Il pasticcio dei vaccini e dell'assessore che non c'è

Il pasticcio dei vaccini e dell’assessore che non c’è

Un giorno difficile sul fronte dei vaccini e il problema centrale. Manca un assessore.
SICILIA E VACCINI
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La lontananza da ogni forma di trionfalismo o di catastrofismo ci permette di scriverlo con ancora più nettezza: non è possibile. Non è possibile, cioè, che un siciliano si rechi al centro vaccinale di riferimento per i richiami e che gli venga detto: scusi, deve ripassare perché non abbiamo più dosi di AstraZeneca. Tutto, ma non questo. Ci sono le file che, per una magica sproporzione appaiono in alcune ore e in altre no, costringendo i vaccinandi di ogni età e condizione a un’attesa talvolta molto pesante? Ci sono i problemi, accanto alle cose che indubbiamente funzionano? Ci sono i disagi? Tutto quello che abbiamo raccontato può essere ascritto a svariati fattori, agli innumerevoli effetti sorpresa di una pandemia e alla beata e sacrosanta ossessione di somministrare quante più punturine in circolazione: i richiami, invece, no, va sottolineato. E questo non vuol dire buttare a mare il grande lavoro che si porta avanti ogni giorno, però è necessario discutere insieme degli smagli di una rete, affinché non accada più. Una pandemia, con il resto, rappresenta una prova di maturità per il popolo che l’affronta. Dunque, lo ripetiamo: non è possibile.

Perché un richiamo vaccinale è un dato certo, non variabile. Viene stabilito che devi farlo a quel giorno e a quell’ora. Ed è vero che la copertura permette di allungare per un po’ e senza danni la tempistica, ma farsi trovare impreparati sulle seconde dosi è una circostanza che chiama in causa sia la politica che l’organizzazione. Possono, malauguratamente, terminare le prime inoculazioni, in mancanza di rifornimenti, anche se non dovrebbe più succedere. Per i richiami è sufficiente calcolare senza approssimazioni.

E c’è un altro aspetto che inquieta. Verosimilmente, il pasticcio di AstraZeneca, che abbiamo raccontato per primi, con la sua soluzione, nasce dall’ansia di non risultare più ultimi nella classifica vaccinale. Ecco perché in Sicilia si sono aperte nuove categorie per offrire l’immagine di una regione che stava scalando la graduatoria e si avvicinava alla Coppa delle Coppe. Questo – anche questo – ha provocato la consumazione delle scorte. Una preoccupazione di eco mediatica.

Le vaccinazioni con AstraZeneca riprenderanno, ma seguiremo la vicenda passo dopo passo e ne daremo conto. Intanto – secondo le lamentele che raccogliamo – ci sono state persone che hanno aspettato e che sono state rimandate a casa. Alcuni hanno ricevuto un messaggio, altri no, esattamente come era accaduto con Pfizer. Il vaccinando è una persona fragile, con le sue insicurezze, uno che arriva all’appuntamento bombardato da cento voci, spesso contraddittorie. Non si pretende che venga accolto a pasticcini e musica da camera. Ma è necessario – e si pretende – che in ogni momento del suo cammino venga rispettato un inalienabile diritto di cittadinanza.

La Sicilia ha, poi, un problema: manca un assessore alla Sanità. Un ruolo tanto delicato non deve essere retto ad interim, ma affidato a una personalità che governi e che risponda ai cittadini. E se qualcosa va male, bisogna poter interrogare un assessore, non perdersi nei meandri di una governance in cui tutti agiscono e nessuno è politicamente responsabile.

Si fa un gran parlare del ritorno di Ruggero Razza, con una cadenza che avevamo descritto precisamente. Oltre le fazioni, ci pare di potere ravvisare una domanda legittima che riproponiamo. L’assessore se n’è andato, com’è noto, per via di un’inchiesta sui cosiddetti numeri del Covid ‘spalmati’, considerando le dimissioni un gesto apprezzabile di dignità a prescindere dagli scenari del discorso giudiziario. E’ cambiato qualcosa da allora? Ecco il punto. Se è cambiato qualcosa, sarebbe opportuno dire che cosa e dirlo in un modo che non lasci spazio a ombre. Se non è cambiato niente, la logica conduce all’inevitabile: o erano sbagliate le dimissioni, o sarebbe sbagliato un probabile reinsediamento. Una terza ipotesi non è ammessa.


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