PALERMO – Un pari giusto ma arrivato nella maniera più atroce. Un secondo fatale costa due punti al Palermo di De Zerbi, costretto ad accontentarsi dell’1-1 in casa di una Sampdoria volenterosa ma poco cattiva, messa sotto scacco dai rosa per merito di qualità quali pragmatismo, cinismo e organizzazione che continuano a confermare l’ottimo lavoro portato avanti dal tecnico bresciano. Come accaduto contro la Juventus, a sporcare una prestazione di livello è l’episodio che, alla stregua di quel che era successo sabato scorso in occasione dell’autorete di Goldaniga, finisce per essere determinante. Ma lo spirito sbarazzino di Diamanti e compagni indica che la strada da seguire è questa, al netto di quel pizzico di concretezza in più che non guasterebbe. Nulla da imputare a De Zerbi, costretto a fare i conti con una rosa incompleta.
In attacco Nestorovski continua a cantare e a portare la croce: ancora un gol, a sottolineare i progressi che momentaneamente permettono di mettere una pezza sulle evidenti difficoltà, a livello collettivo, nel perforare le difese avversarie. Il centravanti macedone ha sin qui messo a segno il 75% delle reti siglate complessivamente dal Palermo: se manca lui, i rosa rischiano di fare appena il solletico agli avversari. Un problema da risolvere, dovendo fare di necessità virtù: Diamanti continua a crescere, ma sin qui non ha mai garantito il proprio contributo in termini di realizzazioni. La formula De Zerbi per il momento si conferma vincente, ma a gennaio è necessario intervenire per rinforzare il reparto offensivo e allontanarsi dalla zona retrocessione, che in questo momento vede i rosanero pienamente coinvolti.
La difesa ha retto bene l’urto doriano, anche per merito di un Posavec ancora una volta tra i migliori in campo. La visuale ostruita in occasione del tiro di Bruno Fernandes non macchia la prova del portiere croato, sempre più decisivo. Bene anche il terzetto composto da Cionek, Goldaniga e Gonzalez, con quest’ultimo in crescita dopo le prime gare in chiaroscuro. Sugli esterni da elogiare l’ennesima prestazione di livello di un Aleesami oramai vero e proprio punto di riferimento per il gioco di De Zerbi, così come la predisposizione al sacrificio di Rispoli sull’out opposto. In mezzo, a Gazzi si può solo rimproverare l’espulsione per eccesso di agonismo nei minuti finali, di sostanza la prova di un Bruno Henrique non ancora al meglio. La strada è quella giusta, ma guai a distrarsi: la salvezza del Palermo passa dalla cura dei dettagli.