“Sostituirmi è legittimo ma attaccarmi quando non sono più in carica sulla base di dati ufficiali della Regione, che il presidente Renato Schifani non ha letto, lo trovo inaccettabile e calunnioso”. Aurelio Angelini, presidente dimissionario della Commissione tecnica specialistica (Cts) non ha alcuna intenzione di smorzare i toni della polemica che lo oppone al presidente di Confindustria nazionale Carlo Bonomi e al responsabile siciliano degli imprenditori Alessandro Albanese: “In ballo non c’è soltanto il mio nome ma quello di seri professionisti che hanno lavorato duramente”. Angelini non ci sta a passare per il tappo che ha bloccato lo sviluppo degli impianti di energia alternativa in Sicilia attraverso le lungaggini della autorizzazioni di impatto ambientale. E agita i dati di Terna che collocano la Sicilia fuori dal pantano burocratico delle autorizzazioni mancate.
Presidente Angelini quali sono questi dati ?
“Il rapporto Fer di Terna evidenzia che in Sicilia la potenza in megawatt è aumentata del 599% tra il 2020 e il 2021. Si tratta di un dato di tendenza, che fa riferimento ai dati degli impianti fotovoltaici ed eolici, suddiviso per regione. Anche se fosse comprensivo delle utenze domestiche, che incidono per il dieci per cento rispetto a quelle totali, questo dato ha una sua particolare rilevanza perché conferma quello che le associazioni degli industriali attraverso il monitoraggio hanno messo in evidenza. Sempre in termini di tendenza rispetto al passato la Sicilia ha dunque acceso la freccia e da regione lumaca è diventata una regione che ha macinato un percorso rapido verso la transizione energetica. Altri dati: sono 1.638 i pareri emessi dal Cts negli ultimi tre anni, a fronte dei 122 del biennio 2018-2019”.
Perché ha lasciato l’incarico? Questa scelta è legata a un quadro politico mutato?
“Io mi sono dimesso innanzitutto per rispetto della democrazia rappresentativa, il quadro politico è mutato, il presidente Schifani aveva manifestato la volontà di cambiare le cose, altri avevano detto che avrebbero abolito il Cts: il quadro che emergeva, insomma, mi faceva comprendere che questa esperienza sarebbe finita. Sono stato calunniato all’inizio della campagna elettorale da Schifani che aveva paragonato il mio ruolo a quello di un “Dracula all”Avis”. Dopo queste dichiarazioni avrei voluto lasciare direttamente l’incarico, ma ho aspettato che si insediasse l’assessore Elena Pagana per consegnare le mie dimissioni. Posso accettare che mi si voglia sostituire, ma chiedo al presidente della Regione, che ha la responsabilità politica di questo attacco a freddo nei miei confronti, perché non ha letto i dati della sua stessa amministrazione”.
Lei però parla anche di una campagna diffamatoria nel merito. E per questo cita ancora Schifani e Bonomi. Può spiegarci bene a cosa si riferisce?
“Se Bonomi dice che ci sono 1.500 richieste di autorizzazioni bloccate alla Cts, questo è un numero talmente falso che non ha fondamento. Se poi viene utilizzato da una istituzione autorevole le cose sono due: o Bonomi ha messo uno zero in più, oppure l’intento non può che essere diffamatorio. Se Schifani si fosse fatto dare i dati dalla sua Regione e avesse fatto il monitoraggio delle attività, sarebbe uscito fuori che non solo non erano presenti 1.500 procedure, ma che non erano affatto bloccate e che si trovavano nella procedura in itinere dell’autorizzazione unica regionale che prevede un percorso lungo e complesso che discende dalla normativa nazionale. Invece l’avvocato Schifani ha preso per oro colato i dati di Alessandro Albanese (Confindustria Sicilia), il quale ha annunciato dossieraggi contro il Cts, e ha fatto una campagna elettorale contro di me”.
Toniamo alla situazione siciliana, davvero la transizione ecologica diventa un terreno di scontro ideologico?
“Ho lavorato e lavoro con istituzioni nazionali e internazionali, mi dicevano di lasciar perdere perché la Sicilia è irredimibile ma il contributo per la mia terra l’ho sempre dato. Ho sempre pensato che le cose cambiano. Fino ad ora non ho potuto difendermi presiedendo un organo della Regione. Adesso, che non ho più un ruolo istituzionale e non sono più componente della Cts, ho finalmente potuto parlare”.
Non le pare troppo l’accusa di volerla mascariare?
“Il mascariare è l’arte di parlar male per delegittimare. Non accuso nessuno. È giusto che l’autorità politica faccia le scelte strategiche che vuole. Offendere dei professionisti però non è accettabile, non si può fare con dati incontrovertibili. Che smentiscano i dati di Formez, pagata tra l’altro dalla Regione”.