Assenteismo al Bellini |Contestate false certificazioni - Live Sicilia

Assenteismo al Bellini |Contestate false certificazioni

La prossima udienza è fissata per il 14 giugno. Tutti i particolari.

udienza rinviata
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CATANIA – Ancora rinvii al processo sul presunto assenteismo al teatro Massimo Bellini. Dopo quattro udienze già rinviate per difetto di notifica, anche l’ultima svoltasi pochi giorni fa dinanzi la I sezione penale del tribunale etneo si è risolta con un ennesimo colpo di scena. Ma stavolta la motivazione del rinvio è differente. Nell’ultima udienza il pubblico ministero Alessandro La Rosa, titolare delle indagini, ha ritenuto aggiungere una nuova contestazione per i reati indicati nell’articolo 55 quinquies del D. Lgs. 165/2001, sulle false attestazioni e certificazioni.

Sostanzialmente, laddove venissero accertate le presunte irregolarità nelle condotte tenute dal gruppo di lavoratori accusati di un uso scorretto del badge, saranno previste sanzioni ancor più pesanti. Un fatto che potrebbe significativamente stravolgere gli esiti del processo scaturito da mega inchiesta condotta dal nucleo operativo della Guardia di Finanza di Catania, che vede imputati indagati circa 80 lavoratori del teatro catanese. Insomma, il processo al momento non può ancora dirsi iniziato. L’unica cosa che sembra esser certa è il profilarsi di un iter giudiziario lungo e complesso.

LE INDAGINI E I CAPI D’ACCUSA. Dalla mega inchiesta condotta dalla procura etnea insieme ai militari del nucleo della polizia tributaria della Guardia di Finanza nel 2011 sarebbero emersi presunti comportamenti irregolari perpetrati da una nutrita parte del personale tecnico (falegnami, macchinisti, scenografi) dell’ente lirico nel periodo intercorso fra il 2006 e il 2011. A tutti gli imputati viene contestato il reato di truffa aggravata in danno allo Stato in relazione all’articolo ‘640 sugli illeciti commessi contro gli enti pubblici. Le attività investigative svolte dagli inquirenti, condotte anche tramite l’ausilio di telecamere piazzate nelle sedi del teatro Massimo Bellini e del Teatro San Giorgi di via Antonino San Giuliano, avrebbero portato alla luce presunte e ingiustificate assenze da lavoro dei dipendenti così come false presenze. Secondo le tesi accusatorie, i lavoratori avrebbero praticamente timbrato il cartellino per poi andare via. Un trucchetto che – se accertato – avrebbe procurato una perdita economica non indifferente al teatro.

Ma le contestazioni sarebbero più di una e diverse fra loro, come altrettanto diverse sarebbero le posizioni dei vari indagati rispetto ai reati contestati. Ma andiamo per ordine. Ad un gruppo degli imputati viene attribuito il reato commesso tramite le presunte false attestazioni relative allo straordinario relativo al 2007 al luglio 2009. Dalle indagini sarebbe emerso che alcuni dipendenti avrebbero usufruito di tre ore di straordinario ‘ordinario’ o ‘forfettizzato’ ricevendolo in busta paga anche quando in realtà sarebbero stati assenti. Secondo il pm La Rosa non ci sarebbero corrispondenze fra le prestazioni che i lavoratori avrebbero dovuto effettuare e quelle realmente realizzate. Altra accusa di presunta truffa sarebbe stata compiuta dai lavoratori tramite la falsa attestazione di presenza sul luogo di lavoro in appositi fogli, mentre invece dalle immagini riprese dalle telecamere sarebbe risultata la loro assenza; ad un altro gruppo viene anche contestato l’uso scorretto del badge nelle fasi di entrata e uscita dall’ente lirico, nel periodo inerente al 2011.

LA DIFESA. Secondo la difesa i reati non sussistono. “Se i lavoratori firmavano di esser stati in un determinato posto lì sono stati, e noi lo dimostreremo”. Così commentano gli avvocati Mario Luciano Brancato e Antonino Patti, difensori di 43 dei dipendenti del teatro Massimo Bellini. Secondo i legali, i rispettivi capi settori dell’ente non avrebbero apportato le dovute variazioni nei programmi settimanali. Nella memoria difensiva già inoltrata dai difensori al giudice Rosa Alba Recupido nel corso dell’udienza preliminare, – poi conclusasi col rinvio a giudizio di tutti gli indagati – si legge: ”Tutti gli indagati che hanno deciso di sottoporsi ad interrogatorio hanno unanimemente confermato di aver effettuato le prestazioni per le quali hanno chiesto il pagamento ed hanno prodotto appositi documenti contenenti date e luoghi degli spettacoli realmente effettuati, riscontrando tuttavia il mancato inserimento nel piano settimanale, la cui mancata previsione non può certamente essere ascrivibile ai dipendenti”.

I legali annunciano, inoltre, che porteranno oltre sessanta teste a sostegno delle loro tesi difensive. Riguardo, invece, la presunta falsa attestazione dei fogli presenza i legali, Brancato e Patti, avrebbero precisato che gli imputati in questione erano soliti operare anche nelle sedi distaccate dell’ente lirico, una fra queste era quella situata alla playa di Catania e all’epoca operativa. In merito, invece, alle accuse di un presunto uso scorretto del badge, i legali chiariscono che allora il sistema elettronico di rilevamento della presenza non prevedeva le pause previste dal Ccnl. Pertanto, le presunte assenze dei dipendenti sarebbero relative ai break.

I legali Brancato e Patti, inoltre, annunciano che nel corso del processo tireranno in ballo la gestione dell’ex sovrintendente dell’ente lirico Antonio Fiumefreddo. Una gestione che – secondo i difensori di una parte degli imputati – sarebbe stata caratterizzata da “una programmazione degli spettacoli stabilita con cadenza giornaliera” – affermano. I legali della difesa avrebbero, inoltre, citato sul banco dei testimoni pure l’ex prefetto ed ex commissario del teatro Bellini di Catania, Rosa Maria Cancellieri. Il penalista Antonio Fiumefreddo, dal canto suo, si è costituito parte civile nel processo. Chiarendo tramite una nota diffusa nel 2014, all’epoca dell’esplosione del caso giudiziario, le motivazioni della sua decisione. “L’attività di riscontro prende spunto dalle denunce che sul punto, come su altre circostanze, ebbi a presentare allorquando ero sovrintendente del Teatro e fa giustizia delle inaudite falsità di cui sono stato fatto dolosamente oggetto. Chiederò al Giudice di potermi costituire parte civile nel processo che si celebrerà”. E’ così, infatti, ha fatto.


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