Cimiteri a Ciaculli e Santa Maria| Ultimatum del Comune ai privati - Live Sicilia

Cimiteri a Ciaculli e Santa Maria| Ultimatum del Comune ai privati

L'Amministrazione prova a uscire dall'emergenza: allo studio altri 800 loculi ai Cappuccini - FOTO

PALERMO – I cimiteri pubblici di Palermo sono pieni e il Comune, per contrastare quella che da anni è una vera e propria emergenza, dà un ultimatum ai privati sul nuovo impianto di Ciaculli e sull’ampliamento di Santa Maria di Gesù, emana il bando per il secondo forno crematorio, studia un ampliamento da 800 posti ai Cappuccini e attende dall’Asp il via libera per altri 800 ai Rotoli. Nella speranza che, intanto, la crisi non si aggravi.

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Anche morire, nella quinta città d’Italia, può infatti rappresentare un problema, così come in tante altre grandi città italiane. E non solo per chi passa a miglior vita, ma anche per chi rimane e deve trovare una sistemazione ai cari ormai defunti. Nel capoluogo siciliano, infatti, ci sono tre cimiteri pubblici e uno privato: il Comune gestisce Santa Maria dei Rotoli a Vergine Maria, quello dei Cappuccini vicino corso Calatafimi e quello di Santa Maria di Gesù, mentre quello di Santo Spirito, detto di Sant’Orsola, è gestito da una fondazione. Il punto è che, al momento, gli impianti pubblici sono saturi e non ci sono più loculi in vendita, a meno che non si ricorra alle inumazioni (cioè le sepolture a terra), anch’esse ormai quasi al limite, per non parlare del fatto che il Tar sta iniziando ad accogliere i ricorsi dei proprietari delle tombe gentilizie che sono stati costretti dal Comune ad “ospitare” altre salme: si tratta di quasi 1.600 casi.

Una situazione giunta ormai al limite e che gli uffici non riescono più a gestire, con l’amministrazione che sta tentando di trovare delle vie d’uscita per evitare il blocco totale, tra misure nel breve termine e interventi a lunga scadenza. Ieri la Quarta commissione consiliare, presieduta da Gianluca Inzerillo, ha ascoltato gli uffici e l’assessore alle Infrastrutture, Emilio Arcuri, che sui progetti di finanza di Ciaculli e Santa Maria di Gesù ha annunciato due ultimatum: i privati dovranno dare risposte certe entro un mese, nel primo caso abbassando le tariffe, o il rischio è che il Comune azzeri tutto e cerchi altri interlocutori.

“La commissione sta seguendo passo dopo passo la vicenda – dice Inzerillo di Sicilia Futura – Martedì l’Asp riceverà la documentazione per raddoppiare i nuovi loculi ai Rotoli, ma resteremo vigili anche sulle vicende di Ciaculli e Santa Maria di Gesù. Bisogna uscire dall’emergenza”. “Ci troviamo di fronte a un quadro sconfortante – dice Antonino Randazzo del M5s – La burocrazia è lenta e non riesce a tenere il passo dell’emergenza. Su Ciaculli il rischio concreto è che il progetto tramonti definitivamente, sette anni sono troppi per capire se un progetto va bene o meno, siamo vittime di un immobilismo che sta bloccando tutto”. “Stiamo provano a imprimere una svolta a questo iter – dice Arcuri – accelerando un procedimento che finora è stato troppo lento”.

CIACULLI La vera soluzione all’emergenza è infatti un nuovo campo santo per il quale, però, il Comune non ha soldi a sufficienza. Così nel 2012 un raggruppamento di imprese (Rti Caec, cooperativa Celi e Di Giovanna srl) ha presentato un progetto di finanza per un’area a Ciaculli, quasi al confine con Villabate e accanto allo svincolo autostradale. I costi si aggirerebbero attorno ai 42 milioni di euro per una concessione ventennale su un’area di 68.300 metri quadrati che vedrebbe sorgere 11.872 loculi, 672 cappelle private (per un totale di 19.936 loculi), 674 ossari, 9.300 metri quadrati di campi di inumazione ma anche 1.740 di cimitero acattolico. E ancora 68 posti auto, una chiesa di 350 metri quadrati, un inceneritore per i rifiuti, negozi per i fiori e un’area verde di 29 mila metri quadrati (di cui 12.320 di scarpata alberata).

