PALERMO – Da Mario Biondi a Fiorello, nessuno escluso: la Regione ha chiamato e gli artisti siciliani hanno risposto, ognuno prestando la propria voce per contribuire a strappare un sorriso alle famiglie di chi ha dato la vita contro il Covid. Un gran giro di telefonate, tanto entusiasmo e la voglia di esserci: così è nato il brano Viene Natale (Se stiamo lontani staremo vicini). Una canzone e un videoclip con cui ogni artista ha scelto di dare il proprio apporto. A tutti gli ascoltatori, mettendo in musica le raccomandazioni per tenere lontano il coronavirus nella quotidianità, ma soprattutto alle famiglie degli operatori sanitari vittime del Covid. Il punto cardine dell’iniziativa infatti è una raccolta fondi per alleviare le sofferenze di chi ha perso un proprio caro in corsia, mentre aiutava chi stava peggio.
Il video è stato proiettato in anteprima nazionale a Palazzo d’Orleans, sede della Regione siciliana, durante una conferenza stampa. Presenti il governatore Nello Musumeci, l’assessore alla Salute Ruggero Razza, il presidente della Fondazione Giglio di Cefalù Giovanni Albano, il presidente dell’Ordine dei medici di Palermo Toti Amato e il produttore Nuccio La Ferlita di ‘Puntoeacapo’.
Artisti uniti per la causa
La lista di chi ha sposato il progetto è lunga e conta decine fra cantanti, musicisti, cantautori e protagonisti del mondo dello spettacolo a 360 gradi. Sullo schermo si alternano le immagini delle registrazioni in studio di Kaballà, Mario Biondi e Silvia Salemi (collegati in streaming durante la presentazione), ma compaiono anche Fiorello, Mario Venuti, Giovanni Caccamo, Nino Frassica, Carmen Consoli, Roy Paci, Lello Analfino, suor Cristina e altri. “Se stiamo lontani staremo vicini almeno domani”, cantano gli interpreti alternandosi, o ancora “vedremo il futuro che cosa ci regalerà” e “viene Natale, chissà se sarà un mondo migliore”.
“Anche lo spettacolo sta soffrendo”
“La Sicilia è culla del mondo dell’arte – esordisce il presidente Musumeci – e la Sicilia con i suoi figli ha risposto in maniera massiccia e immediata. L’idea è quella di lanciare una sottoscrizione il cui ricavato va ai familiari delle vittime del Covid in camice bianco. Un’iniziativa unica per la sua originalità in Italia, ma speriamo possa essere emulata e seguita. Tutto ruota intorno a questo brano molto toccante – prosegue il governatore – scritto da Kaballà assieme a Lello Analfino, ma ringraziamo con grande affetto tutti gli artisti che sappiamo essere presenti nei momenti difficili”. Poi le parole di vicinanza a una categoria ferma da mesi, che come tante brancola ancora nel buio: “Voglio augurarmi che con gli artisti, passata la stagione del Covid, si possa coordinare una promozione della Sicilia nel mondo. Anche il mondo dello spettacolo sta soffrendo per le misure necessariamente adottate per contenere il virus. È stato uno sforzo di duplice significato morale”.
“Che parta dalla Sicilia ci rende orgogliosi”
Il produttore del brano Nuccio La Ferlita racconta di aver vissuto personalmente “un’esperienza difficile”, che lo ha portato a conoscere cosa significa quando il Covid bussa improvvisamente alla porta. “Gli artisti non hanno battuto ciglio – commenta tornando all’iniziativa – e subito hanno manifestato la disponibilità per contribuire. Il messaggio è quello di fare attenzione e limitare i contagi, ma raccogliamo anche dei fondi per le famiglie di chi ha perso la vita per aiutare noi. Questo è il sentimento che subito ha spinto tutti a partecipare, in tutti i modi. Una sensibilità che stiamo riscontrando anche nei media. Questa è una cosa molto bella, e che parta dalla Sicilia ci rende orgogliosi”.
“Per fare il medico bisogna essere artista”
Il presidente dell’Ordine dei medici Toti Amato invece trova un singolare parallelo: secondo lui “la medicina è un’arte che si serve della scienza, e per fare il medico bisogna essere artista. Il vero significato dell’iniziativa è che se gli artisti hanno compreso di dover dare una mano in una situazione estrema qual è la pandemia, significa che anche loro esercitano una forma di medicina”. Così le due discipline, unite da un unico scopo, dialogheranno attraverso il canale della Fondazione Giglio.
“Presto stabiliremo i criteri”
Il direttore della fondazione Giovanni Albano ringrazia l’autore Kaballà, “che ha toccato il cuore di tutti. Oggi abbiamo fatto girare il video in sala riunioni dell’ospedale, e ho già assistito più volte a persone che uscivano piangendo commosse”. Poi parlando della campagna precisa: “Per raccogliere i fondi ci rivolgiamo non solo ai siciliani ma a tutto il territorio nazionale. Siamo stati ambiziosi e vogliamo che questo messaggio arrivi in tutto il Paese. Le risorse confluiranno in un fondo gestito dalla Fondazione Giglio, e presto stabiliremo modalità e criteri della distribuzione dagli operatori ai dirigenti medici”.
Le reazioni degli artisti
Dopo la proiezione del video, nel quale alle riprese in studio è affiancata la storia natalizia di una bambina e del suo papà, la parola passa agli artisti. Kaballà vive da tanti anni a Milano, ma non ci gira troppo intorno: “Quando Sicilia chiama, io da trent’anni ci sono. Per me è sempre motivo d’orgoglio. La canzone è nata veramente di getto come tutte le cose che arrivano quasi dall’alto. Un piccolo miracolo – la definisce – perché solitamente un’operazione del genere si fa in più di un mese. Una canzone non cambia il mondo ma sicuramente dà consolazione, e in questo caso è anche un motivo di solidarietà. Poi – conclude – il vero miracolo lo farà la scienza”.
Dopo Amato, anche Mario Biondi trova un tratto che accomuna operatori sanitari e artisti: “Siamo entrambi innamorati della vita”, osserva. Poi aggiunge un augurio, ma non prima di aver rassicurato i concittadini catanesi: “Arristai macca Liottru”. La conclusione della conferenza è affidata a Silvia Salemi, che commenta come la pronta risposta all’appello sia arrivata “con la solidarietà connaturata del siciliano. In poco tempo siamo tutti corsi in studio, nonostante queste giornate particolari, ma è venuto fuori un gioiellino! Le mie figlie, perché i figli sono i primi giudici, hanno amato questa canzone. In un momento in cui non si sentono melodie così piene, tutte queste voci diverse hanno messo un ‘pezzo’ ciascuno. Proprio come stanno facendo gli operatori sanitari”.