Beni confiscati, 300 milioni in ballo: Fava nella casa di Nitto VIDEO

Beni confiscati, 300 milioni in ballo: Fava nella casa di Nitto

Il presidente dell'Antimafia ha partecipato all'iniziativa de I Siciliani Giovani e Arci Catania

“Trasformare questo luogo di morte in un luogo di vita”. Le parole del presidente della Commissione Antimafia Regionale Claudio Fava rappresentano l’essenza dell’iniziativa de I Siciliani Giovani e Arci Catania organizzata questa mattina davanti alla casa di Nitto Santapaola, confiscata 23 anni fa. La casa del ‘boss’ è il teatro simbolo per lanciare un preciso monito: “Non sperperare i 300 milioni di euro stanziati nel Pnrr per ristrutturare i beni tolti alla mafia”.

Il bando scade il 28 febbraio. Poco più di un mese di tempo per non fare andar persa “un’occasione straordinaria di sviluppo e di lotta concreta al potere mafioso. Un’occasione che però rischia di andare sprecata”, dicono all’unisono Matteo Iannitti e Giovanni Caruso della redazione de ‘I Siciliani’.

Questa mattina è stato possibile fare un tour – accompagnati dal sindaco di San Gregorio Carmelo Corsaro e dal presidente del consiglio Comunale Ivan Albo – all’interno del lussuoso appartamento del boss di Cosa Nostra (i cui interni LiveSicilia ha mostrato in anteprima) dove il primo settembre 1995 è stata uccisa la moglie del padrino, Carmela Minniti. I poliziotti della Squadra Mobile la trovarono sul pavimento accanto alla porta d’ingresso.

Dove è stata uccisa la moglie del boss Nitto Santapaola

“Da Presidente della Commissione Antimafia Regionale ringrazio le associazioni che hanno organizzato questo incontro”, ha detto Fava. Un altro tassello di un percorso cominciato diversi mesi fa per accendere i riflettori sulla totale indifferenza e indolenza rispetto alla gestione dei beni confiscati. Le associazioni “hanno supplito alle assenze e ignavie delle istituzioni e dello Stato”, ha detto ancora il deputato regionale facendo riferimento soprattutto all’Agenzia Nazionale dei Beni Confiscati e Sequestrati. Il grazie di Fava è stato esteso anche al “sindaco di Corsaro e al presidente del Consorzio Bonfiglio perché si muovono in controtendenza rispetto al modo in cui in passato molte amministrazioni hanno lasciato ai margini la questione dei beni confiscati”.
Poi il presidente dell’Antimafia Regionale ha voluto parlare semplicemente come Claudio Fava: “Questo è un luogo che ha costruito molto dolore. In queste abitazioni sono state decise le sorti, i destini, la morte di decine e centinaia di persone di questa città. Credo che la nostra società si sbarazzerà di Nitto Santapaola solo quando avrà ripreso ciò che lui e la sua famiglia hanno tolto alle nostre vite, ciò dovrà essere convertito in decoro, ricchezza e benessere sociale”.

Il sindaco che ha aperto la porta del bene confiscato ha raccontato l’iter legato alla casa di Santapaola assegnata ormai da anni al comune. “Per questi immobili, assegnati al Comune di San Gregorio negli anni ’90 – ha detto – sono state prese delle iniziative ma, considerate le scarse finanze comunali, non hanno prodotto risultati. Questa del Pnrr, invece, è un’importante occasione che ridarà dignità edilizia a questi luoghi. Ricordo che il bando in questione parla solo di ristrutturazione e questo ci permetterà di metterli in sicurezza. Per affidare questi beni e sostenere le associazioni o il mondo del terzo settore per creare occupazione sana e pulita, è importante, invece, che esistano dei canali e delle procedure più rapide al fine di sostenere le progettualità che ognuno di noi ha in mente. Vogliamo vedere questi luoghi non solo ristrutturati ma pieni di vita”.

Su questo il presidente del Consorzio Etneo Legalità e Sviluppo, Giancarlo Bonfiglio ha voluto evidenziare “l’importanza della collaborazione”. Vincenzo Cubito, infine, ha voluto evidenziare l’importanza del bando in scadenza. Non bisogna perdere l’opportunità di intercettare questi importanti fondi. “Un’occasione straordinaria di sviluppo e lavorooltre al segnale di lotta concreta alla mafia che ha sempre attinto in quelle fasce sociali dove manca il lavoro”, ha concluso.

L’appello della Cgil (la nota)

“Ai sindaci oggi segnaliamo che sono circa 2.000 gli immobili confiscati per mafia e disponibili nel Catanese, la collettività potrebbe goderne presto. Per i Comuni c’e’ tempo sino al 28 febbraio per sfruttare la possibilità di ottenere i fondi per la ristrutturazione messi a disposizione tramite i bandi promossi dall’Agenzia per la coesione. Non si possono perdere occasioni come queste”. Lo affermano Cgil e Fille di Catania sull’iniziativa promossa da ‘I Siciliani giovani’ e dall’Arci davanti ad una casa confiscata, ma non riutilizzata, al boss mafioso Nitto Santapaola. “Siamo grati a I Siciliani e ad Arci per questa campagna di grande valore civile anti mafioso- affermano i segretari della Fillea Cgil, Vincenzo Cubito e della Camera del lavoro, Carmelo De Caudo – e’ necessario sapere che ancora nel 2022 non tutti i Comuni vengono messi a conoscenza dei beni confiscati nelle loro disponibilita’. Rimetterli in sesto, adesso, e’ una grande occasione anche per i lavoratori edili che potranno partecipare ad una nobilissima operazione sociale senza aumentare le cubature di cemento”. Cgil e Fillea chiedono ai Comuni etnei e agli enti preposti alla gestione di beni di avviare subito un tavolo di concertazione per la fase della loro destinazione che “potrebbe essere finalizzato a uso davvero importanti, quali gli alloggi di assistenza ai senza tetto, edilizia residenziale pubblica, case famiglia anche per donne vittime di violenza”.


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