Amia, scoppia il caos| Si dimettono i tre commissari - Live Sicilia

Amia, scoppia il caos| Si dimettono i tre commissari

I tre commissari dell'Amia questa mattina hanno rimesso il proprio mandato nelle mani del ministro Corrado Passera. Le dimissioni diverranno operative con la sentenza sul concordato, prevista per il primo marzo, ma dall'azienda filtrano i primi commenti: "Adesso  Orlando dovrà mettere mano al portafogli".

PALERMO – Nuovo colpo di scena nella vicenda Amia: questa mattina i tre commissari dell’azienda Sebastiano Sorbello, Paolo Lupi e Francesco Foti, nominati dal dicastero dello Sviluppo economico, hanno rimesso il proprio mandato nelle mani del ministro Corrado Passera. Dimissioni che, però, diverranno esecutive con la sentenza del tribunale fallimentare sull’omologazione o meno del concordato preventivo proposto dal comune di Palermo.

La sentenza è prevista per il primo marzo, ma intanto oggi i commissari hanno compiuto un passo che, sebbene previsto per legge, assume un significato del tutto particolare: se il tribunale dovesse infatti dire sì alla proposta di Palazzo delle Aquile, l’azienda verrebbe divisa in una new company controllata dal Comune e in una bad company guidata da un curatore indicato dal ministero. Ma a quel punto piazza Pretoria si troverà con l’obbligo di dover dare seguito al concordato che prevede, fra le altre cose, l’adeguamento del contratto di servizio con un aumento di nove milioni di euro e la garanzia di poter coprire le perdite che si andranno creando. E la cosa potrebbe essere anche più difficile di quello che si possa immaginare.

Comunque vada, i tre commissari usciranno di scena all’inizio del prossimo mese e, si spera, per lasciare posto al sindaco Leoluca Orlando. In caso contrario, infatti, vorrebbe dire che il tribunale non ha omologato il concordato e quindi ha condannato nei fatti l’Amia al fallimento: una prospettiva, questa, che ambienti interni all’azienda potrebbero spiegarsi solo con la mancata risposta del Comune alle richieste di garanzie avanzate dai giudici e dal ministero.

I commissari, per il momento, non commentano la notizia ma sembrerebbe che si sarebbero decisi a compiere il grande passo sia perché ritengono esaurito il loro compito, sia perché ormai i rapporti col sindaco sono ai minimi storici: martedì, infatti, il primo cittadino si è addirittura rifiutato di partecipare a un tavolo prefettizio proprio per non avere a che fare con i commissari. L’ultimo atto di una guerra fatta di lettere al ministro, comunicati stampa e dichiarazioni di fuoco partiti da piazza Pretoria all’indirizzo dei vertici aziendali, non ultimo quelli relativi all’incidente capitato a una signora nel 2009 che era scivolata su alcuni rifiuti e ha fatto causa al Comune. “Ma i commissari sono stati nominati nell’aprile del 2010, che c’entrano i commissari?”, fanno notare dall’azienda, e un dirigente a taccuini chiusi aggiunge: “Adesso il sindaco dovrà mettere mano al portafogli, dando precise garanzie al ministero e al tribunale: in caso contrario si assumerà la responsabilità di aver fatto fallire l’azienda”.

Una notizia giunta anche a Palazzo delle Aquile e, secondo alcune voci, pare che la reazione del sindaco sarebbe stata molto positiva: “Finalmente una buona notizia”, avrebbe commentato il primo cittadino. Intanto, Orlando ha convocato i sindacati del gruppo Amia per il 27 febbraio alle 12: “L’amministrazione ha non solo grande attenzione – si legge in una nota del Professore – ma anche grande interesse al dialogo con i lavoratori, che sono la principale risorsa dell’azienda per risollevarne le sorti ed offrire alla città dei servizi adeguati.

In serata è arrivata la nota dell’azienda: “I commissari straordinari di Amia stamani hanno rassegnato le dimissioni dall’incarico nelle mani del Ministro Passera. Le dimissioni avranno effetto dalla data in cui il Tribunale fallimentare emetterà il giudizio sul concordato presentato dal liquidatore. Le dimissioni, oltre ad essere un gesto di grande responsabilità nei confronti dei lavoratori e della città, sono la naturale conclusione della procedura di amministrazione straordinaria che in ogni caso si definisce con la pronuncia del Tribunale fallimentare. L’Azienda proseguirà tutte le attività istituzionali di propria competenza senza soluzioni di continuità”. “Adesso non ci sono più alibi – dice Dionisio Giordano della Fit Cisl – la palla passa al sindaco Orlando. L’obiettivo deve restare il salvataggio dell’azienda e dei lavoratori”.

Twitter: @robertoimmesi


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