Mafia, colpo al clan Brunetto |Chiesti 45 anni di carcere - Live Sicilia

Mafia, colpo al clan Brunetto |Chiesti 45 anni di carcere

L'operazione, del dicembre 2016, ha inferto un durissimo colpo al clan Brunetto. Cinque gli imputati che hanno optato per il rito abbreviato.

L'INCHIESTA KALLIPOLIS
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CATANIA. Sono oltre 45 gli anni di carcere chiesti complessivamente dal pubblico ministero Giuseppe Sturiale al gup di Catania Daniela Monaco Crea per i cinque imputati del processo scaturito dall’inchiesta antimafia “Kallipolis”, che hanno optato per il rito abbreviato. Richieste durissime per Salvatore Brunetto, fratello del defunto boss dell’omonimo clan, e per il suo braccio destro Alessandro Siligato, entrambi accusati di associazione mafiosa ed il secondo anche di rapina ai danni di un autoarticolato, con l’aggravante di aver commesso il fatto in qualità di appartenente al clan Brunetto, affiliato alla famiglia Santapaola Ercolano. Per Brunetto chiesti 10 anni di reclusione, mentre per Siligato 10 anni ed 8 mesi. Altrettano pesanti le pene richieste per gli altri tre imputati. Per Paolo Patanè, accusato di associazione mafiosa e rapina, chiesti 9 anni. Infine sono 8 gli anni di condanna chiesti per Alfio Patanè e per Pietro Galasso, il primo accusato di associazione mafiosa ed il secondo di detenzione ai fini dello spaccio di stupefacenti, con l’aggravante di aver agito per agevolare il clan.

LE ACCUSE. Nella breve ma incisiva requisitoria il pm Sturiale delinea i punti cardine dell’inchiesta che nel dicembre del 2016 ha inferto un nuovo durissimo colpo al clan Brunetto. Nonostante abbia optato per il rito ordinario, emerge la figura verticistica di Pietro Carmelo Olivieri, reggente del clan dopo la scomparsa di Paolo Brunetto. E’ lui, secondo l’accusa, che gli ha contestato l’aggravante del ruolo di capo promotore, a coordinare tutte le attività illecite del gruppo criminale. Sono soprattutto le intercettazioni ad inchiodare gli imputati. Dalle conversazioni captate dai carabinieri del Nucleo Investigativo di Catania nel corso delle indagini preliminari emergerebbero la disponibilità di armi del gruppo, la reciproca assistenza economica in caso di guai giudiziari, l’organizzaizone dell’attività di spaccio e la distribuzione del denaro tra gli appartenenti al sodalizio. A confermare poi l’appartenenza al clan di Salvatore Brunetto, Alfio Patanè e Alessandro Siligato, evidenzia il pm, ci sarebbero anche le dichiarazioni di diversi collaboratori di giustizia.

Per Sturiale anche il quadro probatorio emerso nei confronti di Alessandro Siligato, uno dei presunti responsabili della rapina compiuta nel gennaio del 2014 ai danni di un autotrasportatore di derrate alimentari, sarebbe schiacciante. La rapina, organizzata da soggetti catanesi, avrebbe visto il pieno supporto del clan Brunetto chiamato a garantire un luogo sicuro in cui poter scaricare indisturbati la merce. Siligato non solo avrebbe preso parte alla riunione organizzativa per stabilire ruoli e compiti ma avrebbe anche fornito un supporto concreto, provvedendo al recupero di telefoni cellulari “puliti” con cui Olivieri avrebbe poi dovuto raccordarsi con i sodali durante l’azione.

Conversazioni e immagini, invece, dimostrerebbero, sempre per il pm, le responsabilità di Pietro Galasso in merito alle accuse di spaccio di sostanze stupefacenti. I video mostrerebbero un incontro nel quartier generale del clan, la stalla di Vico Costanzo a Giarre, tra l’imputato, Carmelo Pietro Olivieri e Luca Daniele Zappalà, per l’approviggionamento della droga. Il prezzo indicato, tra i 57 ed i 60 euro al grammo, lascerebbe presupporre una compravendita di cocaina. In quell’occasione Galasso si sarebbe rifornito di 50 grammi della sostanza. Infine, da altre conversazioni si evincerebbe la partecipazione di Paolo Patanè alla rapina commessa in concorso con Luciano Liuzzo, arrestato in flagranza di reato, ai danni del titolare di una rivendita di biciclette di Giarre. Intercettazioni definite dal pubblico ministero inequivocabili. L’interessamento degli altri componenti del clan alle sorti dei due sodali sarebbe l’ennesima conferma delle dinamiche associative.  Il 15 dicembre inizieranno le arringhe difensive. I primi a discutere saranno i difensori di fiducia di Salvatore Brunetto, Ernesto Pino e Michele Pansera.

 


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