Strage del 'Meli', il primo abbraccio dopo trentasette anni

Strage del ‘Meli’, il primo abbraccio dopo trentasette anni

L'abbraccio tra due vittime nella tragedia di Biagio e Giuditta.
25 NOVEMBRE 1985
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Trentasette anni dopo, un abbraccio tra le vittime non chiude le ferite. Ma dice a tutti che ogni tragedia ha una luce al culmine del suo buio. E che ogni disperazione, prima o poi, incontra la sua speranza. Eccoli Leonardo Guarnotta e Vincenzo Siciliano che si gettano l’uno nelle braccia dell’altro, nel teatro del liceo linguistico ‘Cassarà’ di Palermo. Vincenzo è il fratello di Biagio che, con Maria Giuditta Milella, morì nell’incidente del liceo ‘Meli’, il 25 novembre del 1985. Un’auto di scorta ai giudici Guarnotta e Borsellino fu protagonista della tragedia e piombò sulla fermata degli studenti all’uscita della scuola. Vittima, Vincenzo Siciliano, che aveva dodici anni e non vide tornare suo fratello a casa. Vittima Biagio. Vittima Maria Giuditta. Vittime i genitori e le famiglie. Vittime i giudici serrati dalla morsa di una vita blindata che consentiva a malapena di respirare.

La preside del linguistico, la professoressa Daniela Crimi, padrona di casa sensibile e attenta, ha riassunto su Facebook: “Una giornata straordinariamente bella per tutti noi, soprattutto per le alunne e gli alunni. Grazie all’iniziativa dell’ Ottava Circoscrizione, di Marcello Longo, di Mari Albanese e del Centro Paolo Borsellino”. Tanti gli interventi. Il presidente del ‘Centro Borsellino’, Vittorio Teresi, ha ricordato con forza di sentimenti e analisi quegli anni in trincea, a combattere la mafia. La testimonianza di Leonardo Guarnotta è stata toccante, come quella di Vincenzo Siciliano.

Poi, Vincenzo, nel descrivere cose molto difficili da attraversare, ha preso l’iniziativa: “Dottore Guarnotta, il nostro dolore è stato e resta immenso. Qualcuno, una volta, mi ha chiesto se ci dovete delle scuse. No, non è così. Voi siete stati i nostri angeli custodi, avete vinto la guerra a caro prezzo. Posso darle un bacio?”. Ed è stato in quel momento che, dalle lacrime e dal lutto, è nato un abbraccio. Tra i presenti, tanti, come chi scrive, hanno scattato una foto. Una ancora più bella l’ha immortalata Giovanni Paparcuri, altra eroica vittima di una stagione terribile.

Dice Vincenzo Siciliano: “Era la prima volta che incontravo il dottore Guarnotta e l’ho sempre immaginato così il nostro ritrovarci come protagonisti involontari della stessa storia“. Palermo era in guerra nell’anno 1985, alla vigilia del maxi-processo. Le macchine che proteggevano i magistrati correvano, nel tentativo di salvarli. L’incidente del ‘Meli’ segnò la vita di tanti. Ma, adesso, trentasette anni dopo, noi che c’eravamo, sappiamo che Biagio e Giuditta, infine, hanno preso l’autobus che li ha portati a casa. Che li ha resi inquilini, per sempre, del cuore di tutti. (Roberto Puglisi)

FOTO DI GIOVANNI PAPARCURI

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