Sequestro al capo dei veterinari Asp | "Rapporti con la mafia": gli indagati - Live Sicilia

Sequestro al capo dei veterinari Asp | “Rapporti con la mafia”: gli indagati

Paolo Giambruno

Paolo Giambruno sotto inchiesta per legami con il boss di Carini Salvatore Cataldo. Indagate 29 persone. Il direttore generale dell'Asp, Antonio Candela, nomina un legale e preannuncia provvedimenti. GUARDA IL VIDEO 1. Video 2. All'interno il dettaglio dei beni sequestrati per un valore di diversi milioni di euro.

PALERMO – Si è partiti dalla denuncia di un medico e si è arrivati ad una mega inchiesta che coinvolge ventinove persone e che oggi sfocia nel sequestro patrimoniale ai danni di Paolo Giambruno, direttore del Dipartimento di prevenzione veterinario dell’Asp e presidente dell’Ordine dei veterinari di Palermo. Il provvedimento è stato deciso dalla sezione Misure di prevenzione del Tribunale, su proposta del procuratore aggiunto Dino Petralia e dei sostituti Calogero Ferrara e Claudia Bevilacqua. Giambruno risponde di”interposizione fittizia di beni aggravato dall’avere agevolato esponenti di Cosa nostra”.

Sulla base delle indagini dei poliziotti della Digos, Giambruno “da una parte è indagato per i reati di concussione, tentata e consumata, abuso d’ufficio, falso e truffa aggravata, commessi nell’esercizio delle sue funzioni; dall’altra evidenzierebbe cointeressenze a livello imprenditoriale, intrattenute dallo stesso funzionario pubblico con il noto esponente mafioso Salvatore Cataldo”. Cataldo è un boss di Carini condannato nel 2012 per associazione mafiosa e attualmente detenuto. Nel corso delle indagini sarebbe emerso l’impegno di Giambruno per evitare che sui beni del mafioso si abbattesse la scure del sequestro. Le connivenze fra i due sarebbero state accertata tra il 2005 e il 2013.

Le indagini, avviate nel 2010, sono nate dalla denuncia di un medico veterinario del servizio sanitario pubblico che puntò il dito contro presunte illegalità commesse nella gestione del Dipartimento dell’Azienda sanitaria provinciale. E i telefonini di molte persone finirono sotto intercettazione. Oggi in ventinove hanno ricevuto l’avviso di conclusione delle indagini. Tra questi, numerosi funzionari e dirigenti dello stesso dipartimento veterinario, allevatori e amministratori di aziende, per reati che vanno dall’abuso d’ufficio, alla concussione, al falso ideologico, alla truffa aggravata fino al commercio di sostanze alimentari nocive.

Ed è in questo contesto che Giambruno avrebbe favorito un allevatore, definito “senza scrupoli”, che avrebbe voluto commercializzare capi di bestiame infetti. Carni comunque bloccate prima che finissero sul banco delle macellerie grazie al tempestivo intervento della Polizia Giudiziaria. Il funzionario avrebbe fatto sue le lamentele dell’allevatore e tentato di favorirlo con la compiacenza di un veterinario suo sottoposto. E poi c’è pure il caso delle presunte false certificazioni rilasciate dal Dipartimento veterinario per consentire ad una azienda di prodotti dolciari di Carini e ad una di prodotti ittici di Lampedusa di poter esportare i rispettivi prodotti all’estero.

Ecco l’elenco dei beni finiti sotto sequestro: conti correnti, titoli bancari, Penta Engineering Immobiliare srl con sede a Palermo, Unomar Srl di Carini, Marina di Carini srl con sede legale a Palermo. Gli intrecci economici tra Cataldo, Giambruno e alcuni familiari del direttore veterinario sarebbero stati ricostruiti analizzando la mole di documenti sequestrati nel corso delle perquisizioni a casa e nell’ufficio di Giambruno: atti di compravendita di beni mobili e immobili, cessione di quote societarie, verbali di assemblee, atti costitutivi e statuti di società che si occupano di compravendita immobiliare e vendita di barche, documentazione finanziaria e bancaria.

Ad esempio, nel pacchetto societario della Penta Engineering Immobiliare srl figurava sin dalla sua costituzione Salvatore Cataldo, attraverso la sua impresa edile. Non sarebbe un caso, sostengono gli investigatori, che tutti gli affari nel settore della compravendita immobiliare sarebbero stati conclusi nel territorio di Carini dove Cataldo avrebbe fatto valere il suo peso mafioso. In pratica ad ogni affare individuato da Cataldo, Giambruno sarebbe intervenuto garantendo il buon esito con l’emissione di assegni dai propri conti correnti.

Tra i numerosi titoli di credito sequestrati nell’abitazione del direttore del Dipartimento veterinario, ci sono pure quelli emessi da una società di Carini, riconducibile alla famiglia mafiosa dei Pipitone, con la quale il dipendente pubblico avrebbe concluso un affare immobiliare e quelli riguardanti uno stabilimento industriale a Carini, comprato a due milioni e 600 mila euro e rivenduto a tre milioni e 250 mila. Anche in questo caso l’affare sarebbe stato gestito da Cataldo e “garantito” con gli assegni di Giambruno.

*Aggiornamento ore 12.48
A seguito delle notizie apprese questa mattina, relative all’inchiesta che vede coinvolto, insieme ad altri dipendenti dell’Asp, il direttore del Dipartimento Veterinario, Paolo Giambruno, il direttore generale, Antonio Candela, ha nominato un legale “atteso che – si legge in una nota – l’azienda risulta parte offesa”. Lo stesso legale è stato incaricato di acquisire la documentazione al fine di “attivare con immediatezza i provvedimenti consequenziali”.

I nomi degli indagati

L’avviso di chiusura dell’indagine che coinvolge il direttore del Dipartimento di prevenzione veterinario dell’Asp di Palermo, Paolo Giambruno, accusato di essere prestanome di un mafioso e di una serie di irregolarità nei controlli per il rilascio di autorizzazioni sanitarie, è stato notificato anche ad altre 28 persone, tra funzionari e dirigenti del dipartimento, allevatori e amministratori di aziende.

Questi gli indagati ai quali i pm contestano, a vario titolo, l’abuso d’ufficio, la concussione, il falso ideologico, la truffa aggravata e il commercio di sostanze alimentari nocive: Rosario Aliotta, Linda Barcellona, Giuseppe Cataldo, Salvatore Cataldo, Massimo Carollo, Matteo Caruso, Andrea Consiglio, Vincenzo Consiglio, Nicolò Di Bartolo, Carlos Josè Dispenza, Pietro Fazio (difeso dall’avvocato Antonio Turrisi, è indagato per falso e chiederà di essere interrogato per “chiarire al più presto la sua posizione marginale”). L’elenco continua con Angelo Foresta, Marcello Giambruno, Pippo Giardina, Paolo Ingrassia, Caterina Li Citra, Nicasio Lodato, Giacomo Lo Monaco, Patrizia Lucia, Vittorio Macaluso, Alberto Mannino, Eugenio Mannino, Carlo Milletarì, Carmelo Murania, Filippo Rosario Pistoia, Lorenzo Quartararo, Marcella Ruffino e Angelo Zimbardo. Oltre a Paolo Giambruno, lavorano all’Asp pure Milletarì, responsabile del servizio Igiene degli alimenti, i tecnici della prevenzione: Lodato e Foresta, e Giardina, responsabile dell’unità operativa ‘Palermo Urbana’ del dipartimento veterinario.


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