PALERMO – L’alluvione per il Festino, i rifiuti, l’edilizia, la mobilità, i conti, i rapporti con il mondo produttivo, i cimiteri. La mozione di sfiducia al sindaco Leoluca Orlando, presentata dalle opposizioni di Sala delle Lapidi, è un lungo elenco di quelle che le minoranze considerano mancanze, incompiute e fallimenti dell’amministrazione comunale guidata dal Professore. Una sfida a cui il sindaco non solo non si è sottratto, ma ha addirittura rilanciato chiedendo un immediato dibattito pubblico nella speranza di uscirne rafforzato e affrontare gli ultimi due anni con una maggioranza ricompattata.
Dopo settimane di tira e molla, le opposizioni sono riuscite a firmare un documento congiunto siglato da 19 consiglieri su 40 anche se per approvare la mozione, che comporterebbe il ritorno alle elezioni, di voti ne serviranno ben 24. Una missione quasi impossibile, visto che in questi giorni la compagine di governo sembra aver ritrovato la sintonia: persino i partiti più riottosi avrebbero garantito il sostegno a Orlando e la speranza di qualche “franco tiratore” si infrange sul voto palese imposto per legge.
L’appuntamento è fissato per lunedì 14 settembre alle 10 a Sala delle Lapidi, visto che il minor numero degli attuali consiglieri consente il distanziamento: una seduta che inizierà con gli interventi delle minoranze, con un tempo prefissato per ciascun consigliere, proseguirà con quelli della maggioranza (più probabile che parlino soltanto alcuni a nome di tutti) e infine sarà la volta del sindaco che, stando alle previsioni, dovrebbe presentarsi con la giunta al completo (al netto dell’assessore al Bilancio, poltrona ancora vuota).
Numeri alla mano, le minoranze dovrebbero confermare i 19 voti senza riuscire ad aggiungerne alcuno perché, nonostante la guerra a distanza fra renziani e sinistra, nessuno nella maggioranza ha voglia di tornare al voto, considerata l’instabilità dello scenario politico nazionale che potrebbe determinare nuovi equilibri. Le manovre in vista del 2022 sono già iniziate e nessuno, nel centrosinistra, sa quali saranno i propri alleati: un’indeterminatezza che spinge tutti a più miti consigli e agevola il Professore.
Le opposizioni vogliono giocarsi una partita che nasconde più di un rischio. Se, come prevedibile, la mozione sarà respinta, il sindaco ne uscirà rafforzato e potrà vantarsi di aver serrato le fila dei suoi uomini ottenendo una fiducia che gli consentirà di procedere a passo spedito su tutta una serie di temi che vanno dalla mobilità alle grandi opere come il tram. Inoltre per legge non sarà più possibile calendarizzare un’altra mozione prima delle prossime urne, il che offrirebbe a Orlando una navigazione tranquilla da qui a due anni. Partito Democratico, Italia Viva e Sinistra Comune potranno inoltre rivendicare di aver salvato la sindacatura, alzando il prezzo su tutta una serie di questioni che rimangono ancora aperte (giunta in primis).
Ma le minoranze sanno anche che la mozione sarà un modo per mettere i partiti di maggioranza con le spalle al muro: chi voterà la fiducia, difficilmente potrà prendere le distanze dal primo cittadino da qui a qualche mese. Inoltre il dibattito d’Aula servirà a rafforzare le prove generali di alleanza del centrodestra, deciso a rompere il fronte comune di tutte le opposizioni per iniziare a presentarsi agli elettori come una coalizione omogenea. D’altro canto, anche chi è più a sinistra (dal M5s agli ex grillini, passando per Ferrandelli) spera di cogliere la palla al balzo per segnare una distanza con il centrosinistra orlandiano, sperando di massimizzare i malumori alle urne.
Insomma, ognuno userà la mozione per giocare la sua partita e seguire il proprio disegno politico ma la seduta sarà anche l’occasione per fare il punto sul presente e sul futuro della città. I cimiteri sono ancora in piena emergenza, la raccolta dei rifiuti stenta a tornare alla normalità e Palermo soffre come altri e più di altri gli effetti della pandemia specie sul versante del turismo, con conseguenze negative su un settore che doveva costituire il pilastro dell’economica locale, per non parlare dei conti messi in sofferenza dal Covid. Orlando dovrà essere capace di ritrovare un feeling con Palermo e di disegnare un percorso credibile per i prossimi due anni che garantisca risultati tangibili ed evidenti, evitando che la fine della sua sindacatura ricordi troppo quella del predecessore.