CATANIA – “Un triste epilogo quello della Pubbliservizi fondata circa vent’anni fa, quando ero Presidente della Provincia, per assicurare ad alcune centinaia di lavoratori precari certezza e dignità del lavoro”. Lo dichiara l’ex presidente della Regione Siciliana Raffaele Lombardo.
“Governata allora con rigore ed efficienza – prosegue Lombardo – una lunga serie di scelte dissennate hanno portato al fallimento e alla crisi di oggi. Circolano in queste ore, a poche settimane dalle elezioni comunali, vari elenchi di nomi di lavoratori che sarebbero destinati alla temporanea sospensione in attesa che si provveda a reperire risorse e soprattutto a riorganizzare la società“.
“I candidati alla cassa integrazione – conclude Lombardo – non potranno che essere scelti secondo precisi e obiettivi criteri (carichi familiari, anzianità di servizio, carichi pendenti e quant’altro) condivisi coi sindacati dei lavoratori e dei quali rendere conto pubblicamente”.
L’intervento di Salvo Di Salvo
“Bisogna garantire tutti i lavoratori della Pubbliservizi anche attraverso la rimodulazione delle ore lavorative. È un basilare e irrinunciabile principio di salvaguardia”, lo afferma il consigliere comunale del Mpa Salvo Di Salvo.
“L’elenco dei lavoratori circolato in queste ore mi preoccupa perché temo che i loro profili non siano stati scelti secondo un principio condiviso dal tavolo sociale. Non vorrei – continua Di Salvo – che si stia ipotizzando un assalto alla dirigenza in un momento in cui la Politica, quella con la P maiuscola, è tenuta ad esprimere il meglio per il bene della comunità“.
“Anticipare un elenco di lavoratori che potrebbero essere esclusi nella fase di rilancio della nuova società, in prossimità di una scadenza elettorale, temo che non possa garantire massima trasparenza e criteri di valutazione uguali per tutti. Chiederò, pertanto, al presidente del Consiglio Comunale di invitare il neopresidente dell’azienda speciale Servizi Città metropolitana di Catania affinché nella seduta già convocata per martedì possa dichiarare alla città i principi con cui si è pervenuti all’elenco dei 75 lavoratori“.
“Non vorrei che questa scelta sia frutto di una becera politica di consenso che mi rifiuto di accettare. Qualora riterrò che non sia stata fatta adeguata chiarezza sui principi adottati – conclude Di Salvo – mi rivolgerò alle istituzioni preposte per fare luce sull’accaduto”.