Covid, altro bimbo ricoverato: "Il vaccino è essenziale"

Covid, un altro bimbo ricoverato: “Il vaccino è essenziale”

Anche i più piccoli possono subire le conseguenze letali della malattia.

Sono storie che vanno raccontate con il massimo riserbo e la più attenta delicatezza, perché ci sono di mezzo bambini sofferenti e persone travolte dal dolore e dall’angoscia. Perché la morte dei più piccoli è un estremo terreno di confine della nostra vita. Abbiamo dovuto riportare la notizia della fine di Ariele, la piccola di dieci anni, positiva alla variante Delta del Covid, spirata all’Ospedale dei Bambini. C’è un altro bimbo di quasi due mesi ricoverato con la variante inglese all’ospedale ‘Cervello’. Le sue condizioni sono stabili. Si sta indagando per cercare di capire in che misura il Coronavirus abbia provocato la situazione che ha portato all’ospedalizzazione del neonato. E c’è un altro neonato, positivo al Covid, di circa dieci giorni, arrivato da poco in terapia intensiva neonatale, al ‘Cervello’, per precauzione: le sue condizioni non sono gravi. Sono in corso accertamenti, nonché il sequenziamento del tampone per comprendere che ‘tipo’ di virus sia.

La bambina ‘uccisa’ dal Covid

Purtroppo, la piccola Ariele non ce l’ha fatta. Nelle tante parole di commozione di queste ore assumono un rilievo importante quelle del dottore Salvatore Requirez, direttore sanitario del Civico di cui anche il ‘Di Cristina fa parte: “L’infezione da Sars Co2 nella variante Delta ha definitivamente destabilizzato il precario equilibrio organico di una paziente che da anni soffriva di una patologia rara e congenita”.

Il dolore dei genitori

La mamma della bambina ha detto altre parole da scolpire nel cuore e nella mente: “Dovete vaccinarvi per salvare i bambini e le persone fragili come lei che non possono farlo. Chi non si vaccina per ideologia, abbia almeno la decenza di chiudersi a casa e non mettere a rischio gli altri. Aspettare mi è costato caro”. Un appello che racconta l’infinita pena di una famiglia.

I bambini morti di Covid

“Sono stati 24 i decessi da Covid in età pediatrica in Italia e sarebbero stati zero con i vaccini”, ha detto, per dare quantità alla grandezza di uno strazio che non è misurabile, Guido Rasi, ex direttore esecutivo dell’Agenzia europea del farmaco Ema e consulente del commissario straordinario all’emergenza coronavirus, Francesco Figliuolo, ospite di ‘TimeLine’ su SkyTg24, qualche giorno fa. Una contabilità da aggiornare con la tragedia di Ariele.

L’appello dei pediatri

“Abbiamo una sola certezza, e come Società italiana di pediatria vogliamo ripeterlo all’infinito: l’unica arma contro questa pandemia è la vaccinazione. Lo testimonia purtroppo anche il caso della bambina morta di Covid a Palermo. Dobbiamo insistere sull’importanza delle vaccinazioni, dobbiamo rendere partecipi i genitori del rischio di continuare ad avere i propri figli come serbatoio di circolazione del virus”. Così Annamaria Staiano, presidente della Società italiana di pediatria (Sip), all’Adnkronos. “Il Covid può uccidere tutti, anche i bambini – dice Toti Amato, presidente dell’Ordine dei medici di Palermo -. Dobbiamo stare molto attenti: nessuno è immune. Il nostro compito è seguire la scienza”. E la dottoressa Desirè Farinella, dell’Ospedale dei Bambini: “Il mio invito ai genitori è condiviso da tutti i colleghi: vaccinate i figli dai dodici anni in su e vaccinatevi voi, soprattutto se i bambini hanno meno di dodici anni. Così li proteggerete”.

“Il Covid non risparmia”

In conclusione, bisogna ascoltare ancora le parole del dottore Requirez nel commiato di una bambina sfortunata: “Molti di loro (si parla degli operatori sanitari, ndr), chiudendo per sempre la sua cartella clinica, il suo diario ambulatoriale, leggeranno quel nome con commozione. Non sarà facile dimenticarlo. Anche quando quelle carte passeranno in archivio. Perché è il simbolo agghiacciante dell’atrocità di una malattia che non ha pietà di colpire le persone più deboli e indifese”. A cui aggiungere quelle della dottoressa Ilaria Dilena degli ospedali riuniti Villa Sofia-Cervello: “Non ci sono parole appropriate per dire quanto faccia male un simile distacco. La vaccinazione resta l’unica arma che abbiamo per difendere noi stessi e quelli che ci stanno intorno dal Covid, specialmente se si tratta di persone fragili”. Si torna al dolore di un padre, di una madre, di una famiglia che nessuno ha il diritto di giudicare. 

(foto d’archivio)


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