Adesso una pausa. Fino a venerdì prossimo il processo d’Appello per concorso esterno contro il senatore del Pdl, Marcello Dell’Utri, è sospeso per una settimana su richiesta della difesa dopo il “colpo di scena” della procura che rischia di riaprire il processo e anche di cambiare il capo d’imputazione di Dell’Utri, aggravandolo da concorso esterno ad associazione mafiosa.
Il pg Nino Gatto ha chiesto di interrompere il processo e acquisire il verbale consegnato ieri dai pm sull’interrogatorio del 6 ottobre scorso del dichiarante Gaspare Spatuzza. Per l’accusa un documento “rilevante”, soprattutto per i tre incontri con Filippo Graviano in cui questi, nel gennaio 2004, diceva che Cosa nostra aveva “ottenuto tutto” e teneva “il paese nelle mani” grazie “alla serietà di queste persone”: Silvio Berlusconi e Marcello Dell’Utri. Il pg conclude con la richiesta di sentire il Gaspare Spatuzza, i fratello Giuseppe e Filippo Graviano, e anche Cosimo Lo Nigro (ex reggente del mandamento di Brancaccio), presente a uno degli incontri riportati dal dichiarante.
Sbottano dai banchi della difesa. Uno dei legali del senatore, Nino Mormino, attacca a testa bassa la procura accusare di “inquinare il processo” che diventa sempre più “mediatico”. Una contrapposizione dura che è sfociata in un battibecco fra Nino Gatto e l’avvocato, richiamati all’ordine dal presidente della Corte, Claudio Dell’Acqua. Un intervento che si conclude con la richiesta dei termini per esaminare il verbale di Spatuzza prima di esprimersi sulla richiesta dell’accusa. La Corte ha preso atto della situazione e ha rimandato il processo all’udienza di venerdì prossimo. Dopo la pronuncia della difesa, il collegio giudicante dovrà decidere sulla riapertura del processo che potrebbe avere anche un clamoroso sviluppo: il cambio in corsa del capo d’imputazione di Dell’Utri. Da concorso esterno l’accusa potrebbe cambiare in associazione mafiosa. Dal punto di vista delle pene, però, cambierebbe ben poco.
Il senatore, fuori dall’aula, è imbufalito. “E’ un’assurdità così grossa che non merita commenti, veramente allucinante – ha detto a caldo nella selva di microfoni – I Graviano non li conosco, non li ho mai visti, mai sentiti, neanche per telefono. Ho già detto nell’arco del procedimento chi conoscevo e con chi ho parlato. Si dice che siano stati quelli che hanno raccomandato il giocatore D’Agostino – continua Dell’Utri – ma non con me. Ma attraverso il vice presidente della Juventina di Barbera, tale Pippo Barone. Una persona per bene, tral’altro, un commerciante di tessuti di Palermo. Mi ha detto che era bravo, ma questa è una questione calcistica, non politica. Queste cose sono talmente separate dall’aggancio fra mafia e politica che non esistono. A me non frega niente, queste cose sono abnormi e assurde, si commentano da sole. L’eventuale apertura di un processo a carico di Berlusconi – conclude il senatore del Pdl – sarebbe assurdo, come è assurdo questo processo”.