Pace: "Avviato il risanamento" |Plauso della commissione bilancio - Live Sicilia

Pace: “Avviato il risanamento” |Plauso della commissione bilancio

Il commissario dell'ente Giorgio Pace ha incontrato quest'oggi la commissione consiliare Bilancio per illustrare il piano, già avviato, elaborato per salvare il teatro. .

Teatro stabile
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CATANIA – Le soluzioni e le strategie da adottare per tirare fuori il teatro Stabile dal profondo tunnel della crisi economica. Questo il tema al centro dell’assemblea convocata stamani a palazzo dei Chierici nella sede dell’assessorato al Bilancio. Occasione nella quale il commissario dell’ente Giorgio Pace ha incontrato i membri della commissione Bilancio per rendere noto il lavoro svolto finora riguardo al teatro e alla ristrutturazione del debito. Apprezzato il lavoro di Pace: “C’è stata totale sintonia tra quanto espresso in Commissione e i progetti presentati dall’ente – hanno dichiarato all’unanimità i membri della commissione presieduta da Vincenzo Parisi – Vogliamo mostrare piena vicinanza ad un percorso che abbiamo condiviso” E se questo è avvenuto è proprio grazie alle attività svolte dal Commissario” – spiegano.

E il commissario ha subito precisato: “La luna di miele è finita per qualcuno. Dobbiamo dimostrare un segno diverso di serietà”. Pace allude chiaramente alle scelte messe in atto finalizzate a porre un freno ad alcuni vantaggi e benefici che nel passato erano invece stati evidentemente concessi. “La crisi è stata dolorosa – continua – Il punto è come superarla. E non si è trattato di un percorso indolore specie da parte chi ha vissuto, approfittandosi di una determinata situazione”. E precisa: “La nostra scelta è quella di continuare facendo sacrifici, sforzi e assumendoci le responsabilità. Dal 19 settembre siamo partiti coinvolgendo la città. Facendoci un po’ di conti abbiamo messo in piedi un cartellone arrivando a vendere oltre 2000 abbonamenti: cosa che non ci aspettavamo”.

Ma il lavoro non finisce qui. “La seconda scommessa, non ancora vinta ma ancora in corso roguarda le 21 piazze italiane dove intendiamo portare i nostri spettacoli. Ancora il teatro di prosa è organizzato all’antica, ma non abbiamo alternativa. In questi giorni, per esempio, siamo a Milano con un grande successo. Stiamo stringendo la cinghia a fronte di una disponibilità economica che è poca, ma pagando tutti gli attori e fornitori, affrontando tutto con quei pochi soldi che abbiamo nel cassetto”. E sulle mensiliktà: “Siamo in regola. Abbiamo pagato anche gli stipendi arretrati. Solo così riteniamo si possa pretendere il massimo dal personale. Stiamo vivemdo una fase avanzata e delicata del superamento della crisi. Il piano è stato già presentato in tribunale e aspettiamo venga l’accolto dei giudici, quando questo avverrà i creditori avranno ciò che gli spetta. Se tutto ciò non va in porto dovremo, allora, sederci di nuovo”.

Ma la questione più urgente da affrontare è stata, appunto, quella “del debito – dice Pace – che ci logora tutti i giorni”. Il commissario ne ha approfittato per illustrare il piano di rientro varato per risanare l’ente . “Un lavoro serio quello che abbiamo fatto – ha detto mentre consegnava ai membri della Commissione lo studio redatto contenente i conti del teatro – Stiamo lavorando su tre fronti per risolvere la questione: innanzitutto attingendo al fondo di rotazione regionale che assiste gli enti in crisi, poi ricorrendo alla legge sul sovra indebitamento degli enti dichiarati non fallibili e infine il decreto Renzi sulle cartelle esattoriali, tramite però una variante che abbiamo applicato, ovvero modificando il decreto per cui le aziende come le nostre potranno dilazionare il debito nell’arco di quindici anni”. Chiaro il lavoro di Pace: “Nella sintesi che vi abbiamo dato spieghiamo proprio come stiamo pagando questi debiti, come rimoduliamo il bilancio per il futuro – ricordando come questo presentasse inizialmente un debito strutturale di un milione e mezzo – puntando alla possibilità di ottenere un avanzo di 500 mila euro. Questo ci consentirà di pagare le spese e i debiti del teatro che non spariscono, quello lo dovremo estinguere lentamente, ma abbiamo pianificato di spalmarlo in 15 anni”.

E Pace quantifica l’attuale ammontare del debito. “Da 12 milioni di euro, grazie alle varie strategie messe in campo, (dal decreto Renzi) e cosi via, è passato a 7 milioni. Questo ci consentirà di vivere e soprattutto di portare avanti l’attività artistica”. Al momento, inoltre, non c’è più l’affitto del teatro Musco da pagare, o il contratto da 5 mila euro al mese della sede di zia Lisa, dichiarata inagibile da tempo. “La scuola del teatro era ormai spiaggiata, aveva necessità di un colpo di redini. La mia idea è adesso quella di fare rete con le altre scuole, di fare cose nuove”. Sul bilancio: “Al momento l’andamento non è negativo. Ma sarà importante quello del 2017”.

Altro nodo spinoso riguarda la governance del teatro. In tal senso l’obiettivo di Pace è quello di rivedere anche lo statuto al fine di renderlo più funzionale alle esigenze del teatro. Su questo ultimo punto sono state, infatti, diverse le questioni sollevate dai membri della commissione come Ersilia Severino e Niccolò Notarbartolo. Il commissario ha parlato di una bozza del nuovo statuto che se approvato prevederà la figura di un consulente amministrativo da affiancare alla figura del direttore artistico. Un modo quest’ultimo per evitare di non avere a capo del teatro una figura esperta sul piano artistico, ma non adeguata alla gestione degli aspetti amministrativi. “Il mio compito – ha detto Pace – è quello di fare delle cose e lasciare poi il teatro ai soci”.

Questione non meno importanote riguarda invece l’elezione del prossimo Cda. I soci del teatro Stabile al momento sono quattro, (Regione, Provincia, Comune e Ente teatro di Sicilia), i quali dovranno nominare però solo tre membri del Consiglio del teatro. In altre parole, qualcuno potrebbe non esprimere un voto. Una situazione che se non ponderata potrebbe creare squilibri, senza dimenticare poi come provincia e Comune oggi coincidano nella stessa autorità. “Il teatro è della città – ha sottolineato Pace – La responsabilità politica è quella di mettere il teatro nelle condizioni di camminare da solo. E per fare tutto ciò qualcuno deve essere anche pronto a fare due passi indietro” – ha concluso Pace.

 

 


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