PALAGONIA – Un assessore del comune di Palagonia è accusato di omicidio. Ha avuto una svolta clamorosa l’indagine della Dda di Catania collegata all’assassinio di Francesco Calcagno, avvenuto in un agrumeto di Contrada Nunziata il 23 agosto 2017. I carabinieri Carabinieri del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Catania, unitamente a quelli della Compagnia di Palagonia, hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal Giudice per le Indagini Preliminari nei confronti di Antonino Ardizzone, esponente della giunta di Palagonia che è ritenuto responsabile di concorso di quel delitto. Il killer, anche grazie alle immagini di un video poi diffuso dagli investigatori, era stata arrestato poco dopo. Luigi Cassaro – già condannato in via definitiva a 30 anni – era arrivato da Licata per uccidere Calcagno.
L’inchiesta ha fatto emergere che il delitto sarebbe maturato nell’ambito mafioso: precisamente per “agevolare l’attività criminosa di un gruppo mafioso che opera tra Canicattì (nell’agrigentino) e Palagonia (nel catanese) che costituisce una cellula della Stidda”, scrivono gli inquirenti. Inoltre l’omicidio di Calcagno avrebbe “connessioni con l’assassinio del consigliere comunale palagonese Marco Leonardo, ‘u vichingo’, avvenuto in un bar il 5 agosto 2016. Nel locale scoppiò una lite proprio tra la Leonardo e Calcagno. Poi ucciso l’anno dopo.
Il collegamento tra i due omicidi è la vendetta. Ardizzone avrebbe fatto da tramite tra il mandante e alcuni boss della Stidda per ingaggiare il killer e quindi vendicare l’assassinio del consigliere comunale. Ma secondo gli investigatori sarebbe stato un modo anche per affermare la “presenza anche sul territorio di Palagonia del gruppo mafioso vicino alla “Stidda”, tradizionalmente operante nell’agrigentino”.
Le indagini, avviate nel dicembre scorso grazie a preziose “acquisizioni info-investigative”, hanno chiuso il cerchio sul nome di Ardizzone, 45 anni, assessore comunale allo Sport e al Turismo di Palagonia dal 2020. Va evidenziato che l’inchiesta è in una fase iniziale e che non c’è stato il contraddittorio tra le parti. Ma l’apparato probatorio portato dalla Dda etnea ha passato il vaglio del gip che ha emesso la misura cautelare a carico dell’indagato.
Gli inquirenti riesaminando i contatti tra i sospettati dell’epoca e le attività tecniche compiute hanno evidenziato che Ardizzone su richiesta del mandante (secondo i carabinieri sarebbe uno dei personaggi vicino al consigliere ammazzato), si sarebbe attivato per la ricerca di un sicario. E avrebbero individuato il licatese Luigi Cassaro.
L’inchiesta non si ferma. La Dda etnea ha già affidato ai carabinieri un altro filone di indagine che ha lo scopo di individuare tutti i protagonisti di questo piano di sangue.