Dehors, raggiunta l'intesa | Ma torna lo scoglio Asp - Live Sicilia

Dehors, raggiunta l’intesa | Ma torna lo scoglio Asp

Il Comune non potrà rilasciare autorizzazioni senza il parare dell'azienda sanitaria, con il pericolo che ristoranti e pizzerie siano penalizzati più dei bar. L'assessore presenta un nuovo testo che prevede la proroga di un anno e l'utilizzo delle strisce blu, vicina l'intesa con Sala delle Lapidi.

domani nuovo vertice
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PALERMO – E sull’accidentato cammino dei dehors cade un nuovo macigno: il parere dell’Asp. Quella che sembrava ormai una strada tracciata, grazie al superamento dei nodi principali come l’occupazione delle strisce blu, la temporaneità delle autorizzazioni e la proroga di un anno, rischia di dover fare i conti con un convitato di pietra per alcuni versi inatteso: l’autorizzazione dell’azienda sanitaria provinciale per la somministrazione all’aperto.

Un aspetto, questo, che non è certamente nuovo visto che il problema si era già posto durante la sindacatura Cammarata, ma che in questi mesi di lunghi dibattiti sui dehors sembrava quasi dimenticato, o per meglio dire molti lo davano per risolto. E invece ieri, durante la riunione indetta dal presidente di Sala delle Lapidi Totò Orlando con l’assessore alle Attività produttive Marco Di Marco e le commissioni Prima, Seconda e Sesta, convocata proprio per trovare una soluzione definitiva al problema dehors e approvare in tempi rapidi il regolamento, è rispuntata una criticità che non è da poco.

Inoltre l’amministrazione ha anche presentato una terza bozza, che nelle intenzioni di via Ugo La Malfa dovrebbe sostituire le due precedenti (una di iniziativa consiliare e una proprio degli uffici) che però il consiglio comunale ha prelevato e accantonato proprio venerdì scorso. Del resto la presentazione di un nuovo testo non era neanche un mistero: era stato dichiarato dal Comune già il 14 febbraio, al termine dell’incontro con le associazioni di categoria proprio per recepire i loro suggerimenti e trovare la quadratura del cerchio con il consiglio comunale.

E l’accordo con Sala delle Lapidi, almeno per grandi linee, è stato anche trovato visto che l’amministrazione ha ceduto sull’occupazione delle strisce blu (malgrado la contrarietà degli assessori interessati) e sulla proroga ha chi ha avuto autorizzazioni in passato e che si è trovata l’intesa sugli undici mesi. Ma, come detto, ieri l’amministrazione ha anche confermato che l’autorizzazione dell’Asp sarà necessaria per l’iter autorizzativo comunale. In poche parole, l’azienda sanitaria deciderà caso per caso se dare il proprio via libera o meno e Palazzo delle Aquile non potrà che attenersi alla decisione.

Chi apre un’attività deve già essere in possesso dell’autorizzazione dell’Asp, ma per la somministrazione all’aperto (ovvero gazebo o dehors) serve una autorizzazione apposita che non sempre l’azienda rilascia. Una querelle, questa, che va avanti da anni: la presenza di smog, insetti o topi può essere motivo di diniego e le zone chiuse al traffico sono più sicure di quelle aperte. E dire che a Palermo non sembrano esserci più smog, topi o insetti che in qualunque altra parte d’Italia dove le Asp il problema neanche se lo pongono. Ma Palermo, si sa, tende ad essere un po’ particolare in tutto.

Nei fatti, però, chi sarà maggiormente penalizzato saranno i ristoratori. Se infatti un cliente compra un cibo o una bevanda e la consuma su un tavolino esterno, senza quindi che vi sia un servizio al tavolo, non è necessaria la seconda autorizzazione e il dehors sarà più semplice da piazzare. Ma per pizzerie o ristoranti, in cui il servizio al tavolo è indispensabile, il problema si porrà eccome. Proprio per questo erano nati i gazebo: le linee guida dell’Asp parlano chiaramente della necessità di barriere laterali e coperture che i gazebo garantivano, malgrado nessuno all’azienda ne abbia mai parlato espressamente. E adesso che i gazebo sono illegali, visto che necessiterebbero di una concessione edilizia, i dehors sono l’unica alternativa. Ma questi non sono coperti né sopra, né di lato. E il Comune? Be’, il Comune in fin dei conti sta facendo la sua parte approvando il regolamento: un modo come un altro per dire ai commercianti che eventuali ostacoli non dipendono dall’amministrazione, ma dall’Asp. E che quindi proteste e rimostranze vanno indirizzate altrove.

