Addio al professore Corrado Burderi, l'amore degli ex alunni - Live Sicilia

Addio al professore Burderi|L’amore degli ex alunni

Il ricordo di un docente indimenticabile per gli ex ragazzi del 'Meli'.

PALERMO- Forse già questo è il Paradiso, Caro Professore. Persone che hai incontrato quando tu eri un uomo e loro erano ragazzi. E adesso che loro sono uomini, mentre ci piace pensare che tu sia una nuvola in viaggio, non smettono di piangere per te. Ed è una dolcissima pioggia. Si era sparsa da poco la notizia che Corrado Burderi, professore di Italiano e Latino, impareggiabile gentiluomo, ci aveva lasciati e già sui social fiorivano ricordi amorevoli. Non potevano più trattenere, ma ringraziavano. Ricordi di momenti felici, di lezioni, anche di interrogazioni con il cuore in gola. Eppure, perfino la paura di allora rintoccava con meraviglia nell’anima, perché meravigliosi erano il paesaggio e le anime che lo popolavano. Pure i colleghi di un tempo sono accorsi per rendere omaggio. Un altro indimenticabile professore, Mario Franchina, ha scritto: “Non alzava mai la voce, sicché eri tu che dovevi sollevarti verso la sobrietà dei suoi sussurrati silenzi verbali”.

Ecco, era forse la caratteristica del ‘Professore Corrado’ che tanti di noi hanno incontrato al liceo classico ‘Meli’. Qualcuno ha avuto la fortuna di conoscerlo come docente, altri, invece, si sono dovuti accontentare di contatti più estemporanei. Nessuno dimentica la signorilità, la discrezione e il garbo ‘che non alzava mai la voce’, uniti a una cultura profonda e a una pienezza umana che, già allora, non erano moneta corrente. Era il ‘Meli’ degli anni Ottanta-Novanta, che usciva con le ossa rotte dall’incidente in cui morirono gli studenti Biagio Siciliano e Giuditta Milella. Ma la scuola riuscì a rialzarsi. Aveva al suo fianco ragazzi e professori capaci di passione. Corrado Burderi era uno di loro.

E si manifestava, riconoscibilissimo, fin dal modo di camminare, di porsi. Presente ma con il cuore e la mente in transito verso altri mondi. Lì dove i poeti e i professori si incontrano per chiacchierare. “Giacomino, ma come ti è venuta l’idea dell’Infinito?”. E chi era figlio di un papà o di una mamma così – come i bellissimi ragazzi che adesso piangono la dipartita – quasi sorvolava, in casa, ricami fioriti di versi, profili di Dante come nelle canzoni di Vendetti, libri con parole segrete, rosa rosae…

Caro Professore, ora che sei in viaggio verso il Paradiso dei professori, sappi che non sarai dimenticato. Ognuno ha preso strade diverse, con meno capelli, (qualcuno) con più pancia, con piccole e grandi catastrofi da affrontare e molte gioie da proteggere. Ognuno ha avuto la sua pioggia e il suo sole, che continuano. Ma quel cammino di libri di testo divisi per argomento ed emozioni infinite è stato il sogno inimitabile della nostra vita. Ti siamo grati per averlo sognato con noi.


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