Finanziaria, Ardizzone | boccia quattro articoli - Live Sicilia

Finanziaria, Ardizzone | boccia quattro articoli

Il presidente dell'Ars, a Roma insieme al governatore per l'elezione del Capo dello Stato, ha ritenuto inammissibili quattro articoli del testo. Sono quelli che riguardano la pubblicità istituzionale, la pubblicizzazione dei bandi, la presenza di under 35 nei Cda e la nascita dell'Autority sui contratti alla guida della quale sarebbe dovuto andare Tano Grasso.

I NODI DEL BILANCIO
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PALERMO – In questi minuti sono entrambi a Montecitorio, tra i 58 delegati delle Regioni chiamati a eleggere il nuovo capo di Stato. Ma la loro mente, è anche altrove. A Palazzo dei Normanni, per l’esattezza, dove ieri sera è approdata la legge Finanziaria. Dando il “via” al tumultuoso esame delle Commissioni. E magari, i due presidenti siciliani, in questo momento, sono seduti uno vicino all’altro, tra gli scranni del Palazzo della Camera.

Eppure, come detto, in parallelo, Ardizzone e Crocetta dialogano a distanza su tavoli siciliani. E il presidente dell’Assemblea, seppur lontano, sta dicendo la sua sulla Finanziaria, cassando, se serve, alcune delle norme contenute nel testo.

Addirittura quattro gli articoli della finanziaria bocciati perché “inammissibili”. “Nell’ambito dell’esame di ammissibilità degli articoli della Finanziaria, – si legge in una nota della Presidenza dell’Ars – il presidente dell’Assemblea regionale siciliana, Giovanni Ardizzone, ha dichiarato inammissibile l’articolo 33, relativo alle spese di comunicazione istituzionale per un importo di circa 3 milioni, perché estraneo all’oggetto della stessa Finanziaria. Il presidente dell’Ars – prosegue la nota – ha eccepito anche sull’articolo 32, riguardante la pubblicazione di bandi sui quotidiani locali, mantenendolo all’interno del provvedimento ma evidenziando la necessità si una riscrittura perché esplicitato in una formula precedentemente cassata dal commissario dello Stato”.

La prima delle due norme bocciate recita così: “Al fine di assicurare la massima diffusione dell’informazione istituzionale, la Regione e gli Enti del settore pubblico regionale provvedono, nei limiti delle risorse disponibili a valere sui rispettivi bilanci, a pubblicare su almeno cinque quotidiani regionali aventi maggiore diffusione in numero di copie nella Regione, ovvero nella provincia ove ha sede l’Ente interessato, oltre che su un quotidiano on line e sul sito internet istituzionale, articoli di approfondimento e diffusione per i cittadini e gli operatori del settore sui provvedimenti adottati aventi interesse generale”. Per il sostegno a questa iniziativa, il governo ha stanziato una spesa di 3 milioni di euro.

Il secondo degli articoli bocciati dispone la pubblicizzazione dell’”informazione relativa agli avvisi e i bandi su un quotidiano nazionale e su cinque quotidiani regionali aventi maggiore diffusione, individuati facendo riferimento al numero di copie vendute nella provincia in cui l’appalto deve essere eseguito. Agli oneri economici per la pubblicità sui quotidiani – prosegue la nota – si provvede prevedendo apposita voce di costo inserita nel quadro economico dell’appalto”.

Ma l’intervento di Ardizzone non si è limitato a questo. Come rivelato ieri all’agenzia Adnkronos, il presidente dell’Ars ha ritenuto “inamissibile” l’articolo 45 del maximendamento governativo che avrebbe consentito la nascita dell’ “Autorità regionale per la vigilanza sui contratti pubblici relativi a lavori, servizi e forniture”. Si tratta, per intenderci, dell’organismo che avrebbe dovuto sostituire il “superdipartimento” che, stando agli annunci del presidente, sarebbe stato diretto da Tano Grasso. Non a caso, la norma del governo specificava anche l’identikit del direttore dell’Autority: “Un soggetto esterno all’amministrazione regionale con comprovata esperienza nel contrasto alla criminalità mafiosa, nominato dal Presidente della Regione Siciliana su proposta della Giunta Regionale e dura in carica quattro anni”. Bocciata anche la norma che prevede la presenza di under 35 nei Cda: “Entrambi gli emendamenti – ha spiegato Ardizzone – pur essendo condivisibili non sono palesemente oggetto di Finanziaria. Possono invece fare parte di un disegno di legge autonomo, ma non c’entrano con la Finanziaria”. E mentre a Roma vanno avanti le votazioni per il Presidente della Repubblica, il presidente dell’Ars “piccona” la Finanziaria dell’”altro” presidente.


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