento sulla trattativa tra Stato e mafia, lascia la procura di Palermo; e per un anno ricoprirà un incarico dell’Onu in Guatemala. Il via libera, tra le polemiche, gli è stato dato dal plenum del Csm. A far discutere il fatto che Ingroia vada via mentre èin svolgimento il procedimento che vede imputati boss, ex ministri e uomini dello Stato e in relazione al quale è stato aperto un conflitto di attribuzioni dal capo dello Stato. La delibera è passata con 17 voti a favore, 4 contrari e le astensioni del primo presidente e del Pg della Cassazione.E ha spaccato il gruppo del Pdl: Nicolò Zanon ha votato contro; i colleghi Annibale Marini e Filiberto Palumbo(che invece in Commissione si erano astenuti) a favore; e Bartolomeo Romano, che aveva annunciato l’astensione,non era presente al momento del voto. Le critiche più dure al procuratore aggiunto di Palermo sono venute da Zanon, che ha prima ricordato i “dubbi” espressi dal Csm sulla “deontologia” del magistrato per il suo intervento al congresso del Pdci,ipotizzando che sia stata la sua “notorietà”mediatica a portarlo all’incarico presso la Commissione internazionale contro l’impunità in Guatemala. E poi ha attaccato: Ingroia va via “dopo aver dato la stura ad uno dei più clamorosi contrasti giuridico-costituzionali della storia Repubblicana e dopo aver lasciato dietro di sé una richiesta di rinvio a giudizio per un processo che non ha precedenti; preferirei molto di più un pm che invece di partire per il Guatemala restasse qui e affrontasse il dibattimento per vedere quanto reggeranno le sue ipotesi accusatorie a un serio vaglio giurisdizionale”. E ancora al conflitto istituzionale con il capo dello Stato e alla delicatezza del procedimento sulla trattativa ha fatto riferimento il laico della Lega Ettore Adalberto Albertoni per spiegare il suo “no”. Contrari pure i togati Paolo Auriemma di Unicost (chi ha cominciato un processo di “enorme importanza per la collettivita” ha il “dovere di continuare a seguirlo”)e Antonello Racanelli (“non è assolutamente opportuno che lasci procedimenti su fatti molto delicati e gravi”), che pure ha espresso a Ingroia la sua “solidarieta” per gli attacchi alla sua indagine e ha spiegato che si sarebbe comportato come lui sulle intercettazioni di Napolitano. Il processo sulla trattativa “continuerà e non è messo a rischio dal fatto che Ingroia svolgerà un incarico nell’interesse della comunità mondiale” ha replicato Vittorio Boraccetti,bollando come “ingenerose” le critiche a un pm, che pur “con qualche esorbitanza, fa parte di una magistratura coraggiosa”.Un argomento su cui ha insistito anche il relatore Alberto Liguori (Unicost), ricordando il parere favorevole dato non a caso dal procuratore di Palermo Francesco Messineo. E in tanti (anche il laico del Pdl Palumbo) hanno definito “doveroso” il via libera a Ingroia perché si tratta di un “prestigioso” incarico dell’Onu. Il voto è arrivato nel giorno in cui l’Anm ha aperto una polemica con il vertice del Csm per aver autorizzato l’apertura di un fascicolo a carico del Pg di Caltanissetta Roberto Scarpinato, che alla cerimonia di commemorazione di Paolo Borsellino aveva definito “imbarazzante” la presenza tra le autorità di “personaggi dal passato e dal presente equivoco”. Un’iniziativa “preoccupante”, visto che è in gioco “la libera manifestazione del pensiero” e contro la quale si schiera anche Magistratura Indipendente, mentre monta la protesta sulla mailing list delle correnti di sinistra. Ma da Palazzo dei marescialli fanno notare: il Comitato di presidenza si limita a vagliare l’ammissibilità non il merito delle pratiche richieste dai consiglieri.
Ingroia in Guatemala
Arriva il sì del Csm

Antonio Ingroia va in Guatemala. E' arrivato il sì del Csm. Tra le polemiche.
Palermo e con il sindaco che si trova ora è solo capace di perdere una persona di enestimabile valore come Antonio Ingroia. Altre che far ritornare i cervelli? Qui rimangono solo le mosche e zanzare, gente che solo brava a rubare e tradire.
Per fortuna qualcunos si salva, ma non il Sindaco che già ha dato il buon giorno a Palermo nomindo dirigenti i farabutti.
Complimenti i siciliani che amano essere trattati come idioti.
Ora chi muoverà il burattino sensa fili (Ciancimino) contro i politici.
Scusate ma quanto si “ammucca” Ingroia per andare in Guatemala, per conto dell’Onu? Giusto per curiosità!
Mi auguro che ritorni presto in Italia col malloppo di zu Silvio e zu Marcello,sicuramente ben occultato da quelle parti del SudAmerica, e che se ne possa accorgere Zio Pannolone.
Dopodiché’ Ingroia Ministro della Giustizia della Repubblica Italiana.
Al più presto comunque.
Buon lavoro Giudice Ingroia, orgoglio dei Cittadini onesti nelle azioni e nell’anima.
Credo che l’incarico al dott. Ingroia debba essere considerato un fatto positivo solo per il fatto che un magistrato Italiano abbia ottenuto un riconoscimento professionale che fa onore allItalia. Per questa ragione non capisco ironie ,piccole e grandi cattiverie o altro tipo di commenti dettati da considerazioni politiche. Ingroia e’ un magistrato che ha portato avanti inchieste importanti con coraggio e proprio su quella della trattativa ha detto a chiare lettere che il suo compito era e resta quello di perseguire reati mentre la ricostruzione storica dei fatti doveva essere oggetto di esami politici con gli strumenti parlamentari come una seria commissione di inchiesta come si fece con la commissione Anselmi quando scoppio’ la vicenda Gelli P2 che pure ebbe risvolti giudiziari di cui si occupo’ la magistratura. La politica ,invece si agita molto con dichiarazioni ma si guarda bene dal compiere lo sforzo di ricostruire un pezzo di storia della nostra Rpubblica e quindi della nostra democrazia che continua a rimanere una notte buia e una ferita mai guarita. Vi sono smemorati e forse anche bugiardi. Ci sono anche morti che non hanno parlato in vita,ma sembra davvero che vinca la paura che ognuno ha di dovere scoprire cose spiacevoli proprio dentro la politica e le istituzioni e questa paura evidentemente tocca piu’forze politiche e dunque premia l’immobilismo. Dire questo diventa reato di lesa maesta’? Penso proprio che all’incontrario chi frena e si limita al dibattito parolaio sbaglia e lascia aperta una ferita che che rende più’ deboli le nostre istituzioni e la nostra democrazia. Adesso Ingroia va ad occuparsi di altro,con rischio personale cui corrisponde un riconoscimento internazionale di cui il Paese si puo’ fregiare e molti si fregano le mani per ragioni……..comprensibili,ma non durerà, molto questo allegro cinguettio. Altri continueranno il lavoro e un anno passa presto. Arrivederci dottore Ingroia. Sono certo che lei e’ consapevole di quanto accade e soprattutto di quanto dovra’ancora accadere in questo nostro Paese. A presto,dunque per continuare in qualunque sede senza fermare una esigenza di questa Italia: AVERE VERITA’ e GIUSTIZIA sulle deviazioni di questa terra martoriata nel rispetto di quelli che hanno lottato donando lal loro vita per l’Italia
Che p.lle co st’ingroia… -licenza poetica- tutti gli altri son nessuno. ma va a da via il chap