PALERMO – Nuovo terremoto nei consigli della prima e dell’ottava circoscrizione: dopo oltre due anni di operato decadono due consiglieri della maggioranza, che di fatto lasciano il posto ad altrettanti esponenti dell’opposizione. Lo hanno deciso due sentenze del Consiglio di giustizia amministrativa per la Regione Siciliana, nell’ultimo atto di una vicenda che si trascina dalle elezioni comunali del 2017. A decadere sono Fabrizio Brancato di Sinistra Comune per la prima circoscrizione e Marta D’Alia di Palermo 2022 per l’ottava; al loro posto tornano in consiglio rispettivamente Antonino Valenti de I coraggiosi e Maria Gallè, che nel 2017 si era presentata con la lista Per Palermo con Fabrizio. Un provvedimento che nella prima circoscrizione indebolisce particolarmente anche l’amministrazione comunale, ‘orfana’ della maggioranza costituita da Sinistra Comune che fra gli altri ha in quota l’assessore alla Mobilità e all’Ambiente Giusto Catania.
La pronuncia del Cga non fa a meno di constatare il caos provocato dalla legge elettorale: i consigli di circoscrizione stanno prendendo la loro reale forma ‘solo’ due anni e mezzo dopo le elezioni dell’11 giugno 2017. In quell’occasione Valenti e Gallè risultarono assegnatari di un seggio nei rispettivi consigli di Circoscrizione, ma la loro permanenza durò solo pochi mesi: a novembre 2017 Brancato e D’Alia vinsero un ricorso al Tar e presero il loro posto. Secondo i candidati, l’Ufficio centrale elettorale del Comune di Palermo “sarebbe incorso in un grave errore nelle operazioni di riparto dei seggi”, recitano le sentenze del Cga, che spiegano come l’ufficio avrebbe individuato un consigliere in meno a cui attribuire il seggio. Secondo Brancato e D’Alia l’Ufficio elettorale avrebbe commesso l’errore di non escludere, per ogni circoscrizione, il candidato presidente non eletto dal conto dei seggi assegnati al suo gruppo di liste. Dinamica che appunto, se ben calcolata, avrebbe dovuto dar loro una chance.
Ma sia Valenti che Gallè, gli originari eletti, si sono appellati al Cga e hanno vinto. I magistrati rilevano che il perfetto equilibrio di cinque seggi alla maggioranza (compreso quello del presidente) e di cinque seggi alle minoranze non appare tacciabile di incostituzionalità, determinando “il pieno ripristino dell’efficacia del verbale dell’ufficio elettorale impugnato con il ricorso al Tar”. Ovvero, in sostanza, riabilitano al loro ruolo Valenti e Gallè. In ogni caso nelle sentenze si legge che l’operato dell’Ufficio elettorale ha portato, in entrambe le circoscrizioni, a riconoscere cinque seggi ciascuno alla maggioranza e alle diverse opposizioni solo conteggiando “tra i cinque seggi spettanti alle liste di maggioranza anche il presidente eletto, che fa parte, in quanto lo presiede, del consiglio circoscrizionale”.
“Il tema è che non ci viene riconosciuto il premio di maggioranza – riassume il presidente della prima circoscrizione, Massimo Castiglia –. Di fatto ci ritroviamo a cinque seggi per parte. A noi va bene così, ma politicamente l’interpretazione è errata – commenta –, perché è errato non rappresentare correttamente la maggioranza e l’opposizione. Inoltre la città dopo due anni e un mese perde Fabrizio Brancato, valido elemento in consiglio ma anche figura presente. Tra le altre cose, è lui la mente dietro la Ztl notturna che verrà avviata il 10 gennaio. Nulla in contrario sul consigliere Valenti, a cui auguro il meglio”. “Siamo addolorati – scrive Sinistra Comune su Facebook – perché l’esperienza politica con Fabrizio è stata straordinaria: un lavoro immenso, gomito a gomito con gli abitanti, gli operatori e le associazioni di tutta la circoscrizione, ha contribuito a restituire protagonismo ai territori e voce a chi nel dibattito pubblico ne ha spesso troppo poca. Il suo lavoro nel ruolo di consigliere mancherà non solo a Sinistra Comune ma all’amministrazione e alla città intera”.
“Umanamente mi dispiace per tutti i coinvolti in questa vicenda – dice Marco Frasca Polara, presidente dell’ottava circoscrizione –, vittime di una norma scritta malissimo che ha generato problemi di interpretazione e ha costretto a ricorrere a diverse strade. Tar e Cga si contraddicono, non sulla trascrizione errata dei registri, che sono corretti, ma su come interpretare i numeri per comporre i consigli. Il fatto che una norma del genere non sia chiara crea una situazione molto rischiosa – aggiunge –, mi lascia molto perplesso il fatto che le cose stiano ancora così e mi preoccupa il futuro fino a una riforma della materia”.