Almaviva, la carica dei 4mila | "Salvate le nostre famiglie" - Live Sicilia

Almaviva, la carica dei 4mila | “Salvate le nostre famiglie”

Il corteo Almaviva di oggi (foto Lo Porto)

DI GIADA LO PORTO La manifestazione per le strade del capoluogo, fino alla presidenza della Regione. Appelli al governatore Rosario Crocetta e al sindaco, Leoluca Orlando.

PALERMO – Sono scesi in piazza per rivendicare il diritto ad una sede unica in cui continuare a svolgere il loro lavoro e chiedere al governo regionale di “fare la propria parte” nella risoluzione della vertenza in stallo da ben tre anni. I lavoratori di Almaviva Contact, società di elaborazione dati e call center che nella sola Palermo conta 4.500 dipendenti oltre che 500 contratti a progetto, rischiano di perdere il posto. Questa mattina hanno deciso di far sentire la propria voce.

Circa quattromila i lavoratori che, muniti di cuffie e cappi al collo in segno di protesta, hanno sfilato per il centro città. “Senza una sede un futuro non si vede”, è stato il grido d’allarme che ha accompagnato la lunga ‘passeggiata’ dei dipendenti che, dopo aver attraversato corso Vittorio Emanuele, sono giunti a Palazzo d’Orleans, sede della Presidenza della Regione. “Quando chiamate l’assistenza clienti di Wind, Tim, Alitalia, Sky, Enel, Amg Gas – spiega Ilenia Marchese – siamo noi che rispondiamo alle vostre richieste, presentandoci a nome di queste società. Ma in realtà pochi ci conoscono e adesso, dopo 13 anni, migliaia di famiglie potrebbero essere buttate in mezzo a una strada”.

E neppure la decisione presa dal gruppo Almaviva di trasferire la sede legale da Roma a Palermo ha calmato i bollenti spiriti dei lavoratori che hanno bloccato il traffico, scatenando il caos nelle principali arterie cittadine a causa della concomitanza con l’assemblea sindacale dei vigili urbani che non hanno potuto così sorvegliare e la circolazione. Ad accompagnare il corteo slogan squillanti ed esemplificativi. “Crocetta, Crocetta, perché non ci dai retta? – uno dei cori scanditi nel corso della manifestazione -. Orlando, Orlando, perché ci stai palliando? Le nostre famiglie non vi rivoteranno”.

“Alla società – afferma Maurizio Rosso, segretario della Slc Cgil di Palermo – chiediamo anche un piano di formazione finalizzato a una maggiore competitività sui mercati”. E i lavoratori, in effetti, si sono scagliati anche contro le delocalizzazioni che “danneggiano il settore del call center – dice Giuliano Brandelli -. Tutte le chiamate vengono infatti smistate all’estero a un costo molto basso e le aziende, gli imprenditori, stanno fallendo per questo problema”.

A gravare sull’attuale situazione è la chiusura delle due sedi del capoluogo, che nel caso di via Cordova, causa gli ingenti costi d’affitto, hanno portato la società a non rinnovare il contratto stipulato con il proprietario dell’immobile. Per quanto riguarda via Marcellini invece, i locali – secondo quanto fanno sapere i lavoratori – al momento sono in ristrutturazione. E, pur in una situazione di normalità, la sede non potrebbe contenere tutti i dipendenti, con un esubero di oltre 1.500 persone. “Vogliamo che si scoprano le carte – ha affermato Massimiliano Fiduccia, Rsu Cgil – e che non si giochi più con la vita della povera gente. Basta con le dichiarazioni d’intenti, esigiamo qualcosa di concreto, deve essere istituito un tavolo tecnico a cui siedano Regione, Comune e sigle sindacali per trovare insieme una soluzione adeguata”.

Il corteo ha poi fatto una piccola deviazione a Palazzo delle Aquile. Un modo per esercitare un pressing nei confronti del sindaco, Leoluca Orlando, protagonista della vertenza Almaviva in quanto titolare dell’edificio di via Ugo La Malfa al centro delle trattative, in cui dovrebbero essere accorpati tutti i lavoratori. “Se ne parla da troppo tempo – dice Maurizio Bufalini – ma tutto è fermo. Non c’è nessuna garanzia al riguardo. Basta chiacchiere e frasi costruite ad arte”. E, proprio sotto Palazzo d’Orleans, non è mancata una stoccata nei confronti del presidente Crocetta. “Le istituzioni sono latitanti – è intervenuto Claudio Marchesini, dell’Ugl Sicilia –. Crocetta oggi non c’è, è a Roma perché ci sono trentamila stipendi da pagare ai dipendenti regionali che sono in ritardo da dieci giorni. Ora capisco. E questo – aggiunge – lasciando da parte l’ironia, ci sconforta molto. Se non sanno come pagare la pubblica amministrazione, mi chiedo, dove andremo a finire…”.


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