Baldini e Castagnini: "Non eravamo al centro del progetto" - Live Sicilia

Baldini e Castagnini: “Non eravamo al centro del progetto”

Dopo lo scossone di ieri i due spiegano le motivazioni del loro addio al club rosanero
CALCIO - SERIE B
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PALERMO – Dopo lo scossone che ha portato alle dimissioni di Silvio Baldini e Renzo Castagnini, rispettivamente allenatore e ds del Palermo, in casa rosanero è tempo di voltare pagina.

L’allenatore e il direttore uscenti hanno voluto spiegare i motivi che hanno portato a queste dimissioni del tutto inaspettate.

Castagnini: “Baldini non ha mai avuto rapporti con il City Group”

“Sapete tutti perché e come siamo rimasti qui – esordisce Castagnini durante la conferenza stampa di addio – . Il mister è rimasto grazie ai grandi risultati che ha fatto. Tutta la città era felice che lui proseguisse questa avventura e la nuova proprietà l’ha confermato. Il mister si è speso per me, ma non ci sentivamo al centro del progetto. Abbiamo provato a fare il nostro lavoro ma ci siamo resi conto di aver perso il gruppo e la forza che ci ha portato a fare questo risultato. Non ha nessuna colpa il mister che con il City Group non ha mai avuto rapporti, non si sentiva al centro del progetto“.

Il ds uscente ha parlato anche del calciomercato portato avanti fin qui: “L’abbiamo fatto insieme ma non è una questione di mercato. Non c’è niente contro il gruppo. I calciatori che hanno firmato sono contenti, ma è necessario vedere come si firma. Ci sono dei passaggi importanti perché se fai attendere il calciatore si sente meno importante. Abbiamo provato a fare un certo tipo di discorso, non ci siamo riusciti. Prima di proseguire abbiamo detto basta. La squadra non ha lo stesso ardore dello scorso anno“.

“Abbiamo parlato con il presidente Mirri, gli abbiamo spiegato che si è creata una situazione che non si può rimettere a posto e abbiamo detto che meglio ora che dopo – continua il direttore sportivo dimissionario – Non c’entra nulla il City Group. Sicuramente in futuro andranno in Serie A, ma non siamo compatibili. La società era al corrente di tutto e dicevano che si sarebbe risolto presto. Ci vuole del tempo per creare quanto fatto, ma per distrugge tutto ne basta poco“.

Castagnini ha anche ripercorso il periodo legato allo scorso anno con i calciatori che erano in scadenza di contratto: “Sapevano con che tipo di società si rapportavano, con questo passaggio chiedevano nuovi garanzie. Io sono arrivato a Palermo il 5 agosto 2019, ho lavorato sulle scale della Damir e dopo 10 partite avevamo vinto il campionato di D. Mi sono fatto tutti i viaggi con la squadra con il pullman, andare via da qui è un peso incredibile. Ho dato l’anima. Non l’ho fatto per soldi. Oggi lasciamo un patrimonio ad un gruppo che è venuto ad investire“.

Ieri Castagni e Baldini hanno incontrato la società che ha “chiesto di ripensarci perché volevano ricucire, però – spiega l’ex ds – se non hai più nulla dentro è impossibile andare avanti. I soldi sono importanti ma lo è di più la coscienza. Non posso buttare via quanto fatto per un contratto. La situazione non ci consente di andare avanti“.

Tra gli addi che si sono consumati in questi ultimi giorni c’è anche quello di Sagramola, ormai ex amministratore delegato del club: “È uscito con dispiacere. La società l’ha creata lui da zero e con lui abbiamo ottenuto questi risultati. Questo va ricordato e rimarcato. Sembra che Sagramola non sia mai stato qui, dove mi ha portato lui e lo ringrazio pubblicamente. Questa è la storia. Non abbiamo rancore o rabbia verso nessuno. Ringraziamo la società precedete e quella attuale per averci dato questa possibilità, anche se non sentivamo la fiducia. Sono certo che il City farà grandi cose qui a Palermo e lo porteranno in Serie A. Lasciamo un patrimonio“.

Il mercato non è stato uno dei motivi che ha portato alla rottura: “Ho preso delle scelte sul mercato, che è stato condiviso dal mister. Il rapporto con Zavagno era leale perché è una persona per bene e leale. Le ultime decisioni le prendevo sempre io. Con lui si parlava chiaramente di calcio. Non è il mercato il motivo di questo addio. Del City non ho nulla da dire, posso solo dire che Palermo diventerà grande. Serve fiducia totale quando lavori, cosa che ho avuto quando ho lavorato nei tre anni scorsi qui. Sono orgoglioso di aver portato 9 giocatori dalla D alla B. Qualcuno dimentica che abbiamo speso molto meno del Bari impiegano un anno in meno facendo plusvalenza con Lucca“.