La particolarità è che sarebbe quasi tutto interrato con i viali a cielo aperto e tetti giardino (con mirto, lentisco, ginestra, lavanda e mandarini) per integrarsi col paesaggio. Il progetto prevede due fasi: una prima parte dell’impianto verrebbe realizzata in tre anni, la secondo fase in altri 24 mesi. Previsti l’uso delle rinnovabili per alimentare col fotovoltaico l’illuminazione del parcheggio, il riuso delle acque piovane per l’irrigazione, pavimenti realizzati con materiali naturali e lampade votive a led per controllare l’inquinamento luminoso. E tutti gli edifici sarebbero non più alti di un piano, così da rendere non necessari ascensori o scale.

Ma il progetto ha da subito incontrato numerose difficoltà, con un iter che va avanti da quasi sette anni. Arrivata a Sala delle Lapidi nel 2015, la pratica è stata restituita agli uffici e in questi anni ha fatto la spola tra l’area tecnica e quella finanziaria. A settembre 2018 c’è stato l’ultimo incontro, in cui però il Comune ha sollevato un’obiezione non da poco: i costi dei normali loculi sarebbero infatti sensibilmente superiori (fino a tre volte tanto) a quelli applicati dall’amministrazione, che ha così chiesto agli imprenditori di rivedere il progetto. Le soluzioni potrebbero essere diverse: eliminare le opere meno necessarie, abbassare i costi o aumentare quelli delle cappelle gentilizie. L’importante, per il Comune, è che le tariffe per i normali loculi si avvicinino a quelle degli impianti pubblici.

I proponenti dovranno modificare e presentare il progetto modificato entro febbraio, altrimenti il Comune azzererà tutto e partirà da capo. Una prospettiva non certo ottimale, visto che l’amministrazione non ha in cassa i soldi per il nuovo cimitero e dovrebbe comunque chiedere l’intervento dei privati. “Le tariffe del nuovo impianto non possono essere troppo diverse da quelle applicate dal Comune – dice Carlo di Pisa del Pd – In commissione saremo attenti perché non ci sia un divario eccessivo”.

SANTA MARIA DI GESÙ L’altro progetto di finanza, anch’esso rispedito agli uffici nel 2015 dal consiglio comunale, ha avuto un iter altrettanto difficile. Il sospetto era che l’area fosse a rischio idrogeologico, ma alcune valutazioni più accurate hanno escluso la classificazione R4 e quindi la zona non avrebbe particolari problemi. Il Comune ha però chiesto alla cooperativa sociale Aurora assistance di rivedere il progetto e attende risposte entro i primi di marzo: anche in questi caso, se non arriveranno, si ripartirà da capo. Il progetto prevede l’ampliamento dell’attuale cimitero (il più vecchio di Palermo) di altri 22.700 metri quadrati. Il campo santo esistente risale al 1600, con tanto di zona monumentale. L’area è attualmente destinata a verde e parcheggi e quindi sarebbe necessaria una variante. Il progetto prevede anche campi di inumazione, quindi sepoltura a terra (al momento presente solo ai Rotoli), e un’area acattolica per un investimento di quasi 16 milioni di euro. Sono previsti 4.608 loculi per 30 anni, 12.276 cellette per 99 anni, 1.463 fosse per inumazione per 30 anni, 18 cappelle gentilizie (da 16 posti l’una) per 90 anni, loculi tipo Maddalena per 30 anni (in tutto 1.035) e 201 ipogee per 99 anni. In totale i loculi sarebbero 9.452. La vendita frutterebbe 42,6 milioni. Previsto anche un tempio crematorio, 109 posti auto e 9 fiorai.

