Aumento Tari: senza i 20 milioni dalla Regione, è ancora crisi

Aumento Tari: senza i 20 milioni dalla Regione, è ancora crisi

Il sindaco facente funzioni non nasconde l'amarezza per il voto di ieri all'Ars. "Responsabilità chiare", attacca il consigliere Luca Sangiorgio.
BOCCIATURA ALL'ARS
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CATANIA – “Ieri sera sono andato a letto ottimista, stamattina mi sono svegliato rammaricato“. Il sindaco facente funzioni Roberto Bonaccorsi non nasconde l’amarezza per il voto di ieri notte all’Assemblea regionale siciliana. Quello tramite il quale l’Ars ha bocciato il maxi-emendamento del governo regionale, presentato ieri a tarda sera, da 405 milioni di euro: dentro c’erano anche venti milioni di euro per aiutare Catania a scongiurare l’aumento del 18 per cento della Tari. Con 17 voti contrari e 15 favorevoli, il parlamento siciliano ha rispedito al mittente la “manovrina” e, con essa, anche le possibilità che il caro energia non debba pesare sulle tasche dei catanesi. “Invece adesso dovremo farcela da soli con le nostre forze”.

“A meno di un intervento normativo – spiega Bonaccorsi – il servizio dei rifiuti deve essere pagato interamente con il gettito della Tari. Non abbiamo spazio di manovra rispetto a questo. Avevo sentito il vicepresidente Gaetano Armao, ieri sera, per gli ultimi dettagli. Ero speranzoso perché avevamo finalmente trovato una soluzione”. Non solo per il capoluogo etneo, tra l’altro, ma anche per quello regionale: a Palermo è saltato un contributo da 150 milioni di euro. “Avevamo pensato che un emendamento governativo avrebbe trovato più facilmente il favore dell’aula, ma non è stato così”, conclude il sindaco facente funzioni, che tra pochi giorni concluderà il suo mandato.

Così dall’aula di Palazzo dei Normanni il problema rimbalza sull’aula di Palazzo degli elefanti. Di nuovo. A denunciarlo, da questa mattina, il commissario catanese di Forza Italia Marco Falcone, insieme ai consiglieri comunali Giovanni Petralia e Dario Grasso e all’assessore forzista Michele Cristaldi. In una durissima nota gli azzurri etnei hanno parlato di “ostruzionismo irresponsabile del Pd e dei grillini, assieme ai franchi tiratori del voto segreto” e di una “bocciatura canagliesca” per un provvedimento che sarebbe servito “a proteggere le tasche dei catanesi dai rincari delle tariffe”.

“Bisogna mettere un paio di puntini sulle i“, è intervenuto in commissione Bilancio il consigliere comunale Luca Sangiorgio, capogruppo dei pogliesiani nell’aula consiliare del municipio etneo. “Io non posso rimproverare nulla al governo regionale, alla luce di com’è andata ieri – comincia Sangiorgio – Ho stigmatizzato l’intervento in ritardo, ma alla fine è stato presentato un signor emendamento, un fondone da 400 milioni di euro che serviva per tutti i Comuni dell’Isola“. Insomma: non un favore alla città del governatore Musumeci, ma una mano concreta per molti centri siciliani. “Eliminiano questo alibi per chiunque”, sottolinea Sangiorgio. “La copertura c’era. Così come c’è la responsabilità diretta dei deputati che hanno votato contrari”.

Ricordando l’idea di una colonna infame per i nomi dei consiglieri comunali di Catania che avessero votato favorevolmente l’aumento della Tari, Sangiorgio rilancia: “Voi che lo proponevate, andate a vedere nei vostri partiti chi ha bocciato il contributo. La responsabilità è dell’Ars e dei singoli deputati. È uno schiaffo in faccia ai cittadini da parte dei parlamentari eletti all’Ars, anche nel collegio di Catania“, conclude. Il voto segreto non è sufficiente a impedire che circolino nomi e supposizioni su chi possa avere “tradito” il governo regionale e votato contro. Impossibile però avere la certezza dei nomi, sull’ennesima prova di mancanza di tenuta della maggioranza nel parlamento siciliano.

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