Calenda a Palermo: "In Sicilia si deve combattere la logica conservatrice" - Live Sicilia

Calenda a Palermo: “In Sicilia si deve combattere la logica conservatrice”

Il leader di Azione anticipa chi sarà la presidente del partito

PALERMO – “In Sicilia c’è un conservatorismo che va divelto. Come si fa a prendere i voti in una regione che da un lato vota sempre le stesse persone da tempo immemorabile, lamentandosi poi di ciò che queste persone producono, mentre dall’altro, in alternativa, vota solo proposte che danno il senso di una rivoluzione che non arriva mai”. Sono queste le parole che Carlo Calenda ha dedicato all’Isola parlando oggi a Palermo dove si trovava per presentare il suo ultimo libro.

Le parole sulla Sicilia del leader di Azione sono arrivate all’interno di un ragionamento sull’assenza di leadership e sulla necessità per Azione di radicarsi al Sud. “Abbiamo battuto Forza Italia nel centro nord e spesso la Lega. Dai dati che emergono post-elezione, siamo, in alcuni casi, persino sopra la Lega” ha detto, aggiungendo: “Adesso, il problema è che manca il Sud, non che non ci sia, manca un messaggio che il Sud senta come proprio”.

Il leader di Azione ha rivelato: “Nelle fila di Azione c’è bisogno di figure riconoscibili. Ecco perché nell’assemblea del partito del prossimo 19 novembre proporrò Mara Carfagna presidente, perché è del Mezzogiorno ed è stata ministro del Mezzogiorno”.

E ancora: “È necessario costituire un soggetto unico politico tra Azione e Italia Viva. Oggi, il percorso è stato tracciato. Sempre il 19 presenterò alla nostra assemblea l’accordo di federazione, mentre il 4 dicembre, Italia Viva, nella sua assemblea, deciderà se quell’accordo va bene. Spero di sì – ha aggiunto il leader di Azione, con accanto Gaetano Armao, Davide Faraone e Giangiacomo Palazzolo -, e che da quel momento inizi un processo molto rapido di costruzione di un partito unico, che non è la somma di Azione e Italia Viva, che deve mettere invece dentro realtà con cui abbiamo parlato ma non siamo riusciti a coinvolgere. Penso al partito repubblicano, al partito socialista, liberali, mondo cattolico con “Insieme” di Zamagni”.

Calenda ha parlato anche di pensioni.  “La riforma delle pensioni non si può fare aumentando la spesa complessiva pensionistica, ma rafforzando i meccanismi di uscita per lavoratori delle categorie usuranti, come abbiamo già fatto con opzione donna e Ape social. Non si può fare. – ha aggiunto – Abbiamo la sanità a pezzi. Se cominciamo a mettere 40 miliardi nel tempo sulle pensioni, non rimarranno soldi per istruzione e sanità, e continueremo a essere fra i Paesi più ignoranti d’Europa, dando poche prospettive ai giovani e non curando gli anziani, che potranno anche andare in pensione prima, ma poi si devono pagare le cure private”.


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