"Annagghiamo il malloppo" dei fondi agricoli: sequestro milionario

“Annagghia il malloppo”, fondi agricoli: sequestro milionario

Evase imposta e Iva per 6,4 milioni. "Un castello di false fatture. Coinvolti imprenditori e funzionati pubblici

PALERMO – Dopo gli arresti scattano i sequestri nell’inchiesta sulla truffa dei fondi europei e statali del piano di Sviluppo rurale dell’assessorato regionale all’Agricoltura.

Su delega della Procura della Repubblica di Termini Imerese i finanzieri del comando provinciale di Palermo hanno hanno eseguito il sequestro preventivo, disposto dal Gip, di disponibilità finanziarie, beni mobili e immobili fino a raggiungere la cifra di 6,4 milioni di euro. A tanto ammontano l’Iva e le imposte sui redditi evase dagli indagati attraverso l’utilizzo di fatture per operazioni inesistenti.

Le indagini del Gruppo tutela spesa pubblica del Nucleo di polizia economico-finanziaria, guidato dal colonnello Gianluca Angelini, si sono concentrate sui Psr Sicilia 2007/2013 e 2014/2020. Il cuore dell’inchiesta riguarda l’Ispettorato provinciale dell’agricoltura della Regione siciliana, e cioè l’ente a cui spetta la valutazione delle domande per ottenere i finanziamenti nazionali ed europei.

Tra il 2012 e il 2018 da due società riconducibili a Giovanni Salvatore e Francesco Di Liberto, imprenditori di Belmonte Mezzagno, hanno ottenuto i finanziamenti per la realizzazione di un mattatoio a Ciminna e un complesso agro-industriale a Monreale.

I Di Liberto, grazie alla connivenza di professionisti e funzionari dell’Ipa, avrebbero organizzato la truffa sfruttando un castello di false fatturazioni per dimostrare di avere speso più soldi di quanti ne avessero realmente sborsato. “Annagghiamo il malloppo”, dicevano.

La Procura della Repubblica di Termini Imerese ha chiesto il rinvio a giudizio per 36 imputati e avviato le indagini finanziarie. “L’accurata ricostruzione dei flussi finanziari alla base delle azioni fraudolente, cifra distintiva delle attività investigative condotte dalla Guardia di Finanza – spiega il colonnello Angelini – rappresenta la modalità operativa più efficace per garantire l’effettivo ristoro delle casse dello Stato di quanto indebitamente sottratto alla collettività dagli evasori fiscali”.


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