“Il City – conclude Castagnini – ha grandi risorse per fare il campionato di Serie B, sono risorse per assestarsi alla categoria. Da oggi non mi appartengono più“.

Baldini: “Non mi sentivo più parte del progetto, sarò sempre tifoso del Palermo”

“Sento di non essere parte del progetto e questo non mi consente di essere parte centrale del gruppo. Il mio animo – spiega Baldini – è predisposto per portare la squadra verso al Serie A. Ringrazio tutti per l’impegno profuso. Noi abbiamo vinto perché eravamo il gruppo più forte. Ho fatto 25 partite con il Palermo e 23 risultati utili consecutivi. Questo può dire che siamo una squadra. Le altre hanno calciatori più pagati e professionalmente più bravi, noi abbiamo vinto per il gruppo che ora non c’è più. Oggi non posso lavorare con tranquillità. Non potevo aspettare di fare brutte figure ed essere cacciato, ho deciso di lasciare il posto ad altri. Io posso solo ringraziare il Palermo per avermi fatto allenare in questa città e con un gruppo di calciatori che è veramente coeso, con la festa finale. Ho detto che voglio andare in Serie A e per farlo – dichiara il tecnico dimissionario – serve il tempo e nel calcio il tempo non esiste. Preferisco andarmene e non mettere il Palermo in difficoltà. Nessuno ci ha impedito di lavorare in un certo modo. Sarebbe stato peggio essere stati cacciati con il Palermo in coda alla classifica. Ho la tristezza nel cuore, nella mia testa mi sento sereno e mi sono tolto un peso. Questa è la soluzione migliore per il Palermo”.

“I motivi sono semplici. Alcuni calciatori pensavano di prendere un ingaggio migliore e non è stato così, altri sono state dieci giorni a casa e poi sono stati confermati ma con lo stesso ingaggio. C’è amarezza nelle persone che mi stanno vicino. Chi è in scadenza si chiede come mai non ha avuto il rinnovo e chi ha il contratto si è chiesto come mai non ha avuto un ingaggio migliore – spiega il tecnico dimissionario -. Il Palermo ha cambiato modo di lavorare e questo pretende dei tempi che nel calcio non ci sono. Io avrei voluto dare le dimissioni 15 giorni fa. Non mi sono sentito al centro del progetto. Io ho detto che vado in Serie A ma se non ci riesco ci vado vicino. A gennaio – ricorda Baldini parlando di quando arrivò in Sicilia – la squadra era considerata mediocre, se sono riuscito quest’anno ci potevo riuscire anche l’anno prossimo. Oggi ho avuto la fortuna di realizzare questo sogno perché devo mangiarmelo in due mesi. Non sono nato ricco e fra la dignità e soldi preferisco la dignità. Non ho niente contro il Palermo e la dirigenza“.

Il tecnico parla anche dell’incontro avuto ieri con la società rosanero: “Mirri e Gardini hanno provato a farci cambiare idea. Il presidente mi ha detto che era impensabile che io me andassi. Gli ho detto che se fosse stato lui il presidente mi avrebbe fatto un altro anno di contratto e lui mi ha detto di sì. Se non fanno questo come faccio a sentirmi al centro del progetto. Ho detto che voglio andare in A e non prendo per il cu*o la gente. Mi sento parte del popolo e figlio del popolo. Voglio andare in A, non mi interessa l’anno di transizione. La forza mia è quella del gruppo e della squadra e del popolo rosanero che si sente partecipe della partita. Il pubblico sapeva di essere partecipe e spingeva la squadra. Io credo nei sogni e quando siamo in sintonia diventano i più forti di tutti perché con il lavoro i sogni si realizzano. Sarò sempre tifoso del Palermo e andrò in curva“.

“Ero circondato dal malcontento. Il gruppo non c’è. Non era replicabile perché non ero più al centro del progetto. Da parte dei calciatori sentivo e sento sempre l’affetto. Due giorni fa Silipo – spiega Baldoni – si stava allenando ma è al centro di notizie di mercato, non sa se va via e quando ha sentito un piccolo dolorino si è fermato, gli ho detto che deve allenarsi e non pensare ad altro. Nelle cose è meglio provarci, se non provi non sbagli mai“.

Il gruppo che non c’era più, come ha spiegato Baldini, lo si è visto contro il Pisa in amichevole: “È stata la cartina torna sole, quattro gol in mezz’ora non li prendiamo nemmeno se giochiamo con la Beretti. Dopo quella partita Santa Rosalia mi ha mandato un messaggio. In quel momento il Pisa era una squadra mediocre e un mese fa li avrebbero presi loro 4 gol“. Nell’addio del tecnico non c’è la scelta di cedere Giron e Dall’Oglio che “hanno accettato un contratto triennale e importante anche per loro. Ho detto al mio staff che andrò via, loro sanno che che quando prendo una decisione è quella e non la cambio, non so se loro resteranno“.


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