Covid, la terza dose e la Sicilia: quei casi gravi tra i medici

Covid, la terza dose e la Sicilia: quei casi gravi tra i medici

La storia di un operatore sanitario gravissimo, giovane e vaccinato.

PALERMO- Medico è chi cura, quale che sia la sua specifica mansione. Medico è il medico, medico è l’infermiere, medico è l’operatore socio sanitario, medico è chi pulisce per terra, con abnegazione. Chiunque dia sollievo alla sofferenza, nei luoghi in cui si raccoglie, fa parte della stessa famiglia. E ne condivide i rischi.

L’operatore vaccinato e gravissimo

Abbiamo raccontato la storia di un uomo della Sanità in gravissime condizioni per il Covid. Un giovane vaccinato e ricoverato all’Ismett. Il primario della Terapia intensiva Covid del ‘Cervello’, il dottore Baldo Renda, ha detto una cosa da ricordare, che suona come la sottolineatura davanti a un tempo incerto: “Prima o poi ci dovremo vaccinare con la terza dose. Dando la precedenza a chi è più a rischio, i fragili e a chi, come noi, è un operatore della Sanità. Sperando che sia un vaccino aggiornato contro le varianti, presenti o eventuali”. Si comincia, con più forza, a parlare del richiamo del vaccino che ha un senso importantissimo per tutti, ma ancora di più per i fragili e per chi combatte nella trincea del Coronavirus. Non si può, con certezza, dire perché un vaccinato contragga la forma grave del virus, se per una protezione già labile o per un abbassamento della difesa. Ma quello che accade nel mondo degli operatori sanitari, i primi immunizzati in ordine di tempo, è sotto osservazione.

L’immunità decresce

“L’immunità va decrescendo e tanto più si abbassa tanto è più facile che uno possa prendere l’infezione con la malattia severa – conferma il professore Antonio Cascio, infettivologo -. Io sono abbastanza sereno, generalmente un vaccinato può sentirsi protetto, però ci sono le eccezioni e le persone fragili che devono essere monitorate, pronti a intervenire con la terza dose”.

Nessun allarme

Dalla Regione non arriva nessun segnale di allarme. Non si riportano casi gravi, a parte qualche dramma isolato che finisce alla ribalta della cronaca. Ma trapela che i contagi tra i sanitari, comunque, ci sono, anche se si risolvono in pochi giorni. Sembra rientrato il focolaio alla sala operativa del 118.

Il dolore per un grande medico

Di recente abbiamo riportato la notizia della morte di un grande medico, il dottore Leonardo Ditta, anche lui vaccinato. Una persona perbene che non ha mai smesso, con la sua famiglia, di spiegare a tutti il valore immenso dei vaccini. Una testimonianza resa più nitida dalla sua capacità di non farsi sopraffare dal dolore. La doppia somministrazione è uno scudo. Le terze dosi si renderanno necessarie, ma facciamo in fretta. Non lasciamo solo chi cura.

(foto d’archivio)


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