L’indagine catanese a carico del presidente Lombardo per concorso esterno all’associazione mafiosa rischia di innescare l’ennesima crisi politica della nostra Regione, dopo quelle già vissute nell’era Cuffaro e culminate con le dimissioni di “Totò vasa-vasa” e il ritorno anticipato alle urne. Come uscire, allora, da questa empasse? Come fermare la probabile ondata di antipolitica che rischia di dilagare tra i cittadini e assicurare alla Regione un minimo di stabilità in un momento assai delicato, considerate le difficoltà economiche e sociali che l’Isola attraversa? “Mettiamo alla guida della Regione 12 magistrati in grado di traghettare la Sicilia fino alla scadenza naturale della legislatura, garantendo una nuova stagione di legalità e trasparenza” è la proposta-provocazione lanciata da Livesicilia.
Secondo il procuratore aggiunto della procura distrettuale antimafia di Palermo Antonio Ingroia, “è ancora prematuro esprimere valutazioni e ipotizzare scenari futuri, essendoci ancora un’indagine in corso, però si pone con evidenza il problema della permeabilità della politica siciliana rispetto a infiltrazioni e legami mafiosi. Problema quest’ultimo- ha continuato Ingroia, contatto da Livesicilia- che la politica siciliana si porta avanti da tanto tempo, che non ha riguardato solo il passato, ma anche il presente della Regione e speriamo non riguardi anche il futuro.”
Rispetto alla proposta di affidare a magistrati-commissari la guida della Regione in attesa di nuove elezioni, Ingroia si è detto “ in linea di massima contrario a forme di commissariamento o di supplenza della politica” pur riconoscendo “le maggiori difficoltà incontrate da chi fa politica in Sicilia”.
Tra favorevoli e contrari, scettici ed entusiasti di questa sorta di “commissariamento della politica”, ci si continua, dunque, a interrogare sulle possibili vie d’uscita alla paralisi amministrativa in cui le istituzioni regionali rischiano di precipitare dopo la diffusione della notizia dell’inchiesta della pocura di Catania.