PALERMO – Ci sono voluti dieci mesi ma alla fine Sala d’Ercole ha approvato la legge per la tutela della salute dai rischi derivanti dall’amianto. “Una norma indispensabile – ha detto l’assessore alla Salute Lucia Borsellino, ieri in aula per la discussione del disegno di legge – che fa uscire la nostra Regione dal triste primato raggiunto per essere, insieme con la Calabria, l’unica a non essersi adeguata alle norme nazionali: non saremo più il fanalino di coda in tema di tutela della salute pubblica”.
Approvata in commissione a maggio scorso, la legge – che per mesi è stata messa all’angolo nonostante i continui appelli del deputato siracusano Pippo Gianni – prevede l’attuazione di una serie di misure con l’obiettivo di mappare, bonificare e recuperare tutti i siti del territorio regionale nei quali è stata rilevata la presenza di amianto. Arrivato il “sì” alla legge, entro diciotto mesi dalla data di entrata in vigore la Regione dovrà fare un vero e proprio censimento delle zone a rischio attraverso un registro pubblico degli edifici, degli impianti, dei mezzi di trasporto e dei siti con presenza certa o contaminati da amianto che sarà istituito presso l’assessorato al Territorio. Sarà obbligatorio indicare il tipo, la quantità e il livello di conservazione dell’amianto, oltre al rischio sanitario e il grado di priorità della bonifica da effettuare. Nel processo di identificazione e rimozione i Comuni saranno in prima linea, e riceveranno contributi finalizzati alla rimozione, trasporto e stoccaggio.
Entro due anni, dovrà essere rimosso e trasformato l’amianto ancora presente in Sicilia. La legge, inoltre, fissa a due anni anche il termine per la costruzione di un “impianto regionale di trasformazione”. L’amianto verrà bruciato ad alta temperatura e trasformato, senza alcun rischio per la salute e l’ambiente, in materiale edile. Entro 180 giorni dall’approvazione della legge all’Ars, però, i Comuni dovranno cominciare la raccolta, e ognuno avrà un sito di raccolta e stoccaggio temporaneo in attesa della costruzione dell’impianto di riciclo. Questo dovrebbe anche eliminare i costi elevati di stoccaggio definitivo che i comuni hanno dovuto affrontare finora perché i siti non si trovano in Sicilia. Oltre al potenziamento delle strutture ospedaliere che si trovano nei territori ad alto rischio, poi, verrà istituito un centro di riferimento regionale per la cura e la diagnosi, anche precoce, di patologie derivanti dall’amianto. Il centro dovrebbe sorgere presso l’ospedale Muscatello di Augusta, zona dichiarata ad altissimo rischio.
E il “sì” del parlamento regionale è arrivato anche alla legge per la riqualificazione di beni immobili confiscati alla criminalità organizzata: l’aula, oggi, ha dato il voto finale.