ROTOLI La soluzione più immediata alla crisi, al momento, è quella di un progetto studiato nel 2011 ma mai realizzato che consentirebbe di ricavare altri 400 loculi che verrebbero creati al posto delle sepolture dette “perenni” e risalenti alla fine dell’800. Si tratta delle tombe a terra e che al tempo si acquistavano senza una scadenza, ma che dopo un secolo non vengono più usate o reclamate e che quindi potrebbero fare spazio a nuove sepolture. Il Comune però vorrebbe addirittura raddoppiare il progetto, arrivando a 800 loculi (due per ogni perenne), ma per farlo serve il benestare dell’Asp, che lunedì scorso ha effettuato un sopralluogo e sembra ben orientata, e il via libera di una conferenza di servizi. Il costo sarebbe di 450 mila euro circa, soldi che si potrebbero attingere dai fondi di riserva ma dei quali si rientrerebbe subito grazie alla vendita.

L’operazione consentirebbe di avere alcuni mesi di respiro, nelle more di costruire anche il secondo forno crematorio grazie a un mutuo della Cassa depositi e prestiti. Il Comune è pronto a pubblicare il bando da 2,7 milioni (un appalto di servizi di progettazione) che dovrebbe consentire in un paio d’anni di mandare in pensione il vecchio forno, ormai al limite e soggetto a guasti ormai ciclici, e di rispondere alle esigenze di un numero di famiglie sempre più elevato (oltre 120 solo questo mese). Al momento il forno effettua in media sei cremazioni al giorno, ma la lista d’attesa conta altre 40 salme.

CAPPUCCINI Altra valvola di sfogo potrebbe essere quella di altri 800 loculi al cimitero dei Cappuccini, grazie a un aggiornamento del piano cimiteriale del Comune. L’assessore alle Infrastrutture, Emilio Arcuri, ha promesso di accelerare i tempi, anche se sull’impianto dei Cappuccini bisognerà fare i conti anche con i vincoli della Soprintendenza. I costi sarebbero a carico dell’amministrazione ma, grazie alla vendita, si coprirebbero in tempi brevi.

LA SITUAZIONE ATTUALE Il Comune prova a correre ai ripari, anche perché la situazione è ormai al limite. Ai Rotoli non ci sono più loculi in vendita e in deposito ci sono più di 200 salme, alcune risalenti allo scorso ottobre, che attendono di essere collocate. A questo si aggiunge anche la spada di Damocle del Tar a cui si sono rivolti i proprietari delle cappelle gentilizie che erano stati obbligati, dal Comune, a dare “ospitalità” ad altri defunti: se i giudici per anni hanno consentito questa pratica, dal 2017 hanno invece dato torto a Palazzo delle Aquile accusato di non aver ancora risolto l’emergenza. Il risultato è che questa settimana 51 bare sono state tolte dalle cappelle gentilizie e adesso vanno interrate: alcune sono ancora in buone condizioni, altre invece sono in avanzato stato di decomposizione e quindi vanno subito collocate sotto terra o cremate, col consenso dei familiari. Ma le salme da spostare, in totale, sono circa 1.600 che si aggiungono alle 20 che in media, tutti i giorni, arrivano all’impianto di Vergine Maria.

Nel 2018 i Rotoli hanno eseguito 3.100 tumulazioni, 1.400 inumazioni e 1.173 cremazioni, ma il cimitero non riesce più a reggere questi numeri e il rischio è che tra qualche mese si arrivi al blocco totale. Le bare sono talmente tante che non tutte riescono a entrare nei depositi: alcune vengono sistemate in altri locali al chiuso, altre saranno posizionate in alcune stanze degli uffici liberate appositamente. Nella speranza che, nel frattempo, si trovi una soluzione.

 


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