CATANIA – Il Gip Maria Ivana Cardillo ha fissato per il 7 giugno il giorno dell’udienza. Da una parte c’è l’avvocato catanese Giuseppe Lipera, che ha sporto querela per diffamazione. Dall’altra parte il suo collega dell’avvocatura dello Stato, Angelo Francesco Nicotra. La Procura di Catania ha chiesto l’archiviazione del procedimento aperto a seguito della denuncia.
Oggetto del contendere una frase dell’Avvocatura dello Stato. In pratica, il legale ha definito le tesi di Lipera “farneticanti elucubrazioni“, “dal valore più politico che giuridico”, chiedendone il rigetto. Parole per cui l’avvocato ha ricevuto la solidarietà della Camera penale catanese.
Il legale di Lipera, l’avvocata Grazia Coco, ha chiesto al gip di “ordinare al Pubblico Ministero di formulare l’imputazione coatta” dell’avvocato dello Stato o, in subordine, “la prosecuzione delle indagini preliminari indicando al Pm le ulteriori indagini da eseguire e il termine per il compimento di esse”. Se ne parlerà in aula.
Il casus belli
Il caso è quello della ventenne catanese Sarah, figlia di tunisini. Nata e cresciuta in Italia, a 7 anni il padre l’ha rapita e portata in Tunisia. L’anno scorso ha trovato la forza di scappare con un gommone e venire in Italia. Da qui però ora la Questura vuole espellerla.
In Tribunale si sono trovati così l’avvocato Lipera, che assiste Sarah, e l’avvocatura dello Stato, con l’avvocato Nicotra. Questo caso per il momento è sospeso. Lo ha deciso il giudice dopo che l’avvocato Lipera ne aveva chiesto la ricusazione. Ma le vicende, entrambe, sembrano oggi più che mai tutt’altro che chiuse.