Catania, fu stuprata dal branco: fissata l’udienza in Cassazione

Catania, 19enne stuprata dal branco: fissata l’udienza in Cassazione

Il ricorso affidato alla Settima sezione
L'ITER GIUDIZIARIO
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CATANIA – Il ricorso in Cassazione è stato affidato ai giudici della Settima sezione, quella che definisce i procedimenti già destinati al rigetto. Ma nel frattempo, loro, hanno già scontato la loro pena. Roberto Mirabella, Salvatore Castrogiovanni e Agatino Valentino Spampinato, tre giovani catanesi, a marzo 2019 avrebbero violentato a turno una diciannovenne americana, dopo averla trascinata in macchina in una zona isolata a ridosso di piazza Europa.

I domiciliari

Il ricorso in Cassazione presentato dai legali, però, ha già ottenuto un risultato. I tre, rimasti ai domiciliari per un periodo che copre l’entità delle pene inflitte, non rischiano più di finire in carcere. E questo nonostante non abbiano pagato un solo euro di risarcimento alla vittima. A spiegarlo è il difensore della ragazza, l’avvocato Mirella Viscuso.

Nessun risarcimento

“E’ stata disposta una provvisionale, ma non è stata mai attivata perché i ragazzi non posseggono nulla – afferma la legale -. Chiaramente la signorina, in futuro, potrà attivare qualunque procedura, perché non c’è nessuna decadenza”.
L’avvocato Viscuso ha assistito la ragazza sin dalle prime fasi processuali. Anche alla difesa di parte civile è stata notificata ovviamente la fissazione dell’udienza, oltre che ai legali degli imputati. Ma nell’atto di fissazione si sottolinea che l’udienza, nel palazzo di Piazza Cavour, è prevista “senza intervento dei difensori”.

“Giudice di merito”

Nell’avviso viene evidenziato che i ricorsi presenterebbero “motivi riproduttivi di profili di censura già adeguatamente vagliati e disattesi con corretti argomenti giuridici dal giudice di merito”. Giudice di merito che ovviamente è la Corte d’appello di Catania.

L’appello

I difensori degli imputati – nei vari gradi di giudizio, gli avvocati Giuseppe Rapisarda, Maria Luisa Ferrari, Giovanni Avila, Monica Catalano e Luigi Zinno – in secondo grado avevano rinunciato al motivo di appello sull’assoluzione. La partita si giocava tutta sulla concessione delle attenuanti generiche.
Così la pena è scesa. Il verdetto della Corte d’assise di appello, presieduta dal giudice Antonino Fallone, ha ridotto da sette a 4 anni e 2 mesi le pene inflitte in primo grado a Mirabella e Castrogiovanni; e da sette anni e sei mesi a 4 anni e 4 mesi per Spampinato.

La ricostruzione

La ragazza, che in Italia lavorava come babysitter, sarebbe stata letteralmente trascinata in macchina dai tre, che l’avrebbero stuprata in gruppo riprendendo anche la scena con un telefonino. La giovane vittima, che non parlava la lingua italiana ma la capiva perfettamente, era stata approcciata dai tre in un bar vicino al teatro Bellini, mentre si trovava con un’amica.

L’approccio

Nella zona della movida di Catania, le avevano offerto da bere, per poi convincerla a spostarsi in un altro bar. Ma in strada, secondo l’accusa, avrebbero svoltato verso una zona isolata e avrebbero abusato di lei. A quel punto, dopo una notte da incubo, lei trovò il coraggio di raccontare tutto a sua madre e a sua sorella. La incoraggiarono a chiedere aiuto alla famiglia presso cui lavorava.

La denuncia

Contattarono un ufficiale dell’Arma dei carabinieri, che indicò la strada giusta: presentarsi in caserma a denunciare. Gli investigatori della stazione di Piazza Verga, coordinati dai magistrati della Procura di Catania, hanno identificato i presunti violentatori e li hanno messi sotto indagine. Il processo, poi, si concluse con le condanne. Ora si attende questa ultima udienza romana.


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