"Agli ex Pip solo 620 euro| e poi saranno licenziati" - Live Sicilia

“Agli ex Pip solo 620 euro| e poi saranno licenziati”

Mimmo Russo, consigliere comunale di Palermo e storico capo popolo degli ex Pip, lancia l'allarme: "Non percepiranno 833 euro, ma solo 620 e col rischio di assegni familiari ridotti. Si riporti la norma in Parlamento".

LA DENUNCIA DI MIMMO RUSSO
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PALERMO – L’approvazione all’Ars, in sede di bilancio, dell’emendamento per i quasi tremila ex Pip, fino ad oggi dipendenti della Social Trinacria, aveva scatenato vere e proprie manifestazioni di giubilo davanti Palazzo dei Normanni. Applausi, festeggiamenti, abbracci ai deputati (anche a quelli che non hanno votato la manovra) da parte dei lavoratori, contenti per lo scampato pericolo e per l’ave strappato, fino a dicembre, un assegno di sostegno al reddito da poco più di 800 euro.

“Ma in realtà ne percepiranno solo 620”, denuncia Mimmo Russo, storico capopopolo degli ex Pip e consigliere comunale di Palermo. “Leggendo il testo dell’emendamento – spiega Russo – si scopre che ci si riferisce a quanto questi lavoratori percepivano fino al 31 dicembre del 2009, ovvero 620 euro oltre agli assegni familiari dove previsti. Inoltre, l’assegno di sostegno al reddito esclude tfr, tredicesima, quattordicesima e festività soppresse. Nei fatti, tra poco assisteremo a un licenziamento di massa”.

E in effetti, leggendo l’emendamento si scopre che i lavoratori saranno garantiti solo fino a dicembre, poi la Regione dovrebbe concordare con il comune di Palermo “misure idonee all’inserimento lavorativo”. Peccato, però, che da piazza Pretoria si siano detti completamente all’oscuro delle intenzioni di Palazzo dei Normanni. “In questo momento – continua Russo – quasi tremila persone non stanno lavorando, sono stati rispediti tutti a casa in attesa di essere licenziati, tant’è che i sindacati saranno convocati domani. Vorremmo capire, però, se qualcuno ha parlato col comune di Palermo e soprattutto chi organizzerà i lavoratori da qua fino a dicembre”.

L’obiettivo della Regione, secondo molti, sarebbe quello di interrompere un rapporto lavorativo che potrebbe causare un’infinità di cause e ricorsi e rimandare tutti a Palazzo delle Aquile pur continuando ad erogare le risorse. “La norma dovrebbe tornare subito in Parlamento, non è neanche indicato il capitolo di spesa – conclude Russo – inoltre, se non fosse intervenuta la Regione, avrebbe provveduto l’Inps a pagare la disoccupazione, quindi mi chiedo perché la Regione stia regalando questi soldi all’Istituto di previdenza. Gli 833 euro promessi dal governatore? Forse sono al lordo, chissà, e guarda caso al netto sarebbero poco più di 600 euro. E sicuramente non superando le 24 ore l’assegno familiare sarebbe ridotto, mentre con l’Inps no”.

 


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