Sgarlata lascia: "Non c'è più fiducia" |Aperti i giochi per la successione - Live Sicilia

Sgarlata lascia: “Non c’è più fiducia” |Aperti i giochi per la successione

Una nota di poche righe per comunicare la decisione di rimettere il mandato evocando "la difficoltà, per ogni assessore che si riconosce nella proposta politica del Pd, di poter svolgere con serenità il suo lavoro". E già circola l'identikit del nuovo assessore

PALERMO – Dopo giorni di altissima tensione, Mariarita Sgarlata chiude il “caso” e rimette il mandato di assessore. “Recenti dichiarazioni di stampa da parte del Presidente Crocetta evidenziano che il rapporto di reciproca fiducia con il quale ho iniziato questa entusiasmante avventura si è incrinato”, ha scritto in una nota dell’assessore regionale al Territorio e ambiente, al centro dell’ultimo caso che ha agitato le acque nel governo regionale, quello legato alla piscina della sua villa di Siracusa.

“La mia persona, la mia storia e le tante iniziative che ho portato avanti e concluso in questi mesi – dice la Sgarlata – parlano da sole. La crescente confusione del quadro politico, in particolare del rapporto tra il Governo regionale e il Partito democratico, comporta la difficoltà, per ogni assessore che si riconosce nella proposta politica del Pd, di poter svolgere con serenità il suo lavoro, essendo imbrigliato in meccanismi e strategie che non consentono alcuna continuità nell’azione politica e istituzionale”.

Un riferimento chiaro all’altissima tensione tra governo e partito, che è arrivata al suo climax stamattina con l’intervista di Fausto Raciti, segretario regionale del Pd, che a Livesicilia ha detto che il partito toglieva il sostegno al governo regionale.

“Proprio perché consapevole di voler continuare il mio impegno all’interno del Partito democratico – aggiunge Sgarlata – ma, al tempo stesso, di voler porre un freno ad un clima di veleni che rischia di danneggiare il futuro del partito, credo sia giusto che io rimetta il mio mandato da assessore”.

Crocetta, dopo avere inviato alla procura il dossier degli ispettori dei Beni culturali sulla piscina, aveva manifestato insofferenza nei confronti dell’assessore (difesa dalla collega Lucia Borsellino, che aveva preso le distanze dal metodo dei “processi di piazza”, “anche se a usarlo è il presidente Crocetta”), e già ieri era apparso chiaro che la permanenza in giunta della Sgarlata fosse ormai un’ipotesi non più sul tavolo.La Sgarlata era dapprima entrata in giunta in quota Megafono al posto di Antonino Zichichi ai Beni culturali. Poi, nel rimpasto che aveva portato al Crocetta bis, era stata “adottata” dalla corrente renziana, passando al Territorio e Ambiente. Si chiude così una polemica al veleno tutta in salsa siracusana, che secondo alcune voci critiche avrebbe celato uno scontro che ruotava attorno alla sovrintendenza ai Beni culturali aretusea.

D’altro canto, non è un mistero che il nome della Sgarlata fosse da mesi in cima alla lista dei papabili in uscita per far spazio in un nuovo rimpasto. Crocetta ne avrebbe già fatto a meno, a quanto pare, quando diede vita al suo secondo governo. In quella circostanza il governatore avrebbe preferito tenere con sé Mariella Lo Bello, ma i renziani premettero per mantenere la siracusana Sgarlata per controbilanciare la presenza in giunta di Paolo Ezechia Reale, scelto da Lino Leanza, che era stato avversario alle ultime amministrative del sindaco renziano Giancarlo Garozzo.

Alla fine, dopo polemiche e veleni, insomma, capitolo chiuso e un posto in giunta liberato. Secondo rumours che circolano in queste ore nella maggioranza, il successore della Sgarlata potrebbe arrivare proprio dalla stessa area Renzi e dalla stessa provincia di Siracusa, per non rompere gli attuali equilibri in vista di ulteriori sviluppi.

L’identikit potrebbe essere quello di un tecnico, donna, vicina politicamente all’area del premier. Sempre che Crocetta non tenga, invece, nel congelatore la poltrona, per offrirla all’area Cuperlo, magari alla sua anima più “dialogante”. In quel caso, la strada porterebbe dritta verso Catania e Angelo Villari.


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