Alfano 'battezza' Costa: | sarà libero nelle scelte - Live Sicilia

Alfano ‘battezza’ Costa: | sarà libero nelle scelte

Il segretario nazionale del Pdl, il laeader dell'udc D'Alia e Pippo Fallica di Grande Sud lanciano la candidatura dell'ex presidente del Coni. L'ex guardasigilli: "Siamo qui per dire a Massimo: fai tutto ciò che ritieni giusto. Metteremo al tuo fianco tutta la forza del nostro partito, ma saremo leggeri come una piuma, riconoscendo l'autonomia delle tue scelte”. Portata "locale" per l'alleanza Pdl-Udc. E alla fine magliettine per tutti.
Palermo 2012
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È un Massimo Costa rilassato quello che riceve il battesimo da Angelino Alfano. I ruggiti del filosofo combattente sembrano ricordi sbiaditi: l’ex presidente del Coni sfoggia calma olimpica e parla più volte al plurale, tornando a più riprese sul lavoro di squadra da svolgere al Comune. E i partiti, accanto a lui, si affannano a servirgli assiti su assist. A partire da Angelino Alfano: “Non abbiamo voluto mettere il cappello sulla candidatura di Costa, noi non c’eravamo quando si è candidato – ha detto Alfano – . Siamo qui per dire a Massimo: fai tutto ciò che ritieni giusto. Metteremo al tuo fianco tutta la forza del nostro partito, ma saremo leggeri come una piuma, riconoscendo l’autonomia delle tue scelte”. Gianpiero D’Alia, leader dell’Udc, si muove sullo stesso solco, ma sottolinea che la candidatura di Costa “è stata sposata subito dall’Udc”, mentre Pippo Fallica, che fa le veci di Gianframco Miccichè per Grande Sud, si dice convinto della possibilità di vincere a primo turno.

Tanto entusiasmo alla sede elettorale di Costa. In platea ecco i notabili del partito. C’è anche l’amico Francesco Cascio, ringraziato pubblicamente da Alfano. E il redivivo popolo del centrodestra. Costa sarà un sindaco libero, insiste a più riprese Alfano. “Abbiamo una chance: fare buona politica senza occupare le poltrone – dice il segretario -. Sono deludenti coloro i quali avevano dato il sostegno a Costa e poi lo hanno ritirato, evidentemente non perché era cambiato il giudizio su Massimo ma per calcoli politici che non hanno a che fare con il bene di Palermo”. E la scelta di non mettere nella futura giunta gli assessori degli ultimi vent’anni? È una implicita autobocciatura per il Pdl? “E’ una prerogativa del sindaco, scegliersi gli assessori – Il Pdl non chiede poltrone o organigrammi. La legge dice che è il sindaco a scegliere gli assessori e noi lo sosterremo nelle sue scelte“. Costa incassa, soddisfatto e rilassato, come finora non lo si era mai visto.

Quanto alla portata del patto tra Pdl e Udc, i giornalisti vogliono sapere se sia un preludio a un’alleanza di nuovo (o vecchio?) conio per Regionali e Politiche. Ma D’Alia e Alfano danno risposte simili, che vanno in altra direzione: “Questo non è un laboratorio politico. Stiamo facendo un’operazione per Palermo, sacrificando alleanze e schieramenti. È l’unico metodo che può dare un contributo per rilanciare la città”, dice il leader centrista, che glissa quando una cronista gli chiede in modo diretto se davvero vuol fare il presidente della Regione. Anche Alfano circoscrive la natura locale del patto con Casini: “Non appesantiamo questa vicenda di Palermo di significati oltre misura”. È un patto civico, ribadiscono i partiti, perché a Palermo, aggiunge a margine D’Alia, “servirebbe un’alleanza uguale a quella che sostiene Monti”. Servirebbe, e invece il solo centrodestra si spacca in tre tronconi. E già comincia a litigare di brutto. Costa non vuole replicare agli attacchi: “Non commento gli altri candidati. Sono dei coraggiosi come me, a correre in un momento così difficile. Spero che sia un confronto corretto e sportivo”. Candidati coraggiosi, insomma. Come i partiti, dice Costa, che lo hanno sostenuto “decidendo di scommettere su energie nuove”.


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