Al netto di questo aspetto, comunque, la seconda bozza Di Marco è pronta e sarà oggetto di un nuovo incontro domani per limare ulteriormente gli ultimi dettagli e probabilmente andrà in Aula la prossima settimana (se non più in là) anche per dare il tempo alle commissioni di esprimere parere. L’Aula potrebbe prendere questo come testo di partenza oppure quello di iniziativa consiliare, ma l’importante per tutti è chiudere presto una pratica ormai divenuta spinosa.

Ma cosa prevede il nuovo testo? La città viene divisa tra centro storico e tutto il resto, con un modello di dehors a testa preventivamente approvato dalla Soprintendenza (l’amministrazione ipotizza un secondo regolamento, ma è più probabile che si specifichi tutto in questo). I dehors potranno avere una lunghezza massima di dodici metri e dovranno stare ad almeno cinque metri dalle pompe di benzina, a due metri dalle piste ciclabili e a 1,5 da alberi e aiuole. Si potranno occupare gli stalli blu previo parere dell’ufficio Traffico e pagando il corrispettivo mensile ad Amat o Apcoa (oltre alla Tares); nel centro storico i dehors non potranno occupare più di tre metri in caso di area pedonale e dalle 20 all’una di notte si potranno piazzare sedie e tavolini laddove non intralcino il traffico. Presentata la domanda, gli uffici avranno novanta giorni per dare esito e la concessione avrà una durata di undici mesi. Il commerciante è inoltre responsabile del suo sito da un punto di vista igienico e sanitario. L’articolo 23 prevede infine una norma transitoria: le autorizzazioni già concesse avranno un anno per adeguarsi. I titolari di gazebo potranno rimontarli ma senza coperture, lasciando in pratica pedane, sedie e tavoli.

LE REAZIONI

“Le distanze tra l’assessore e il consiglio sembrano essersi accorciate – dice il presidente del consiglio Totò Orlando – entro la prossima settimana contiamo di approvare l’atto grazie alla concordia delle forze politiche”.

“Abbiamo appreso che esiste un ulteriore regolamento – dice il capogruppo di Forza Italia Giulio Tantillo – si è deciso che il consiglio farà la sua parte, ma da alcune dichiarazioni sembrerebbe che quanto farà il consiglio non basterà a salvaguardare gli autorizzati. Non possiamo negare che è sorto un problema che riguarda molti, come si risolverà non lo so ma vedo la strada in salita. Serve un incontro decisivo tra l’assessore, i rappresentanti dei commercianti e l’Asp per chiarire meglio i termini della vicenda e ciò dovrebbe avvenire prima della delibera in consiglio comunale, o rischieremmo di rendere vana la delibera: chi ha il dehors per bere una birra o per un gelato sarebbe autorizzato, ma chi fa la ristorazione avrà più problemi”.

“Sono contento che il presidente del consiglio abbia preso in mano la situazione – dice il presidente della Seconda commissione Paolo Caracausi – si sono chiariti quasi tutti i punti che vedevano distanti la commissione e l’assessore Di Marco che nella sua ultima proposta fa proprie le nostre indicazioni. Confidiamo nella buona volontà di tutti affinché si arrivi all’approvazione della modifica del regolamento in tempi brevi per dare risposte concrete alle attività che soffrono una grave crisi economica con rischi negativi sull’occupazione”.

“A Palermo ci sono Asp che pensano una cosa e Asp che ne pensano un’altra, differentemente dal resto d’Italia e del mondo dove è possibile mangiare all’aperto – dice Felice Bruscia, capogruppo del Pid – il sindaco, che è il responsabile della salute pubblica, dovrebbe intervenire per dirimere la questione con l’Asp. Per poter somministrare all’esterno serve una seconda autorizzazione, ma secondo me la seconda non serve per somministrare fuori dal locale, l’autorizzazione deve essere una. La cosa incredibile è che per mangiare un gelato il problema non si pone e per un piatto di spaghetti sì”.

 


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