Bellolampo, tangenti e pressioni: no al commissariamento di due imprese - Live Sicilia

Bellolampo, tangenti e pressioni: no al commissariamento di due imprese

Lo ha deciso il giudice per le indagini preliminari

Non si sarebbe trattato di una corruzione per compiere un atto contrario ai doveri di ufficio, ma per l’esercizio della funzione. A commettere il reato sarebbe stato Vincenzo Bonanno, coordinatore tecnico della discarica di Bellolampo.

Il diverso inquadramento giuridico della contestazione è alla base della decisione del giudice per le indagini preliminari Guglielmo Nicastro di respingere la richiesta della procura di Palermo che voleva il commissariamento giudiziale delle società Rem ed Eco ambiente Italia per gli illeciti amministrativi contestati rispettivamente agli altri due indagati Daniela Pisasale e Gaetano Caruso. Le due imprese sono assistite dall’avvocato Marco Lo Giudice.

Secondo i pubblici ministeri, ci sarebbe stato un patto corruttivo fra i tre. Bonanno avrebbe messo a disposizione “i propri poteri per monitorare e caldeggiare le procedure che interessavano le imprese”. In cambio avrebbe intascato una tangente di cinquemila euro.

Secondo il gip, “la dazione della somma di euro 5.000 (intascata nei presi della discarica di Bellolampo ndr) è stata versata al Bonanno perché è messo a ‘libro paga’ delle dette società e che quindi la vicenda e allo stato inquadrabile il diritto di cui all’articolo 318”.

Si tratta di una corruzione meno grave rispetto alla corruzione per il compimento di un atto contrario ai doveri di ufficio.


Partecipa al dibattito: commenta questo articolo

Segui LiveSicilia sui social


Ricevi le nostre ultime notizie da Google News: clicca su SEGUICI, poi nella nuova schermata clicca sul pulsante con la stella!
SEGUICI