Mobbing, calunnia e falso | Nuove accuse sul caso Tutino - Live Sicilia

Mobbing, calunnia e falso | Nuove accuse sul caso Tutino

Matteo Tutino

Si complica la vicenda giudiziaria per il chirurgo plastico (nella foto) e per gli altri indagati dell'inchiesta sulla gestione dell'ospedale Villa Sofia di Palermo.

Palermo - l'inchiesta
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3 min di lettura

PALERMO – Dal mobbing alla calunnia nei confronti di colleghi e carabinieri, dal favoreggiamento ad alcuni falsi. Si complica la vicenda giudiziaria per Matteo Tutino e per gli altri indagati dell’inchiesta sulla gestione dell’ospedale Villa Sofia di Palermo.

Il laboratorio fantasma
Nel giugno scorso i carabinieri tornarono a Villa Sofia. Il nuovo giallo ruotava attorno all’apertura, data per certa ma poi stoppata, di un nuovo ambulatorio di Chirurgia maxillo-facciale. Era stato il sindacato Cimo a scrivere al direttore generale e alla Procura della Repubblica. Per il nuovo ambulatorio, che doveva essere ospitato nel padiglione Luigi Biondo, era prevista la collaborazione con i medici del reparto di Odontostomatologia. Era tutto organizzato, compreso l’orario delle visite. La nota che ne comunicava l’apertura era firmata da Matteo Tutino per la Chirurgia maxillo-facciale e dal “direttore dell’Unità operativa di Odontostomatologia”. Solo che il direttore dell’Unità, Vincenzo Galioto, disse agli investigatori che la firma apposta sul documento non era la sua. Tutino ha ammesso di avere firmato lui, ma per conto di Galioto. I pm Leonardo Agueci e Battinieri non gli credono e lo hanno indagato per falso.

Il mobbing
Fra i medici con cui Tutino è entrato in rotta di collisione c’è il chirurgo Francesco Mazzola. Si sapeva già che il primario è accusato di abuso d’ufficio per avere imposto che il collega venisse messo di turno la notte di capodanno. Ora svengono fuori altri episodi. Intanto Tutino avrebbe mosso delle censure disciplinari “strumentali” sostenendo che si fosse sottratto al suo dovere di assistere un paziente. Mazzola, inoltre, stressato dal clima a lui sfavorevole che si respirava in ospedale aveva preteso che una commissione ne valutasse il suo stato di salute. La commissione stabilì che in effetti era opportuno che lasciasse il reparto. Tutino, a quel punto, avrebbe esercitato pressioni affinché la valutazione venisse cambiata.

Le calunnie
Il 2 luglio 2013 in sala operatoria assieme a Tutino c’era il chirurgo Enrique Ochoa. Nella scheda tecnica risultava presente come osservatore. In realtà, così hanno detto alcuni testimoni, il medico – “amico di Tutino e di fama internazionale” – avrebbe preso parte all’intervento senza alcuna autorizzazione”. Tutino ha sostenuto i essere stato costretto a fare intervenire Ochoa perché sarebbe stato abbandonato in sala operatoria dai colleghi Dario Sajeva e Giuseppe Lo Baido. Da qui l’accusa di calunnia.

Il favoreggiamento
La vicenda Ochoa è costata un’incriminazione per favoreggiamento all’ex manager Giacomo Sampieri e all’ex direttrice sanitaria Maria Concetta Martorana. Secondo l’accusa, sapevano dell’incursione “non autorizzata” del medico in sala operatoria ma non lo avrebbero denunciato, finendo per aiutare Tutino.

Le false accuse al Nas
Tutino deve rispondere anche di calunnia nei confronti dei militari del Nas che nell’aprile 2014 intervennero d’urgenza in sala operatoria. Il chirurgo disse che il loro arrivo finì per bloccare l’operazione. “Falso”, sostiene ora l’accusa: l’operazione non era iniziata perché un anestesista si era rifiutato di intervenire se prima non fosse stato certo che l’intervento in calendario rientrava fra quelli plastici autorizzati e non fra quelli estetici fuorilegge in ospedale. La notizia dell’indagine su Tutino era ormai di dominio pubblico e l’anestesista non voleva restare coinvolto.


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